Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail:
idrafir@tin.it; web: http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html; http://idra.dadacasa.supereva.it/COMUNICATO STAMPA Firenze, 17.6.'03
Una "Società della Salute" a Firenze?
Ma c'è già, e funziona perfettamente. E' la TAV SpA….
Invitata stamani al Salone dei Dugento a fornire un contributo di discussione sul documento di candidatura della città di Firenze alla "Società della Salute", Idra spazza via i veli degli slogan e va al cuore della realtà: a Firenze si amministrano e si somministrano disordine, stress, disagio, patologie. Altro che salute! Persino il monitoraggio ante operam della qualità della vita - vanamente richiesto dall'ASL e dall'ARPAT prima che iniziassero i lavori per le grandi infrastrutture - è stato impedito.
A scorrere le 30 pagine della bozza del documento di candidatura della città di Firenze alla "Società della Salute", pubblicato sulla rete civica del Comune di Firenze, si rizzano i capelli. Abbondano le petizioni di principio, il lessico e il frasario di rito ("sperimentazione", "integrazione", "collaborazione", "coinvolgimento", "partecipazione", "indicatori di qualità", "valutazioni di efficacia", ecc.). Ma quale credito merita questa ennesima carta di intenti in una città - far west assediata da cantieri, betoniere, ruspe e camion? Quale sentimento, se non quello dell'offesa, può suscitare la lettura di un testo che prescinde dai fatti? A Firenze i fatti parlano chiaro. Idra non smetterà mai di denunciare che il Servizio di Igiene Pubblica dell'Azienda Sanitaria Locale 10 è stato tenuto fuori dalla porta delle decisioni su 10-15 anni di cantierizzazione feroce a Firenze, targata TAV e con decine di corollari. Idra non smetterà mai di ricordare ciò che scrisse nel lontano novembre '98 il dott. Giorgio Garofalo, nella sua veste di coordinatore del gruppo TAV Igiene Pubblica dell'ASL 10, all'allora (e tuttora) responsabile del Nucleo di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Toscana, arch. Moreno Mugelli: "Riteniamo che la lunga fase di funzionamento dei cantieri potrà avere un impatto eccessivamente pesante sulla complessiva vivibilità e fruibilità della città di Firenze. Non si può infatti ritenere soddisfatta la tutela della salute della popolazione, se la valutazione viene limitata alle analisi eseguite su modelli previsionali di dati sulla qualità dell'aria e sul rumore senza che si prenda in considerazione l'impatto globale che la simultanea apertura di più cantieri in area urbana avrà sulla circolazione di persone e merci sia nella stessa area urbana che nell'hinterland". Nessuna risposta né di carta né coi fatti a quel tempestivo grido di allarme. Al contrario. Nel maggio 2000 l'ASL 10 presentò un "Progetto per la sorveglianza dell'impatto sulla salute della popolazione residente a Firenze" causato dalle grandi infrastrutture. Per attuarlo chiese 100 milioni di vecchie lire. Non ne fu stanziata neanche una. Alcuni mesi più tardi, nel gennaio 2001, l'ASL tornò alla carica, questa volta insieme all'ARPAT, con una "Proposta di monitoraggio ambientale sanitario dei cantieri delle grandi infrastrutture di trasporto pubblico". Per uno studio semestrale sulle modifiche della qualità della vita le due istituzioni chiesero 25 milioni di vecchie lire, sottolineando "la necessità e l’urgenza di questa fase preliminare sia per la corretta impostazione dello studio, sia al fine di avviare l’indagine prima dell’esecuzione dei lavori, in modo da poter disporre di dati confrontabili con le fasi successive". Non una lira è stata stanziata, neanche in questo caso, a dispetto del fatto che, come scrissero ancora ASL e ARPAT, "le grandi opere in fase di avvio, caratterizzate dalla lunga durata e dalla localizzazione in un tessuto urbano già sofferente, incideranno sotto diversi aspetti sulla vita dei cittadini (aumento dei tempi di percorrenza, modifica dei percorsi e dei ritmi abituali, impatto psicologico derivante dalla presenza di lavori rilevanti in prossimità della propria abitazione, disagi legati al rumore, alla polverosità, ecc.)".
Ecco perché l'associazione di volontariato Idra esprime oggi nel Salone dei Dugento a Palazzo Vecchio il proprio sentimento di distanza non solo politica ma anche e soprattutto morale dai comportamenti dell'Amministrazione comunale fiorentina, che da una parte espone i cittadini alle conseguenze sanitarie e ambientali patogene di scelte non partecipate, dall'altra sembra voler colmare sulla carta le lacune nella pratica della democrazia.
La proposta di candidatura alla "Società della Salute", tuttavia, non convince Idra neanche in fatto di contenuti. Non può che preoccupare ad esempio - a maggior ragione in un contesto come quello fiorentino - lo strumento giuridico predisposto: l'assetto per la Società della Salute suggerito dall'assessore Graziano Cioni comporta nell'"organo di governo" (pag. 9) una singolare commistione di (poche) figure tecniche e (numerosi) esponenti politici (interamente reclutati nella maggioranza che amministra la città, peraltro). Anche nell'"esecutivo" (pag. 9) prevale la componente politica, e il presidente è addirittura … il sindaco! Non c'è male per un modello che propone "il coinvolgimento della Comunità locale in tutte le sue espressioni per costruire un patto di cittadinanza con i fiorentini" (pag.5)! E quanto potrà garantire il preteso "coinvolgimento pieno di tutti gli attori sociali ed economici del territorio" un Piano Integrato di Salute a cui si partecipa solo "nell'ambito delle direttive delle Giunta della Società della Salute" (pag. 14)?