Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO
STAMPA Firenze, 14.2.'04
DA MENO DI UN MESE ANCHE L’AREA DELLA EX CAVA DI
MONTE BENI FA PARTE DEL SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA.
ADESSO IL COMUNE DI FIRENZUOLA HA UN’ARMA DI TUTELA
IN PIÙ: OGNI PROGETTO CHE RIGUARDA IL SITO VA SOTTOPOSTO A VALUTAZIONE DI
INCIDENZA.
Dopo la
lettera a Idra del sindaco Renzo Mascherini nella quale il primo
cittadino di Firenzuola informa che “è stata cura
di questa Amministrazione proporre, in sede di parere espresso alla Provincia
di Firenze sulla verifica della perimetrazione dei SIC, l’inserimento della ex
cava di Montebeni (…), nella prospettiva della sua risistemazione ambientale”,
e che “risulta che tale proposta sia stata recepita in una recente
deliberazione del Consiglio Regionale”,
l’associazione di volontariato fiorentina scrive ai consiglieri e
all’Amministrazione comunale firenzuolina: “Ci sembra che sussistano
tutti i presupposti perché qualsiasi progetto di messa in sicurezza di Monte
Beni venga assoggettato a una approfondita Valutazione di Incidenza, come
prevede la normativa per i Siti di Importanza Comunitaria, e come certo è
interesse del Comune di Firenzuola, che si è opportunamente
adoperato per l’inserimento dell’ex area di cava nel perimetro di tutela”.
Secondo Idra è saggio applicare tale procedura anche al discusso
progetto di sistemazione dei fanghi di Sasso di Castro prodotti dal Consorzio
CAVET. “Se è vero infatti che il progetto è stato approvato quando ancora
l’area su cui esso insiste non risultava all’interno del SIC, è certo che i
vincoli posti dalla normativa europea non possono che rafforzare la prospettiva
di una efficace risistemazione ambientale, nella prospettiva che correttamente
l’Amministrazione ha inteso adottare con la proposta di nuova perimetrazione.
La Valutazione di Incidenza appare peraltro tanto più opportuna e urgente –
scrive il portavoce di Idra nella missiva, indirizzata per conoscenza
anche all’assessore all’Ambiente e agli uffici competenti della Regione Toscana
- alla luce dei contenuti del pronunciamento tecnico dell’ARPAT sulla natura
dei fanghi provenienti dall’impianto di lavaggio CAVET degli inerti del Sasso
di Castro (classificati come “rifiuti”) e sulla loro qualità ambientale. Per
quanto a noi risulta, appaiono peraltro ancora parziali e insufficienti i dati
conoscitivi sulle interazioni fra i materiali di cui è stata progettata o
attuata l’allocazione, il substrato, le falde acquifere e l’habitat naturale”.
Idra scrive infine di augurarsi che le proposte da essa formulate al Sindaco e al Consiglio
comunale straordinario in seduta aperta il 26 gennaio scorso siano tenute in
considerazione:
·
la rimozione dei fanghi in tempi
certi e adeguati, senza oneri per la collettività;
·
la convocazione del Gruppo di Lavoro per riambientalizzazione di Monte Beni;
·
l’adozione, da parte del Consiglio comunale e della Giunta
comunale di Firenzuola, di atti formali che pongano Monte Beni
categoricamente e definitivamente al riparo da qualsiasi minaccia di
allocazione di materiali impropri;
·
l’adozione, per il ripristino
ambientale di un sito così gravemente compromesso, di una procedura
tecnicamente e democraticamente controllata, con l’utilizzazione delle
competenze scientifiche già disponibili, come quelle dell’Osservatorio
Ambientale Locale;
·
il coinvolgimento del Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale dell’Università di Firenze, al quale potrebbe essere commissionato uno studio ed
eventualmente proposta una convenzione che permetta di esprimere un’ipotesi di
intervento e di gestione;
·
la promozione di un concorso di
idee al quale partecipino tutte le competenze presenti sul territorio, così
che le scelte possano essere operate fra opzioni multiple, pubbliche e
trasparenti;
·
la convocazione di un’assemblea
pubblica nella frazione interessata (Pietramala) o di un Consiglio comunale
decentrato presso quella stessa frazione, in seduta aperta, affinché
qualsiasi ipotesi di intervento diverso da quello della rimozione dei fanghi
sia tempestivamente comunicata e sottoposta al vaglio della popolazione
interessata;
·
l’ammissione di una
rappresentanza dei cittadini e dell’associazione, in veste di uditori, agli
incontri istituzionali che si tengono presso la Regione Toscana sulla
questione del ripristino ambientale di Monte Beni.
A
quest’ultimo proposito, l’associazione chiede di
poter conoscere i motivi per cui la richiesta non è stata apparentemente
accolta, a oggi: non risulta pervenuto infatti nessun invito a partecipare alla
seconda riunione svoltasi su Monte Beni presso la Regione Toscana.