Associazione di volontariato Idra
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EX SANATORIO BANTI: LE
SOLUZIONI CI SONO!
QUALCHE AUTORITÀ
PUBBLICA BATTA UN COLPO!
“La circostanza che dopo il primo incanto non
risulterebbero fissate date per altre aste lascia paventare che dietro
l'angolo possa nascondersi il ricorso alla trattativa privata e quindi a
operazioni speculative”. Così
scriveva Idra a marzo 2006 in un
comunicato pubblicato anche su web.
Oggi quel
timore è diventato realtà: il capo
dipartimento tecnico dell’ASL 10 Fabio Tittarelli afferma, su La Nazione, che “dopo due gare deserte è
possibile procedere a trattativa privata, all’inizio del 2010 i tecnici
hanno effettuato nuove perizie per fissare il
prezzo dell’ex Banti, che è ora di
circa 7,5 milioni di euro”. Una perdita secca di valore di oltre due
milioni di euro (nel 2005 il prezzo a base d’asta era di 9,6 milioni)!
Della seconda asta nel 2006,
peraltro, l’associazione Idra e il Comitato per il Banti non hanno mai
ricevuto notizia. Nonostante le 8.000 firme raccolte
per il ritorno di quel gioiello alla collettività. Nonostante la documentata
ricostruzione storica delle vicende del Banti
e del vicino Luzzi
contenuta in una memoria
trasmessa a febbraio del 2006 a tutti i soggetti competenti: ASL 10, Regione Toscana,
Provincia di Firenze, Comuni di Sesto Fiorentino e Vaglia, Soprintendenza per
il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico. “A fronte del notevole lasso di tempo trascorso dall’avvio della
procedura di alienazione – aveva
scritto in chiusura di quel documento Idra
- sarebbe opportuno fare chiarezza sulle
reali intenzioni delle varie Amministrazioni, perché non va dimenticato che i
due ex complessi sanitari (“Banti“ e “Luzzi“) con le rispettive proprietà (A.S.L. 10 e Comune di Vaglia) insistono su di un territorio il cui pregio
storico-ambientale è fuori discussione! Il silenzio e l’attesa degli eventi,
ormai, non appaiono essere più compatibili con la tanto pubblicizzata politica
della “partecipazione” che richiede impegno, informazione, attenzione ai
cittadini chiamati ad affiancare l’azione amministrativa con indirizzi chiari e
costanti e a non limitarsi a lamentarsene solo ad esercizio avvenuto. Ma almeno
altrettanto esercizio di responsabilità richiede – è evidente - alle varie
Amministrazioni. Sollecitiamo nuovamente, pertanto, l’apertura di un tavolo di confronto che coinvolga tutti i
soggetti, pubblici e privati, interessati alla sorte ed alla gestione di questo
patrimonio storico-ambientale irripetibile che potrebbe andare definitivamente
disperso!”.
Sono rimaste lettera morta anche le richieste di incontro
a un tavolo comune insieme al sindaco di Vaglia, resosi disponibile, e le
proposte costruttive e argomentate di Idra
e del Comitato per la tutela dell’ex sanatorio Banti inviate a settembre
2005 agli allora assessori alla Salute, all’Urbanistica e all’Ambiente della
Regione Toscana.
Oggi il
deprezzamento del valore di mercato del Banti
dichiarato dai responsabili della ASL 10 (sul cui sito non sembrano risultare
più reperibili i dati relativi a gare e appalti, o a esiti gare, anteriori al
2007) e il degrado
galoppante esigono un intervento chiarificatore da parte di qualche autorità
pubblica.
Le soluzioni ci sono!
L’Azienda Sanitaria di Firenze ha appurato l’impossibilità di ‘far cassa’ attraverso l’alienazione di questo bene, vincolato peraltro dalla
storia delle generose donazioni Demidoff e dal suo stesso intrinseco valore
architettonico. Ci ha fatto piacere scoprire che non manca oggi nell’Azienda la
disponibilità a valutare proposte concrete di utilizzazione pubblica multipla
del Banti, a carico di più soggetti.
Occorre solo che le proposte formulate da anni dal Comitato e da Idra trovino udienza nelle sedi
opportune. Non si tratta di soddisfare
unicamente le esigenze delle comunità locali limitrofe, attraverso un
poliambulatorio o il riassorbimento del Distretto sanitario. In quel luogo si possono ubicare funzioni e
risorse – non solo sanitarie - preziose per l’intera area metropolitana
fiorentina. L’Azienda Sanitaria potrà collocarvi una struttura post-degenza intermedia fra l'ospedale e l'abitazione,
che offra una risposta adeguata a fronte di una popolazione così vasta. Il
Ministero della Sanità, quello dell’Ambiente, quello del Lavoro, quello
dell’Istruzione hanno a disposizione lì una
sede potenziale di prim’ordine per stages, seminari, corsi, attività di
formazione nel campo dell’educazione alla salute e della prevenzione, e per
l’educazione ambientale nelle scuole. Gli Enti territoriali (Regione,
Provincia, Comuni dell’area metropolitana) potranno organizzarvi domeniche verdi e altri appuntamenti di
godimento dei beni storici, artistici e naturalistici a cavallo fra i due
parchi di Monte Morello e di Villa Demidoff. Attività di produzione artistica e culturale come quelle suggerite
dall’insegnante di danza Daria Bettarini potranno beneficiare di un contesto
unico, e contribuire a valorizzarlo. Cosa si aspetta?
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Il grande Solarium all’ultimo piano del
Banti, nel 1996, con gli archivi sanitari.
La vetrata appare ancora integra.
Nelle immagini pubblicate a novembre
2008 sul sito di photo sharing http://www.flickr.com/, il Solarium appare
totalmente svuotato.
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La vetrata del Solarium integra,
dall’esterno - 1996
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La vetrata del Solarium al momento
delle riprese di RaiUno, dodici anni dopo - Settembre 2008
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Giuseppe Nencini, del Comitato per l'uso pubblico del Banti,
con la troupe di RaiUno - Settembre 2008
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Il parco intorno all’ex Sanatorio Banti, particolare – 1996
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Il laghetto nel parco - 1996
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Veduta su Firenze dal Banti - 1996
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Veduta su Firenze dal Banti, zoom
sul Duomo - 1996
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L’articolo pubblicato domenica 15
agosto 2010 su La Nazione.
Al riguardo, il portavoce di Idra ha scritto il 16 agosto alla
redazione del giornale:
“Vi devo una importante
precisazione. Nel virgolettato attribuitomi si legge: "Non avremmo mai immaginato quello che poi abbiamo visto nel video
su internet: porte prese a calci e vetri rotti". E, più in basso: "Mi sembra che l'unico interesse, al
momento, sia quello di vandali e balordi, che giocano alla guerra devastando un
bene pubblico". Ebbene,
avevamo riferito alla cronista - e qui ribadiamo - che sia i danni
verificabili dall'esterno a occhio nudo, sia quelli desumibili dalle foto
pubblicate sul sito di photo sharing http://www.flickr.com/, sono con ogni
evidenza frutto di interventi distruttivi accumulatisi nel tempo ben prima
dell'azione videodocumentata su You Tube. Il video in questione, anzi, non
sembra attestare la produzione di alcun significativo danno materiale
aggiuntivo: mostra piuttosto un ambiente già abbondantemente distrutto e
degradato (vetri in frantumi, calcinacci e suppellettili sfasciate
riverse sui pavimenti, infissi divelti, pareti deturpate, ecc.) per effetto di
incursioni precedenti e, magari, di tutt’altro tenore. Anche il servizio di
RaiUno intitolato Toscana.
“Immobile” sanità?, andato in onda il 20
settembre 2008 per il programma “Sabato & Domenica” (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-ae5b6c05-8dd2-4c49-8c45-eb0f4671c65a.html?p=9),
documenta lo stato pietoso in cui versavano già allora gli interni del Banti. È doveroso dunque sottolineare che la visione del clip pubblicato a settembre
2009 su YouTube non autorizza in alcun modo ad ascrivere le devastazioni di cui
l'edificio è stato fatto oggetto alla pur deplorevole azione militare simulata”.
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Gli articoli pubblicati oggi 17
agosto 2010 su La Nazione