Associazione di volontariato Idra
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Firenze, 19.11.’10
Lettera aperta
al Sindaco di
Firenze Matteo Renzi
Ultimo treno per fermare la TAV: il
“nuovo” al banco di prova!
fax 055.27.68.275, e-mail sindaco@comune.fi.it
Signor Sindaco,
ci aspettiamo che Lei
fermi le macchine di questa TAV che si appresta a devastare la nostra città, patrimonio mondiale dell’UNESCO. Niente di
più, niente di meno.
La “talpa” a servizio
del progetto più costoso e pericoloso del secolo sta per entrare in azione. C’è
da aspettarsi realisticamente che essa eroda il futuro di Firenze, della gente
che ci vive e ci lavora e di parte importante del suo patrimonio monumentale.
Che vada a divorare – in tempi di crisi globale - le ultime risorse di un
erario ormai esausto, che stiamo appoggiando sulle spalle gracili di figli e
nipoti, indebitandoli prima che nascano.
Questa ultima ‘grande
opera’, considerato lo stato comatoso delle casse pubbliche, potrebbe anche
fermarsi a metà, lasciando in eredità ai posteri uno scheletro inutile. Ma ad
essa mancano persino i più elementari requisiti di regolarità. Distrutte buona
parte delle risorse ambientali del “giardino di Firenze” rappresentato dal Mugello e da Monte Morello, i padrini del project financing all’italiana (là dove
i privati lavorano senza utilità pubblica, anzi addirittura contro e a spese
del contribuente), chi condannato in sede giudiziale per gravi reati
ambientali, chi chiamato a rispondere di macroscopici danni erariali,
proseguono la loro cavalcata senza pudore: firmano accordi con la A maiuscola,
assumono impegni altisonanti per poi disattenderli il giorno dopo senza batter
ciglio.
A Firenze si stanno
già piantando i paletti di un doppio sottoattraversamento della città, disastrosamente
impattante sul tessuto urbano e privo di prospettive realistiche nei tempi, nei
modi, nei costi, nella credibilità dei danni previsti. E intanto si taglia via
persino l’esile foglia di fico di un Osservatorio ambientale (dove siedono l’uno
accanto all’altro - e decidono all’unanimità - controllori, controllati e
controllori-controllati, in mezzo a una girandola di presidenze) praticamente
privo di mezzi, di poteri, di trasparenza. E con l’Osservatorio, scaduto il 30
ottobre 2010 e vacante già nel 2008 per ben 5 mesi, cessa anche l’attività di
quell’unica sua voce tecnicamente attiva, l’ARPAT, chiamata a svolgere un ruolo
di supporto, a monitorare, a controllare, a intervenire. Fin dove può, e coi
mezzi che ha. Scarsi comunque. E non ne ha fatto mistero l’Agenzia medesima,
pur nei toni diplomatici e misuratissimi della comunicazione istituzionale
(ArpatNews del 12 luglio scorso).
Eppure lo avevano
fissato nero su bianco, all’articolo 5 dell’“Accordo
Procedimentale”, il ministro dell’Ambiente (Edoardo Ronchi), quello dei
Trasporti (Giordano Angelini), l’amministratore delegato di FS SpA (Giancarlo
Cimoli), quello di TAV SpA (Antonio Savini Nicci), il presidente della Regione
Toscana (Vannino Chiti), quello della Provincia di Firenze (Michele Gesualdi),
un Suo predecessore sindaco (Mario Primicerio). Correva l’anno 1999: “Per la verifica del corretto adempimento
degli obblighi (...) è istituito presso il Ministero dell’Ambiente (...)
l’Osservatorio Ambientale Nodo di Firenze (...) per tutta la durata dei lavori
e sino al termine previsto per la fase di monitoraggio; (...) sovrintende
all’attuazione del presente Accordo”.
Caso Firenze,
dicevamo.
Ma già da prima fa
scuola (e giurisprudenza?!) il caso Mugello, con l’Osservatorio TAV scaduto dal
2007, mentre ancora si accumulavano le evidenze, anche processuali, di danni su
danni. Mai rinnovato. E fa scuola, in condizioni del tutto analoghe a quelle di
Firenze, il caso Bologna, con l’Osservatorio TAV per il Nodo felsineo scaduto -
e mai rinnovato -a primavera del 2009.
C’è bisogno d’altro?
Il sindaco è il primo
garante della salute pubblica. Qui ne va, peraltro, non solo della salute: sono
in gioco sicurezza, ambiente, sopravvivenza del pubblico erario. Ma soprattutto
ne va del rispetto elementare delle regole, e dunque della credibilità delle
istituzioni.
Nel panorama
desolante della politica locale e nazionale Lei, signor Sindaco, ama presentarsi
come elemento di novità. Ci aspettiamo ora che Lei attui concretamente questa
discontinuità rivendicata, dando un taglio netto al rapporto sprezzante che la
politica ha costruito negli anni nei confronti dei cittadini. All’atteggiamento di ripulsa all’ascolto, di rifiuto
sistematico del confronto. Non vorremmo dover constatare che la Carta di Firenze sia, almeno per questo
aspetto non certo secondario, soltanto scena.
Che l’appello al “nuovo” travesta, nel caso TAV, semplici avvicendamenti di ‘facce’
nel Palazzo, in un contesto immutato di relazioni con la cittadinanza.
Gioverà
qui sottoporre alla Sua attenzione, in nome di quella concretezza alla quale
abbiamo costantemente cercato di richiamarci, gli esiti
della causa civile collettiva intentata recentemente da centinaia di
residenti ed esercenti vessati dalla cantierizzazione TAV a Bologna: agli occhi
del Giudice Civile “emergono le omissioni
della Pubblica Amministrazione nell’attività di controllo indubitabilmente a
suo carico, come dimostra la circostanza che veniva addirittura creato un
organismo ad hoc, e cioè l’Osservatorio Ambientale, da tempo scaduto senza che
si sia provveduto alla nomina dei suoi nuovi membri”. Di conseguenza il
Giudice ha considerato “opportuna la
trasmissione di copia del presente provvedimento (...) alla Procura della
Repubblica in sede, competente al vaglio di eventuali responsabilità della
Pubblica Amministrazione anche di rilievo penale per la sua omessa attività in
materia di salute pubblica”. La lezione del Mugello insegna (nelle
determinazioni assunte dalla Corte dei conti), e l’ordinanza emiliana appare confermare,
che gli amministratori distratti, deboli o, peggio, sostenitori di un progetto deleterio
per la salute dei cittadini e per le casse pubbliche possono essere chiamati a
rispondere delle circostanze denunciate dai cittadini e accertate dalle diverse
magistrature.
Signor
Sindaco, molte volte Le abbiamo scritto documentandoLa sulla vicenda locale e
nazionale della TAV, proponendo collaborazioni qualificate a titolo gratuito e
suggerendo strategie praticabili ed economiche di sostanziale rinnovamento
delle linee-guida amministrative ereditate dal passato, che hanno portato la
nostra città in un vicolo cieco. Ad oggi non abbiamo però su questo tema
riscontri convincenti di un effettivo cambiamento di rotta. Siamo arrivati al
momento della verità, nel quale non vi sono più spazi per posizioni ambigue. La
TAV che sta già incidendo, senza alcuna utilità trasportistica, il fragile
tessuto urbano della città del fiore,
è a nostro avviso il primo vero banco di prova del rinnovamento da Lei
annunciato. Riteniamo che non ci sia da indugiare un minuto in più: senza
neppure quella minima protezione rappresentata dall’Osservatorio ambientale
previsto dall’Accordo procedimentale, il sindaco del Comune di Firenze, responsabile
dell’Ente locale firmatario di quell’Accordo e della salute della popolazione
amministrata tutta, può e deve – intanto - ritirare immediatamente il consenso
e le autorizzazioni alla prosecuzione dell’opera.
La posta
in gioco – Firenze! – è e resta enorme. Certo non basterebbe né a noi né alla
città che il carrozzone-Osservatorio, dopo l’assunzione di impegno che Le chiediamo,
venisse rimesso in piedi magari in fretta e furia, giusto per restituire una
qualche patina di legittimità all’impresa. Per salvare Firenze non vediamo
altra alternativa che rimettere in discussione questo malaugurato progetto di
sottoattraversamento TAV. Ci permettiamo quindi di riproporLe con sentimento di
urgenza la soluzione a nostro avviso più onorevole, ancora del tutto
praticabile, e in ogni caso più economica e compatibile, che già Le
trasmettemmo in allegato a una nostra lettera del 9 ottobre 2009, sotto il
titolo “Nodo
ferroviario di Firenze - che cosa è possibile e urgente fare”.
La
attendiamo, signor Sindaco, alla prova dei fatti. Nel male e – ce lo auguriamo
caldamente – nel bene, siamo determinati a mantenere sempre e comunque informata
anche su questo punto la cittadinanza.
Rispettosi
saluti,
il vice presidente
Pier Luigi Tossani
il presidente
Girolamo Dell’Olio