Associazione di volontariato Idra
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TAV, DISASTRI NON SOLO
AMBIENTALI AL PROCESSO DI FIRENZE:
RISULTATI INQUIETANTI,
CASTA POLITICA INDIFFERENTE
Le richieste di condanna dei Pubblici Ministeri al
processo di Firenze non possono sorprendere chi abbia conoscenza dei fatti e
degli argomenti riassunti nelle loro ponderose e documentatissime requisitorie.
Il lavoro di indagine e di
approfondimento svolto dalla Procura di Firenze è stato di prima grandezza,
e ha rivelato fin nei minimi particolari
l’esistenza di un vero e proprio “sistema” perverso di approvazione, esecuzione,
monitoraggio e controllo dei progetti, eversivo dei principi di fondo del buon
senso, del buon governo, della trasparenza e della legalità.
I risultati dell’inchiesta giudiziaria e del
confronto avvenuto in Tribunale possono solo inquietare la coscienza civile del
popolo italiano. Ma non scalfiscono, apparentemente, quella della sua casta
dirigente: né a
Firenze (dove si intende scavare senza alcun serio confronto con la
popolazione un doppio tunnel di sottoattraversamento AV
ortogonale alle linee di scorrimento della falda), né in Val di Susa, né in Trentino - Alto
Adige, né in Veneto, Friuli e Venezia Giulia si
ha notizia di una rivisitazione – da parte delle autorità politiche - della
strategia di attuazione delle cosiddette grandi opere che tenga conto dei
risultati globali del processo di Firenze. Nessuna apparente resipiscenza
nella classe politica, che esprime dappertutto in Italia una irrefrenabile pulsione a dissanguare
l’economia e il futuro dei nostri figli con architetture
finanziarie autolesioniste, a disprezzare l’ecologia ignorando irresponsabilmente
i limiti dello sviluppo e delle risorse, a snobbare e mortificare le
esigenze di confronto con la società civile. Si conferma senza
tentennamenti la disinvolta frettolosità e superficialità che ha permesso in
Toscana a interessi ben diversi da quelli del bene comune di farsi legge e di
distruggere legalmente - fatto salvo l’intervento necessariamente postumo della
Magistratura - il nostro prezioso e unico territorio. Si ribadiscono quotidianamente
e senza pudore il postulato “s’ha da
fare” e il metodo “fai-da-te”, che l’attuale classe politica sembra anteporre
trasversalmente ai princìpi democratici dell’informazione, della consultazione,
del dibattito pubblico, della partecipazione alle scelte.
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