Associazione di volontariato Idra
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TAV e
geologia: è divorzio!
Paradossale: le istituzioni locali toscane
nominano ma ignorano gli esperti di ambiente chiamati a tenere sotto
osservazione la “grande opera”.
Prima, vengono nominati e assegnati a incarichi delicati
di controllo e di monitoraggio. Poi, vengono dimenticati per strada... Parliamo
ancora una volta degli esperti dell’OAL, l’Osservatorio Ambientale Locale del
Mugello, l’unico a non deludere le aspettative
nell’universo grigio della cantierizzazione per l’Alta Velocità in Toscana.
L’OAL funziona... lo si ignora! Un caso? Forse. O c’è dell’altro? Comunque
preoccupa: altro denaro pubblico che se
ne va senza ritorno, competenze di livello elevato che di fatto vengono usate e
gettate. Questa la conclusione a cui sembra di non poter fare a meno di
giungere leggendo l’ultima relazione delle attività dell’Osservatorio
(settembre 2006 – febbraio 2007).
Tutta l’Italia conosce,
dopo il coraggioso servizio di Alessandro Sortino
delle Iene lo scorso 24 ottobre su Italia 1, la vicenda della galleria Firenzuola,
detta anche il “cantiere infinito” o “tunnel dei misteri”: boati improvvisi, effetto terremoto a opera già ultimata, mesi e mesi
di nuovi lavori a partire da febbraio 2005, seri dubbi sulla qualità della progettazione e dell’esecuzione. I
costruttori hanno dovuto provvedere - e non proprio alla chetichella - a demolire
e a rifare daccapo calotte a archi rovesci prima ancora di poggiare i binari
(ancora oggi non ci sono). A novembre 2006 l’associazione Idra denunciò il rischio che potesse non trattarsi di un caso
isolato. Altre due gallerie TAV nella
contigua area dei Crocioni a Scarperia suggerivano infatti la presenza di
criticità analoghe: “Con l’occhio
alla carta del territorio – scrisse il 23
novembre il portavoce di Idra al
presidente della Giunta regionale toscana Claudio Martini, convinto fautore
della TAV - esse meriterebbero a nostro avviso una ricognizione, considerato sia il
contesto geologico, del tutto noto e ben documentato, sia le condizioni
informative che circondano gli esiti della cantierizzazione TAV, non
altrettanto trasparenti. Ci riferiamo alle gallerie dette di “Morticine” e di
“Borgo Rinzelli”, che giacciono su un substrato argilloso di origine lacustre
assolutamente paragonabile a quello su cui si sono verificati i casi di
cedimento del rivestimento definitivo che – dal febbraio 2005 – stanno
costringendo i costruttori a demolire e ad armare tratti progressivamente
sempre più estesi della galleria Firenzuola. Vista l’analogia fra i substrati,
siamo indotti a temere che anche a Morticine e/o a Borgo Rinzelli possano
manifestarsi sintomi di cedimento”. Cinque giorni dopo, l’autorevole conferma per bocca
del direttore generale della TAV Andrea Salemme: le “lesioni del rivestimento del calcestruzzo” interessano anche le
gallerie di Morticine e Borgo Rinzelli. I lavori, aggiunse, “finiranno entro la fine dell’anno.
Complessivamente sono circa due km che
hanno subito queste lesioni per un comportamento del terreno diverso da
quello che era stato previsto in fase di progettazione e di realizzazione”.
Adesso si apprende che in quegli stessi giorni, il 22
novembre 2006 per l’esattezza, i tre docenti universitari che assicurano il
buon funzionamento del Comitato tecnico scientifico dell’OAL scrivevano sullo
stesso argomento (testo del documento in calce) ai loro referenti
istituzionali: il rappresentante della Regione Toscana nell’Osservatorio
Ambientale Nazionale, il presidente della Comunità montana del Mugello, il
sindaco del Comune di Scarperia, nel cui territorio si gioca questa pesante partita
ambientale e – temiamo – erariale. Evidenziavano quanto sia rischioso – e non solo per l’ambiente
esterno – l’attraversamento della delicata area dei Crocioni da parte di
un’infrastruttura pesante e al tempo stesso vulnerabile come la TAV. Ma
soprattutto segnalavano, oltre alla secolare
attenzione di cui sono stati fatti oggetto quei luoghi (“non è per caso che l’area dei Crocioni è
stata da sempre disabitata”), la “nutrita letteratura scientifica”
esistente al riguardo, i tempestivi “commenti critici” formulati dalla
Commissione tecnica della Comunità montana interpellata prima dell’approvazione del progetto TAV,
i pareri dettagliati forniti
dall’Osservatorio Ambientale stesso anche in corso d’opera. Preso atto che
nessuno di questi pre-allarmi è valso a suggerire la necessaria cautela nel
progettare e nel costruire l’infrastruttura ferroviaria più cara d’Europa e
probabilmente del mondo, il documento firmato dai tre accademici fiorentini
responsabili dell’OAL così si concludeva: “Allo
scopo di chiarire in quale contesto progettuale si collochi la tratta in
questione, che attraversa pendici già note per una dinamica geomorfologica
particolarmente attiva, lo scrivente Osservatorio richiede agli Enti in
indirizzo che si facciano promotori, presso i vari soggetti responsabili a
vario titolo della realizzazione della linea ferroviaria AV (TAV, Italferr,
CAVET, ecc.) e per il tramite dell’Osservatorio Ambientale Nazionale, di una
iniziativa volta a conoscere quali criteri costruttivi siano stati adottati
per garantire la stabilità dei versanti attraversati nell’area dei Crocioni di
Scarperia, e quali sistemi di monitoraggio siano stati posti in opera per
prevenire eventuali situazioni di pericolo”.
Sarebbe già questa una notizia degna di rilievo. Superata
tuttavia dall’altra, non meno preoccupante, che nessun riscontro è pervenuto a quel qualificato Osservatorio
istituzionale – dopo oltre quattro mesi – da nessuna delle istituzioni
interpellate! Un caso? Una fatalità?
sui
lavori per l’Alta Velocità ferroviaria
Al Rappresentante della Regione Toscana
nell’Osservatorio Ambientale Alta Velocità
dr. Stefano Mirri
Regione Toscana - Dip.to Politiche Territoriali e
Ambientali
Via di Novoli
26 - Palazzo B – piano 5°
50127
FIRENZE
Al
Presidente della Comunità Montana del Mugello
Al Sindaco
del Comune di Scarperia
Via dei
Bastioni
50038
SCARPERIA
Oggetto: Sistema Alta Velocità Milano-Napoli – tratta Bologna-Firenze. Richiesta
di informazioni circa le caratteristiche costruttive e dei sistemi di
monitoraggio posti in essere, o meno, relativi al tratto di ferrovia AV compresa
fra l’imbocco Nord della galleria Morticine e l’imbocco Sud della galleria
Borgo Rinzelli, in Comune di Scarperia.
Il rifacimento del tratto di galleria “Firenzuola” che
attraversa i sedimenti dell’antico bacino lacustre del Mugello, risultato soggetto
a deformazioni del fornice, e la notizia, non ufficialmente confermata, di
analoghi fenomeni che interesserebbero anche le due brevi gallerie di Morticine
e Borgo Rinzelli nell’area dei Crocioni di Scarperia, hanno indotto il Comitato
Tecnico Scientifico di questo Osservatorio a esaminare ancora una volta le
condizioni di stabilità di quel tratto di territorio mugellano compreso nel
bacino idrografico del Fosso Mirabello (foto 1).
Il tipico paesaggio
dell’area dei Crocioni è stato oggetto, in passato, di approfonditi studi, non
tanto sotto l’aspetto naturalistico, quanto per quello più strettamente
agronomico-ingegneristico.
Nell’area dei
Crocioni, in un piccolo bacino idrografico adiacente a quello interessato
dall’attraversamento dell’AV, l’Istituto Sperimentale per lo Studio e la Difesa
del Suolo (Ministero delle Politiche Agricole e Forestali) ha avviato, fin
dagli anni ’60, una sperimentazione in campo sul comportamento di quei suoli
agli effetti sia dell’erosione idrica superficiale, sia dei movimenti di massa,
fenomeni che, se non opportunamente controllati, rischiavano di comprometterne
l’uso agricolo.
Non è per caso che
l’area dei Crocioni è stata da sempre disabitata: l’instabilità dei versanti
non ha mai consentito lo sviluppo di insediamenti permanenti; gli unici
fabbricati sono sorti in corrispondenza di esigui lembi di antiche superfici
alluvionali terrazzate che coprono sporadicamente le cosiddette “argille
azzurre” lacustri. Su questo particolare
ambiente e sul comportamento geomorfologico e geotecnico dei substrati e dei
suoli che su essi si sviluppano, esiste una nutrita letteratura scientifica,
quasi interamente pubblicata sugli Annali dell’Istituto prima ricordato e sugli
Atti di numerosi congressi scientifici nazionali e internazionali.
L’attraversamento dei
Crocioni da parte della linea ferroviaria AV aveva già suscitato commenti
critici prima dell’accordo procedimentale del Luglio 1995, espressi dalla
Commissione appositamente istituita dalla Comunità Montana del Mugello e presieduta
dal prof. Manlio Marchetta (pareri del 14.12.1994 e 06-013.03.1995).
Questo Osservatorio, all’inizio della sua attività e su richiesta
dell’allora Sindaco del Comune di Scarperia (06.03.1998, pervenuta il
01.04.1998), si occupò del problema, esprimendo il parere di cui al verbale
della riunione del CTS [Comitato
Tecnico Scientifico, ndr] del 22.04.1998, del quale riportiamo il brano più
significativo:
“….. La ragione della
situazione geologica è da ricercarsi anche nel fatto che i versanti sono da
sempre soggetti a movimenti più o meno lenti, comunque tali da non consentire
la stabilità dei fabbricati. E’ ben noto che l’unica via di comunicazione che
collega Borgo san Lorenzo a scarperia passando per Senni, nell’attraversare i
Crocioni rimane soggetta a inarrestabili deformazioni, nonostante i continui
tentativi di risanamento….. omissis…… Già da un rilevamento
geomorfologico e pedologico di dettaglio della zona compresa fra la pianura
alluvionale della Sieve e Scarperia (Rodolfi
& alii, Annali ISSDS, 1978) venivano segnalate forme di accentuato
dissesto dei versanti. In una successiva ricerca, i cui risultati furono
pubblicati in un’apposita monografia (U.O. 18 del Progetto Finalizzato CNR
“Conservazione del Suolo”, Annali ISSDS, 1981) si esponevano i risultati di
un biennio di osservazioni sui movimenti di massa che stavano interessando il
versante posto appena a Ovest del tracciato. I movimenti furono registrati sia
in superficie mediante controlli periodici (topografici e fotogrammetrici) sia
in profondità, con l’ausilio di in clinometri; furono anche posti in opera dei
piezometri, per valutare eventuali relazioni fra l’andamento delle
precipitazioni (misurate da un pluviografo registratore) e la dinamica delle
acque sotterranee. Queste esperienze, alle quali si rimanda per gli opportuni
approfondimenti, accertarono che i sedimenti di cui trattasi possedevano
scadenti caratteristiche geotecniche ed elevata propensione al dissesto”.
Lo scrivente
Osservatorio è tornato ad occuparsi dell’area in questione con una nota del
22.12.03, in occasione di una segnalazione ricevuta ….. [omissis]…… circa il verificarsi, sul versante
destro del Fosso Mirabello (lo stesso attraversato dalla linea AV) di un
movimento di massa che causò lo spostamento del corso d’acqua stesso (foto
2). Durante il
sopralluogo fu accertato che la causa del movimento, classificabile come
“deformazione plastica”, risiedeva nell’appesantimento della parte bassa del
versante causato dall’accumulo del materiale inerte necessario per la
costruzione della sede ferroviaria.
La segnalazione così concludeva: “
….. La relazione di causa-effetto fra la
discarica di materiali inerti nel tratto medio-inferiore della pendice destra
del Fosso Mirabello e la progressiva deformazione, tuttora in atto, cui questo
sta andando soggetto, risulta inequivocabile”.
Ciò premesso, allo scopo di chiarire
in quale contesto progettuale si collochi la tratta in questione, che
attraversa pendici già note per una dinamica geomorfologica particolarmente
attiva, lo scrivente Osservatorio richiede agli Enti in indirizzo che si
facciano promotori, presso i vari soggetti responsabili a vario titolo della
realizzazione della linea ferroviaria AV (TAV, Italferr, CAVET, ecc.) e per il
tramite dell’Osservatorio Ambientale Nazionale, di una iniziativa volta a
conoscere quali criteri costruttivi siano stati adottati per garantire la
stabilità dei versanti attraversati nell’area dei Crocioni di Scarperia, e
quali sistemi di monitoraggio siano stati posti in opera per prevenire
eventuali situazioni di pericolo.
Cordiali saluti,
prof. Giuliano Rodolfi
prof. Mario Falciai
prof. Camillo Zanchi
Borgo San Lorenzo, 22
Novembre 2006
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Foto 1 – Il
tratto di ferrovia AV oggetto della presente richiesta, sul versante destro del
Fosso Mirabello: il tracciato, ripreso dall’imbocco Sud della galleria “Borgo
Rinzelli” verso l’imbocco Nord della galleria “Morticine”, interseca il piede
di un versante nell’area dei Crocioni, costituito dalle “argille” dell’antico
bacino lacustre del Mugello.
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Foto 2 – Le
condizioni del Fosso Mirabello in corrispondenza del tratto di linea AV allo
scoperto fra le due gallerie di Morticine e Borgo Rinzelli, riprese in data 13.12.2003.
La deformazione della parte bassa del versante, sotto la spinta del materiale
di riporto, e la conseguente deviazione del corso d’acqua, sono evidenziate
dall’anomala inclinazione della vegetazione riparia.