Associazione di volontariato Idra

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per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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Firenze, 17.3.2000

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

IDRA APPOGGIA

LA FERMA PROTESTA CIVILE

DELLE MOGLI DEI LAVORATORI DEI CANTIERI TAV

Il 14 giugno del '99 Idra scriveva al Ministro dei Trasporti e al Ministro dell'Ambiente una missiva urgente. In essa si documentavano "le condizioni in cui sono costretti a operare i lavoratori del cantiere di San Pellegrino (Firenzuola) (e presumibilmente molti altri), che hanno indetto la scorsa settimana uno sciopero a oltranza con manifestazione davanti al municipio di Firenzuola".

Sulla base di quella e di altra documentazione allegata, riguardante gli episodi di inondazione delle gallerie di San Giorgio (Luco di Mugello) e di Osteto (Firenzuola), i conseguenti danni ambientali ed economici, e la sospensione forzosa dei lavori nelle gallerie, Idra chiedeva fra le altre cose che "a tutela dei diritti dei lavoratori, della popolazione civile e del territorio, il Ministro dei Trasporti e il Ministro dell'Ambiente intervengano con urgenza affinché:

La lettera di Idra chiedeva ai Ministri un incontro con una sua delegazione tecnica e chiudeva: "Da numerosi aspetti ed episodi della cantierizzazione in corso si deduce che siamo tornati indietro di 50 anni.. Chiediamo quindi che la mano pubblica, responsabile dell'approvazione di progetti che fanno acqua (non solo metaforicamente) da tutte le parti, intervenga urgentemente provvedendo in primo luogo a tutelare pienamente i diritti al lavoro e alla retribuzione, ai servizi e alla sicurezza da parte delle maestranze impiegate nelle opere di cantierizzazione".

Quali risposte sono arrivate dai Ministri? A Idra, nessuna. Una conferma alle preoccupazioni dei cittadini, invece, la stanno dando i fatti: gallerie chiuse per inondazione, altre sorgenti e nuovi acquedotti (dopo quelli di Firenzuola) condannati al prosciugamento.

Intanto hanno continuato e continuano a pagare tutti i giorni sulla loro pelle i lavoratori: infortuni, insicurezza, straordinari, stress, isolamento sociale. Poche settimane fa, un giovane lavoratore è morto proprio nel cantiere e nella galleria del Carlone, che ha visto l'iniziativa delle mogli contro un lavoro definito "disumano", che "schiavizza". Un lavoratore del Sud, come tantissimi in questi cantieri, via a centinaia di chilometri di distanza dalle loro famiglie, a costruire una linea di lusso improbabile e devastante, mentre le ferrovie delle loro terre - quando esistono - languono fra binari unici e trazione diesel. Nell'Italia "europea" del 2000!

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