Associazione di volontariato Idra
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totale n. 2 pagine
COMUNICATO STAMPA
Firenze, 15.12.'00
FERMO UN ALTRO CANTIERE TAV NEL MUGELLO?
SI IGNORANO I MOTIVI PER I QUALI IL CAVET HA RESCISSO IL CONTRATTO CON L'IMPRESA ALLA QUALE ERANO STATE AFFIDATE LA COSTRUZIONE DI TRATTI DELLA GALLERIA RATICOSA E DELLA GALLERIA SCHEGGIANICO, DEL VIADOTTO DIATERNA, DELLA FINESTRA BRENZONE, E LA GESTIONE DEL DEPOSITO DI MATERIALE RIO CUCCO E DEL CAMPO INDUSTRIALE BRENZONE.
Reca il protocollo comunale del 27 novembre una lettera indirizzata all'Amministrazione Comunale di Firenzuola e a una quantità di altre autorità pubbliche (Regione, Prefettura, Provincia, Comunità Montana, Osservatorio Ambientale nazionale, Corpo Forestale, Vigili del Fuoco, ANAS, Questura, ASL, ARPAT e Comando dei Carabinieri) nella quale si comunica che, in relazione ai lavori di costruzione di un tratto della Galleria Raticosa, di un tratto della Galleria Scheggianico, del Viadotto Diaterna, della Finestra Brenzone, e la gestione del Deposito di materiale Rio Cucco e del Campo Industriale Brenzone, "CAVET con atto di risoluzione del 16/11/2000 ha rescisso il contratto" con l'impresa appaltatrice, e che a partire dal 16/11/2000 decade da parte della medesima "la responsabilità dell'esecuzione dei lavori in oggetto e della gestione di quanto sopra evidenziato".
E' la prima volta che Idra ricordi di avere avuto notizia di una rescissione dei contratti stipulati fra CAVET e imprese appaltatrici esterne.
E' successo altre volte?
Idra ha ricevuto conferma della rescissione del rapporto, e copia della lettera inviata dalla Società interessata, dal Comune di Firenzuola. Ha provveduto quindi immediatamente a chiedere ragguagli alla TAV con una nota scritta. "Abbiamo avuto conferma dal Comune di Firenzuola - ha domandato alla TAV l'associazione fiorentina - della notizia di una pausa nei lavori del cantiere TAV Brenzone. La società affidataria della costruzione della galleria avrebbe visto risolto il proprio contratto con CAVET. Chiediamo di poter conoscere i motivi dell'accaduto, anche in relazione ai possibili effetti ambientali legati alle circostanze che hanno determinato l'iniziativa di CAVET, e alle possibili conseguenze sull'ambiente per effetto dell'allungamento dei tempi di realizzazione dell'opera".
In mancanza di risposte, dopo un sollecito Idra ha appreso telefonicamente dalla sede TAV di Firenze che la TAV stessa non sarebbe stata informata del fatto, né quindi delle circostanze che hanno portato alla rescissione del contratto.
Inutilmente Idra ha cercato telefonicamente informazioni utili presso il rappresentante di Italferr (titolare della supervisione) nell'Osservatorio Ambientale nazionale: non è stato possibile reperirlo.
Idra è doppiamente preoccupata.
Da un lato viene spontaneo domandarsi quali siano le cause e le conseguenze dell'interruzione del rapporto con l'impresa appaltatrice: si tratta di divergenze finanziarie? di problemi intervenuti nella realizzazione dell'opera? di inadempienze di qualche tipo? di contrasti sulla valutazione della qualità dell'esecuzione? i lavori compiuti mettono in discussione la sicurezza e la stabilità del tratto dell'opera? in quali tempi potranno riprendere i lavori del cantiere abbandonato?
Dall'altro lato ci si chiede: come mai proprio la TAV, che amministra denaro pubblico nella costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velocità, non risulta a conoscenza della questione?
Idra sottolinea il timore che questo ulteriore ritardo nell'esecuzione di un'opera già così tartassata dagli "incidenti di percorso" possa aggravare ulteriormente l'impatto complessivo, ambientale e sociale, della TAV in Mugello. E chiede che sia fatta chiarezza a tutto tondo sui motivi e sulle conseguenze della rescissione del rapporto, qualora essi rivestano un qualsiasi interesse sotto il profilo dei costi pubblici, della sicurezza delle gallerie, dei diritti sindacali dei lavoratori, delle conseguenze ambientali, dell'impatto sociale o della durata della cantierizzazione.
In tal senso l'associazione di volontariato fiorentina chiederà dunque ragguagli all'Osservatorio Ambientale nazionale, al Ministro dell'Ambiente, al Ministro dei Trasporti, al Ministro dei Lavori Pubblici, al Ministro del Lavoro, al Ministro del Tesoro.