Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA Firenze, 18.1.'03

 

VIA LIBERA AL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA. MA IDRA PAVENTA UN "SALTO NEL BUIO", COME GIÀ COL PROGETTO ALTA VELOCITÀ.

MOMENTO DECISIVO NELLA STORIA DEL NOSTRO PAESE: UNA STESSA 'CULTURA POLITICA' ALLA RADICE DELLA GUERRA ALL'AMBIENTE GIÀ IN ATTO E DELLA GUERRA MILITARE ANNUNCIATA. NESSUNA CURA PER L'ERARIO: SOLO NUOVI DEBITI PER LE FUTURE GENERAZIONI!

La decisione dell'attuale Governo di dar corso alla costruzione del Ponte, concretizzatasi pochi giorni fa con le prime disposizioni operative della "Stretto di Messina Spa", suggerisce all'associazione Idra, che si occupa di sviluppo sostenibile, alcune preoccupate considerazioni sull'intera vicenda.

Idra aveva già segnalato più volte alle forze politiche di governo e di opposizione, ma anche a importanti sindacati dei lavoratori, le gravi conseguenze di natura finanziaria, sociale e ambientale derivanti all'interesse pubblico dalle scelte dei responsabili, nel tempo, della politica infrastrutturale nazionale. Responsabili che hanno voluto a tutti i costi prima l'Alta Velocità, ora il Ponte.

Gli argomenti di Idra sono stati spesso suffragati da opinioni autorevoli. Secondo il prof. Marco Ponti, economista del Politecnico di Milano, intervistato per la trasmissione Report (RAI 3) sul progetto Ponte sullo Stretto, andata in onda lo scorso 24 settembre 2002, vi sarebbe stata una fiera polemica al Ministero se scrivere "analisi costi benefici" oppure no. "La decisione è stata no, di non scriverla, ha dichiarato Marco Ponti. Perché si temeva che i risultati non fossero buoni. E com'era ovvio dati i dati di traffico, non era difficile aspettarsi con quei dati di traffico, l'analisi costi benefici è venuta molto negativa, non negativa". Marco Ponti ha inoltre asserito: "Viene sinistramente ad assomigliare alla vicenda dell'alta velocità, cioè privati che mettono soldi ma non investono, cioè non rischiano questi soldi. Questi soldi sono di fatto garantiti dallo Stato, e allora sono buoni tutti. Se lo Stato alla fine garantisce, chiunque mette i soldi, tanto il ritorno è garantito. E' come un prestito, è come Bot e Cct".

Dal canto suo il prof. Andrea Monorchio, presidente di Infrastrutture Spa, a proposito del progetto Alta Velocità ferroviaria ha dichiarato (lo si legge nel resoconto stampa di un suo recente intervento al Senato): "Andranno considerati attentamente tutti i rischi che gravano sulla realizzazione della rete ferroviaria ad alta velocità, tenuto conto che gli stessi costituiscono una seria minaccia per gli equilibri di Ispa". E ancora, in riferimento al finanziamento di progetti infrastrutturali "ad incerta redditività ed elevate problematiche tecniche" (fra i quali rientra il medesimo Ponte sullo Stretto), ha affermato che "prima di giungere alla definitiva ammissione degli investimenti al finanziamento vi sarà un'intensa fase di confronto fra Ispa, i promotori, i loro advisor e l'amministrazione: in tale fase andranno considerati attentamente tutti i rischi che gravano sulla realizzazione dell'opera".

Ora, riflette Idra, se l'analisi costi/benefici effettivamente non è stata scritta, che significato dobbiamo attribuire alle parole di Monorchio e, soprattutto, alle decisioni del Presidente del Consiglio? Come interpretare l'apparente fragoroso silenzio delle istituzioni, delle forze politiche di maggioranza e di tanta "opposizione", nonché dei sindacati? Gli allarmi sono stati lanciati non solo da Idra ma anche da associazioni e comitati di cittadini di tante regioni d'Italia interessate dalle conseguenze di queste "opere", la cui sola "grandezza" sembra risiedere nell'entità del loro prevedibile fallimento, che non mancherà di riverberarsi sulla vita di tutti noi.

Le considerazioni di ordine finanziario, unite alla percezione del fatto che si continuano a ignorare le esigenze prioritarie dei cittadini in materia di trasporto, come testimoniano i disagi subìti ancor oggi e da tempo immemorabile dai pendolari, suggeriscono a Idra una severa considerazione di fondo. Nella storia del secolo appena trascorso i cittadini del nostro Paese sono stati mandati più volte a compiere e a subire "inutili stragi". Oggi, mentre si perpetrano "in pace" ingenti dilapidazioni del patrimonio pubblico, nuove "inutili stragi" si mostrano minacciosamente concrete all'orizzonte. Le une e le altre in barba al buon governo della cosa pubblica: solo nuovi debiti sulle spalle delle future generazioni.

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