Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax
055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
OLTRE UN’ORA DI AUDIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE IDRA PER LA TAV A FIRENZE A PALAZZO PANCIATICHI, IN CONSIGLIO
REGIONALE (1).
Audizione dell’associazione di volontariato Idra, ieri pomeriggio, in seduta
congiunta delle Commissioni Sesta
(Territorio e ambiente) e Settima (Mobilità e trasporti) del Consiglio
regionale della Toscana, nella Sala del Consiglio, sul tema del progetto di
sottoattraversamento AV e stazione Foster a Firenze.
“Noi non
abbiamo assolutamente intenzione di convincervi delle conclusioni a cui siamo
arrivati”, ha detto esordendo il portavoce
di Idra Girolamo Dell’Olio, prima di
illustrare l’articolata memoria, corredata da 31 allegati, consegnata dall’associazione
ecologista fiorentina ai commissari. “A noi basterebbe che condividessimo una
metodologia. Quello che vi
chiediamo esplicitamente alla fine di questo documento è di impegnare la Giunta regionale a verificare
che per la TAV a Firenze tutta una serie di passaggi, tutta una serie di
procedure ‘di serietà’, siano state adempiute. Dall’analisi dei documenti
che noi vi consegniamo ricaviamo, sì, alcune conclusioni. Ma questo riguarda al
seconda parte delle richieste che vi formuliamo. E cioè che, qualora poi si arrivasse anche da parte vostra a determinare che mancano,
al progetto di sottoattraversamento AV e di stazione Foster a Firenze, alcuni
prerequisiti di decenza progettuale, trasportistica ed economica (ripeto,
decenza: e cioè rispondenza agli elementi del vivere civile), qualora anche la Giunta arrivasse a questa determinazione,
allora ci sarebbe da aprire un nuovo
percorso, che proponiamo sia celere, delimitato nel tempo, secondo procedure
che sono state sperimentate con successo in Francia (il débat publique, o
“dibattito pubblico”), e in maniera ridotta - ma già con qualche successo
per voce degli stessi comitati cittadini - a Genova, e che potrebbero essere
utilmente applicate anche qui. Quello su cui noi vi invitiamo e a riflettere è la natura e la credibilità di questi
documenti, e quindi la (forse)opportunità di riconsiderare la congruità del
progetto alla luce della verifica delle condizioni di decenza menzionate”.
“Il nostro
auspicio – ha concluso Dell’Olio - è che questo nostro incontro di oggi possa
avere un effetto preventivo”. Nella memoria consegnata infatti si legge: “Oggi, a fronte di un procedimento penale
che ha individuato la presenza di reati cospicui nell’affaire TAV e ha
comminato in primo grado pene esemplarmente severe, e a fronte delle indagini
che la stessa Corte dei conti sta perfezionando a carico di amministratori e
dirigenti centrali e locali, ai quali si contesta un danno erariale di
centinaia di milioni di euro, si assiste
da anni alla dismissione persino di quei magri presìdi di monitoraggio e di
controllo previsti dagli accordi del ’95 e già accusati di grave insufficienza
nel 2000 dal Consiglio regionale toscano. Scaduto a marzo 2007 e prorogato ope
legis di 45 giorni, da maggio 2007 nessun
Osservatorio Ambientale Nazionale è operativo sulla tratta appenninica TAV,
benché da dicembre 2009 la linea sia in esercizio. Il ruolo di supporto tecnico
svolto – con tutte le note difficoltà – dall’ARPAT non è più coperto da
nessuno. Chi ha subìto danni permanenti alle sorgenti, ai pozzi, alle attività
agricole e zootecniche, non dispone più neppure della certificazione della
permanenza di quei danni. Anche le prime risorse per i cosiddetti ripristini
ambientali (comunque a spese del contribuente) pomposamente annunciate a luglio
del 2002 non sono state ancora del tutto erogate, e mancano all’appello tutte
quelle aggiuntive stimate necessarie a rammendare i danni successivi alla sigla
dell’Addendum del 2002. La Regione Toscana ha fatto recentemente ricorso al TAR
del Lazio, dopo che una diffida all’indirizzo dei Ministeri e di FS non aveva
sortito alcun effetto. Qualsiasi sarà l’esito di questa vertenza legale,
tuttavia, è evidente che quella materiale, sul corpo vivo del territorio e dei
suoi abitanti, è clamorosamente perduta”.
Secondo Idra,
“siamo
dunque davanti a un apparente paradosso: l’abbandono delle tutele e delle
garanzie proprio mentre se ne palesa l’insufficienza. Una sgradevole forma
di arroganza istituzionale che fa strada al fondato sospetto che agli occhi dei
decisori appaiano prioritari gli interessi delle lobby dei progetti e dei
cantieri, rispetto alla salute dei cittadini e dei lavoratori, all’equilibrio e
alla tutela dei beni ambientali, alla prosperità delle economie locali”. Se
aggiungiamo a queste premesse la mole di criticità che caratterizzano il
progetto di cantierizzazione della città “patrimonio del mondo”, si comprende
come l’inquietudine e la diffidenza dei cittadini fiorentini nei confronti di
questa cosiddetta ‘grande opera’ siano più che fondate. Per giunta, anche
l’Osservatorio Ambientale per il Nodo AV è in scadenza. E a Firenze, città d’arte densamente popolata e già in sofferenza sul
piano del diritto alla salute e all’ambiente, non si è inteso allestire neppure
uno strumento minimo di tutela analogo a quello organizzato dal ’95 in Mugello,
l’Osservatorio Ambientale Locale, uno sportello di aiuto ai cittadini e
agli operatori economici, sostenuto da competenze tecniche e scientifiche
ragguardevoli, che per un verso hanno alleviato almeno in parte le sofferenze
della cittadinanza, per un altro hanno costituito una banca
dati risultata poi preziosa ai fini delle indagini della Procura della
Repubblica di Firenze quando si è reso necessario istruire un procedimento
penale a carico dei costruttori dell’opera.