Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA 17.10.’02

LA CRISI DELLA FIAT È ANCHE LA CRISI DEL MODELLO DI SVILUPPO DELL’ECONOMIA NAZIONALE. C’È BISOGNO DI UN NEW DEAL PER NUOVI AMBITI DI OCCUPAZIONE.

Il governo riesamini le scelte infrastrutturali strategiche, cancelli i progetti di nuove inutili autostrade, superponti e supertreni a carico dell’erario, riconverta le sovvenzioni dirette e indirette alla Fiat investendo nella difesa del territorio, nella tutela del paesaggio, nella promozione dei beni culturali e ambientali, nella produzione di risorse primarie di qualità.

Secondo l’associazione di volontariato fiorentina Idra il governo deve cogliere con tempestività il segnale che proviene dalla crisi della più grande industria nazionale, la FIAT, alle cui esigenze è stato piegato nel secondo dopoguerra l’intero modello di sviluppo economico del Paese. E’ quanto mai urgente iniziare a imboccare la strada di una riconversione strategica dell’economia che faccia perno sui valori endogeni del Paese e sulle esigenze di riqualificazione di un territorio che la politica infrastrutturale ispirata da potenti lobbies industriali ha contribuito negli ultimi decenni a dequalificare e a sfigurare, senza autentico vantaggio per la collettività. Se il governo non saprà cogliere questa opportunità, che appare essere al tempo stesso una inderogabile esigenza, la crisi del settore auto potrà trascinarsi dietro il declino generale delle potenzialità economiche nazionali, con effetti ancor più devastanti di quelli attualmente in evidenza.

Una delle prime indicazioni che provengono dalla crisi di credibilità del modello di sviluppo automobilistico-autostradale è quella di riconsiderare le scelte di potenziamento del trasporto su gomma già approvate o in via di definizione: fra queste, la Variante di valico, la terza corsia autostradale intorno a Firenze, il ponte sullo stretto di Messina.

E’ urgente far cessare l’immensa spesa pubblica convogliata nel buco nero dell’Alta Velocità e delle nuove "grandi opere", e investire invece il necessario in interventi di ammodernamento e potenziamento capillare della rete ferroviaria, che realizzino in tempi brevi e con procedure di scelta trasparenti l’adeguamento tecnologico e l’ottimizzazione delle tratte esistenti, la costruzione di infrastrutture ferroviarie decenti nel Sud e nelle isole, nuovi binari – dove necessari - per il trasporto delle merci, servizi efficienti di trasporto su rotaia nelle aree metropolitane. La spesa pubblica che oggi si traduce in sovvenzioni dirette o indirette all’industria del trasporto su gomma e alla sua consorella TAV (dove la FIAT è anche general contractor sulla "tratta d’oro" Bologna Firenze, i cui costi sono lievitati esponenzialmente, da 2.150 a 8.250 miliardi di vecchie lire) può e deve essere primariamente riorientata a scopi produttivi consoni con le vocazioni territoriali e culturali del Paese: la difesa idrogeologica, la tutela del paesaggio, la valorizzazione dei beni ambientali e culturali, la selvicoltura, l’agricoltura e la zootecnia di qualità. In questi ambiti l’intervento dello Stato è in grado secondo Idra di assicurare nuova occupazione estesa, stabile e socialmente utile, equamente distribuita sul territorio, qualificata e qualificante, e di innescare ‘circoli virtuosi’ a livello imprenditoriale che permettano a tutte le regioni del Bel Paese di valorizzare le proprie potenzialità.

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