Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 14.4.’06
Anche la memoria storica diventa merce?
Il Mugello parte civile contro i costruttori della TAV celebrerà la
Resistenza coi soldi di chi è sotto accusa in tribunale?
Lascia
esterrefatti la scelta del Comune di
Scarperia e della Comunità Montana del Mugello di accettare il CAVET (il consorzio di grandi
imprese costruttrici del tunnel ferroviario appenninico ad Alta Velocità fra
Firenze e Bologna) fra gli sponsor della
manifestazione
storico-rievocativa che ricorderà fra il 22 e il 25 aprile la Liberazione e
le battaglie intorno alla Linea Gotica.
L’evento, intitolato “Il Raduno dei
due Gigli 2006” e organizzato col patrocinio del Comune di Firenze, vedrà in
azione veicoli storici e figuranti in uniforme, e si snoderà lungo l’intero
arco del teatro delle sanguinose operazioni belliche svoltesi 62 anni fa: da S.
Agata alla Futa a Pietramala, dal Giogo alla Colla a Palazzuolo, con un
trasferimento fino alla città di Firenze e un rientro a Scarperia via Caldine,
Polcanto e Borgo San Lorenzo. Il 25 aprile il primo appuntamento della
“colonna” è previsto a Luco di Mugello, paese-simbolo degli effetti TAV
sul territorio appenninico.
Ma come fa il
Comune di Scarperia – ci domandiamo - ad
essere parte civile proprio contro il consorzio CAVET in un processo per i giganteschi danni
ambientali provocati dai cantieri per l’Alta Velocità (contenzioso tuttora
in corso presso il Tribunale di Firenze e che prende le mosse non solo dai
danni accertati ma anche da documenti istituzionali che attestano una
progettazione frettolosa e un’esecuzione dei lavori drammaticamente inadeguata)
e al tempo stesso ad accettare (o,
chissà, magari addirittura ad aver richiesto) la beneficenza di chi ne ha devastato il territorio e le risorse, per
giunta in un’occasione dal così alto valore simbolico?
Come può il
Comune di Scarperia, che rappresenta
- o dovrebbe rappresentare, in quanto soggetto pubblico - gli interessi di
tutta la propria cittadinanza,
dimenticare quante sorgenti e corsi d’acqua sono stati colpiti dalla TAV proprio nel suo territorio? “Brilla” in
particolare la situazione paradossale di una delle sorgenti più importanti che
approvvigionavano il suo acquedotto, quella della Rocca (foto 1), colpita e
affondata proprio dai costruttori della TAV: adesso l’ex acqua di sorgente in
montagna ci arriva solo dopo essere stata raccolta a valle, disinquinata e
ripompata per mezzo di grotteschi tubi colorati, che attraversano in questo
caso il bosco del Giogo (foto 2), con l’aggiunta di elevati consumi energetici
e relativo inquinamento.
E la
Comunità Montana, che raccoglie
anche tutti gli altri Comuni del Mugello e dell’Alto Mugello impattati dalla
TAV, ha forse smarrito la memoria dei
danni ad ampio raggio e delle gravi responsabilità imputate al consorzio CAVET
nel processo in cui è essa stessa parte civile per (citiamo l’atto di
giunta n. 1 del 13.1.’06) “la reiterata
violazione di numerose norme dettate dal
decreto Ronchi in materia di gestione dei rifiuti, nonché gravi reati di
compromissione e alterazione dell’ambiente, soprattutto sotto il profilo del degradamento
in termini qualitativi delle risorse idriche del Mugello, nonché altre
fattispecie di reato anche di natura organizzata, finalizzate al traffico
illecito di rifiuti”?
“Piuttosto che il partigiano o l’alleato, la TAV
ricorda l’invasore”, scrive Idra in una nota indirizzata l’11 aprile
scorso al sindaco Sandra Galazzo e al presidente Stefano Tagliaferri. “Come quello, ha bucato le montagne e ‘segue
il proprio destino’ senza rispetto per le popolazioni e per l’ambiente. La cesura dell’Alta Velocità, in ogni caso,
assomiglia davvero a una novella Linea Gotica. Al di qua, le economie
locali umiliate, il paesaggio sfregiato, le risorse depredate. Al di là,
l’arroganza progettuale di un capitalismo ormai palesemente oligarchico e
illiberale, ben protetto da uno Stato
multipartizan e alimentato con i soldi del contribuente”.
La lettera dell’associazione ecologista si conclude
con un invito al sindaco di Scarperia e al presidente della Comunità Montana
del Mugello “a riflettere
sull’opportunità di dover ringraziare - per aver dato la possibilità di
realizzare un simile evento - una struttura alla quale entrambi dichiarano, già
col semplice comportamento processuale, di avere tanto da rimproverare! Rivedere l’atto con il quale è stata
improvvidamente arrecata questa doppia offesa, al presente e alla memoria,
sostituendolo con un provvedimento più consono alle esigenze di dignità del
territorio e della sua storia sarebbe a nostro avviso un gesto apprezzabile”.
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Foto 1 – L’ex sorgente della Rocca
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Foto 2 – L’acqua ripompata, tubi nel
bosco