Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA      Firenze, 17.4.’05

 

 

RIPRENDE IL CONFRONTO FRA GLI AMMINISTRATORI DEL MUGELLO E L’ASSOCIAZIONE ECOLOGISTA IDRA, PARTE CIVILE NEL PROCESSO PENALE SUI DANNI AMBIENTALI TAV, IN CORSO A FIRENZE.

DOPO QUASI TRE ANNI DI BLACK OUT, MARTEDÌ 19 APRILE IN MUNICIPIO A BORGO S. LORENZO IL PRIMO INCONTRO CON I RESPONSABILI DELLE NUOVE AMMINISTRAZIONI DEI COMUNI DI BORGO SAN LORENZO E DI SCARPERIA, E DELLA COMUNITÀ MONTANA.

 

 

“L’incontro da Voi richiesto è fissato per martedì 19 aprile p.v. alle ore 9.15 presso il Comune di Borgo San Lorenzo. Saranno presenti, oltre al sottoscritto, l’Assessore all’Ambiente Leonardo Romagnoli, il Presidente della Comunità Montana Stefano Tagliaferri, e, per il Comune di Scarperia, il Sindaco o il Vice-Sindaco”. Così scrive Giovanni Bettarini - sindaco di Borgo San Lorenzo - all’associazione ecologista Idra, che già nel luglio 2004 aveva chiesto al nuovo primo cittadino del capoluogo del Mugello di poter discutere con lui le conseguenze della cantierizzazione per l’Alta Velocità sul territorio, gli scenari ipotizzabili, i rapporti fra Amministrazione comunale e associazione Idra, misteriosamente interrotti dopo il lungo incontro di una delegazione tecnica di Idra con gli amministratori toscani della tratta TAV Firenze-Bologna, convocato in municipio dall’allora sindaco di Borgo San Lorenzo Antonio Margheri il 18 novembre 2002.

“Ringraziamo sia per l'incontro accordatoci, sia per l'opportunità offertaci di concentrare in un unico appuntamento l'analisi dei tanti temi legati alla cantierizzazione TAV, comuni alle Amministrazioni che hanno assicurato la propria presenza”, risponde il portavoce di Idra Girolamo Dell’Olio al sindaco Bettarini.

Parecchi, complessi e interconnessi, infatti, saranno i temi in agenda il prossimo 19 aprile:

·         dalla discussa sicurezza del tunnel AV per passeggeri e lavoratori il giorno che entrasse in esercizio (per 60 km manca la galleria di soccorso) ai dubbi sulla qualità costruttiva della galleria stessa (è in corso di rifacimento a Scarperia in queste settimane – e lo sarà ancora per diversi mesi - prima ancora della posa dei binari);

·         dalla carente informazione ambientale sugli ingenti danni idrogeologici provocati al territorio (tuttora in corso e in gran parte irreversibili) alla mancata riconferma, dopo quasi tre anni di ‘vacanza’, dello studio TRIMM, l’unico che avesse consentito di quantificare in maniera seria fino al maggio 2002 i gravi danni ambientali provocati dalla cantierizzazione;

·         dall’urgenza di una verifica della validità delle tecniche di impermeabilizzazione “svuota-falda” adottate negli scavi alla preoccupazione per le politiche di privatizzazione della risorsa-acqua, che dopo essere stata drenata dall’ecosistema demaniale della montagna e della collina rischia di essere incanalata nelle condotte della speculazione e del profitto;

·         dalla lievitazione esponenziale dei costi erariali dell’opera (che sono passati dai 2.100 mld di vecchie lire iniziali, teoricamente privati al 60%, agli oltre 10.000 mld attuali, pubblici al 100%) all’apparente “industria delle consulenze” (alimentata dalle opportunità offerte dal danno ambientale) remunerate con denaro pubblico aggiuntivo, nonostante la presenza di organi tecnici istituzionali già ampiamente collaudati e bisognosi semmai, proprio essi, di un potenziamento della capacità di intervento.

·         dalla gestione delle cosiddette opere di “mitigazione ambientale” a quella del risarcimento dei danni ai cittadini e alle imprese.

 

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