Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA      Firenze, 15.7.’05

 

FIRENZUOLA “MADRE DI TUTTE LE CAVE”? PERCHÉ NON PROVARE A CATTURARE ECONOMIE DIVERSE, LEGATE ALLA QUALITÀ DELLA VITA, DEL PAESAGGIO E DELL’AMBIENTE IN UN TERRITORIO COSÌ STRAORDINARIO?

DUE ORE DI DISTESO COLLOQUIO COL NUOVO SINDACO DI FIRENZUOLA CLAUDIO CORBATTI: IDRA E IL COMITATO PRO MONTE BENI SCAMBIANO INFORMAZIONI, FORMULANO PROPOSTE, METTONO IN CANTIERE UN PROTOCOLLO DI COMUNICAZIONE IN TEMPO REALE CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE.

 

 

Sono usciti soddisfatti e fiduciosi dal primo incontro col nuovo sindaco di Firenzuola Claudio Corbatti, mercoledì 13 luglio, i rappresentanti del Comitato Pro Monte Beni (Roberto Franceschi, geologo, e Giulietta Ballini) e dell’associazione di volontariato ecologista Idra (presente il portavoce Girolamo Dell’Olio). Alla prima fase del colloquio ha partecipato anche l’assessore alla Salute di Firenzuola Antonella Calamini.

Nel corso del colloquio sono stati trattati numerosissimi temi – e di tutti il sindaco ha preso nota - di interesse sia locale (messaggi di disagio e richieste di intervento provenienti da questa o quella frazione) sia regionale (impatti dei cantieri per le nuove grandi infrastrutture nazionali, progetto di bretella Firenzuola-Autosole, progetti di impianti eolici a Piancaldoli). Idra ha sottoposto a Corbatti fra le altre le segnalazioni provenienti da Sasso di Castro, dove si sono registrati danni (lo ha ammesso anche il sindaco) per il pesante impatto acustico delle mine usate per l’estrazione degli inerti. Non solo: in un sito classificato “di importanza comunitaria” le escavazioni producono frane e franette, movimenti del terreno, interruzione di viottoli e sentieri. “Luoghi protetti dall’Europa uno se li immagina in tutt’altro modo”, ha osservato Dell’Olio. E ha aggiunto una riflessione più ampia su questo territorio così straordinario: “Perché Firenzuola dev’essere la “madre di tutte le cave”? Perché continuare a proporsi come il sito estrattivo per eccellenza? Non sarebbe meglio cercare di catturare con più convinzione economie di tipo diverso? Per esempio di tipo turistico, culturale, di valorizzazione ambientale!”. Da Castelvecchio, ha fatto presente Idra, arrivano richieste di illuminazione, di ripristino delle vecchie fontane pubbliche soppresse dopo gli impatti della TAV, di un qualche spazio verde per chi desidera sostare anche solo dieci minuti nella frazione. Da San Pellegrino ci si continua a lamentare (sono anni ormai!) della scarsa o nulla presenza dei vigili urbani: senza freno, dunque, le scorribande dei camion che percorrono a pieno carico e a grande velocità la provinciale in direzione di Imola, mettendo a repentaglio la qualità acustica e la sicurezza dei cittadini le cui case si affacciano su quella arteria. Si è parlato naturalmente a lungo del “caso Monte Beni”, un ambiente (foto 1) protetto dalla legislazione europea nel quale però sono stati scaricati con estrema disinvoltura e proprio dietro la duna di sicurezza paramassi (foto 2) – senza alcuna informazione ai cittadini e persino alle autorità di controllo – i fanghi risultanti dalla lavorazione degli inerti per l’Alta Velocità. “I cittadini avvertono come angosciante il fatto di trovarsi all’improvviso di fronte a scelte già fatte, anche quando investono da vicino la loro vita quotidiana e la sua qualità”, hanno fatto notare Idra e il Comitato. “Se invece riusciremo a instaurare un rapporto di informazione cadenzato e garantista per tutti, stati d’ansia e sospetti potranno essere fugati”. Ed è qui che è stato raggiunto il risultato forse più importante dell’incontro: l’impegno, assunto dal sindaco con apparente convinzione e gradimento, a rendere operativo un rapporto efficace di informazione e di collaborazione. Nei prossimi giorni verrà messo a punto un protocollo d’intesa che mira a dare gambe a questa nuova modalità di comunicazione fra Palazzo e società civile. Sul tema del recupero ambientale del Sasso di Castro e di Monte Beni è stato chiesto inoltre al sindaco di riconvocare il gruppo di lavoro già istituito e di promuovere un consiglio comunale aperto da svolgersi nelle frazioni più interessate dagli effetti potenzialmente benefici di questo progetto europeo.

Sul tema dell’Alta Velocità Idra ha proposto a Claudio Corbatti di farsi parte attiva, insieme agli altri sindaci, affinché la TAV (i cordoni della cui borsa si stanno improvvisamente stringendo) non lasci dietro di sé ferite vive, nuovi danni ambientali e drammatici interrogativi irrisolti. Il primo dei quali riguarda gli scenari quasi apocalittici legati all’eventualità di incidenti o di atti terroristici in un tunnel mono-tubo con treni destinati a incrociarsi ad alta velocità, privo per 60 km della galleria di soccorso. Non esiste alcun documento scritto, ha ammesso il sindaco (Idra gli ha proposto di richiederlo), che presenti alle amministrazioni locali il conto economico, logistico e sanitario che deriverebbe dall’uso delle “finestre di cantiere” come zone di evacuazione, di cui pure si parla insistentemente. La costruzione del tunnel parallelo, peraltro, comporterebbe altri anni di cantierizzazione, costi ambientali e aggravi aggiuntivi sulle finanze centrali e locali. Tutte circostanze che non si può continuare a rimuovere: “Conviene che voi sindaci esigiate di sapere se questa galleria di sicurezza s’ha da fare oppure no, perché il territorio è vostro, e il documento con cui i Vigili del Fuoco bocciano la sicurezza di questi 60 km di tunnel fra Vaglia e Bologna è carta bollente. Stanno smontando i campi base: ma se poi riserviranno? Quanto a lungo potranno essere tenute aperte le ferite delle discariche in attesa che si sappia se dovranno ricevere nuovo smarino?”.

 

 

 

 

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