Associazione di volontariato Idra

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16.8.'00

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

 

SI FA ANCORA MERCATO DELL'AMBIENTE?

 

Leggiamo su La Nazione del 14 agosto che il presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini chiede per il Mugello un museo di respiro, un museo importante, "un'opera in grado di identificare il Mugello". E che per finanziarlo propone di ricorrere alla TAV, novella gallina (pubblica) dalle uova d'oro.

Appare preoccupante che a questo punto della vicenda Alta Velocità un alfiere così autorevole degli interessi del Mugello chieda da queste parti ancora denari proprio a TAV, fonte di tanti disagi, per ottenere contropartite questa volta 'culturali' che di nuovo niente hanno a che fare coi treni, e meno che mai coi supertreni che il Mugello lo salteranno sotto terra a 300 km all'ora. O forse Riccardo Nencini pensa di proporre una fermata TAV "Trebbio" o "Cafaggiolo"?. Dov'era il presidente Nencini quando, il 26 luglio scorso, si è dibattuto proprio di Alta Velocità in Regione nell'organo da lui presieduto, e tanti consiglieri sia di maggioranza che di opposizione hanno stigmatizzato quel "mercato delle vacche" che accompagnò la firma frettolosa degli accordi in conferenza di servizi nel luglio del '95? La stessa classe politica che ha forzato 5 anni fa la chiusura di quella conferenza di servizi con progetti tutt'altro che esecutivi, in cambio dei quali si accettarono contropartite di opportunità o credibilità assai dubbie, sta ormai ammettendo - per quanto tardivamente - l'irrazionalità di quelle scelte e di quella impostazione.

Non ricorda Riccardo Nencini che i soldi TAV sono comunque risorse pubbliche, e che sarebbe quindi tanto più limpido, ovvio e saggio bussare, per strutture museali, alla porta dei Beni Culturali piuttosto che a quella delle FS, dalle quali ci sono invece tante altre cose urgenti da esigere, e in primo luogo una ferrovia Faentina decente?

Il vero guaio è che con la cantierizzazione per l'Alta Velocità (e con quella per le prossime venture varianti e bretelle autostradali) si sta costruendo sì un museo in Mugello, ma degli orrori: una rassegna esemplare di ferite e brutture a cielo aperto, dove i veri capolavori però sono celati sotto terra, nei turni dei 'forzati' dei cantieri e negli sconquassi delle falde. E' lì che TAV dovrebbe intervenire, mettendo in sicurezza i lavori e l'opera, risarcendo i danni all'ambiente e alle persone, e soprattutto fermando le macchine su tutta la tratta finché non sarà stato dimostrato che questi danni non rischiano di risultare irreversibili.

Quanto alle mega-sorgenti annunciate, fanno venire in mente quelle perdute: chi paga il conto economico ed ecologico dell'acqua buttata via inquinata nella valle della Badia di Moscheta al ritmo di 70 litri al secondo, che fa più di 4000 litri al minuto, e cioè più di due terzi del fabbisogno - leggiamo - di Borgo San Lorenzo, Scarperia e frazioni? Come può ancora qualcuno sostenere (La Nazione, 15 agosto) che "le crisi idriche mugellane potrebbero essere perfino benefiche, visto che potrà farsi fare gratis, grazie all'Alta Velocità, tubature, acquedotti e impianti per mezzo Mugello"? In natura non si danno pasti gratis, scriveva Barry Commoner molti anni fa. E in Mugello meno che mai: i soldi TAV, ripetiamo, sono soldi nostri; e anche il danno.

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