Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA 14.2.’02

 

TOMBE ETRUSCHE DELLA MULA E DELLA MONTAGNOLA A QUINTO FIORENTINO: IMPOSSIBILE SENTIRSI TRANQUILLI, MENTRE L’ALTA VELOCITÀ INCALZA.

DOPO L’APPARENTE ESCLUSIONE DEL GEOLOGO DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA TOSCANA DAL PROSEGUIMENTO DELLE ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA, IDRA INDIRIZZA UN S.O.S. AL NUOVO PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO AMBIENTALE NAZIONALE BRUNO AGRICOLA E AL MINISTRO PER I BENI CULTURALI GIULIANO URBANI.

 

Membri dell’Associazione di volontariato Idra, insieme al prof. Gennaro Tampone, studioso delle architetture etrusche di Quinto Fiorentino e docente dell'Università di Firenze, hanno visitato di nuovo dopo due anni le architetture più antiche di Firenze, le tombe etrusche della Montagnola e della Mula a Quinto Fiorentino.

Non sono mancate le sorprese.

Alla Montagnola, per quanto è stato possibile verificare, non si sarebbe provveduto ad alcun tipo di trattamento all'apparato radicale dei due grandi alberi tagliati anni fa, con le vecchie radici ormai secche, che sono diventate potenziali vie d'acqua e possibili responsabili, in caso di piogge abbondanti, di infiltrazioni anche consistenti all'interno della struttura ("La tomba etrusca finisce a mollo", La Nazione, 11.1.’01). Ma già l'ex Soprintendente Archeologico della Toscana Francesco Nicosia (Il Corriere della Sera, 23.4.’00), e gli stessi ingegneri di Fiat Engineering Giovanni Vallino e Silvio Garavoglia (La Nazione, 5.10.’00), avevano pubblicamente espresso notevole preoccupazione per la stabilità di questa stupefacente testimonianza del passato.

E’ stato comunque suggerito dall’associazione Idra di provvedere a rilevazioni che permettano di evidenziare eventuali movimenti relativi di parti dell'edificio rispetto ad altre oltre a quelle in corso relative ai dissesti.

E’ stato inoltre accertato che la lastra di vetro sistemata a protezione dell’intonaco originale del pilastro centrale della camera, di estrema importanza in quanto reca iscrizioni etrusche, non è stata ancora sistemata in maniera corretta: infatti esso è troppo vicino alla parete, crea condensa che viene poi assorbita dall’intonaco che si intendeva preservare.

Ricordiamo che a tutt'oggi non è stato possibile né a noi, né ai nostri esperti, esaminare i dati dei monitoraggi della falda sottostante la tomba etrusca, iniziati il 14.12.’00, assai tardivamente rispetto ai lavori della ferrovia veloce, e solo dopo pressanti insistenze da parte della nostra Associazione, che chiese e ottenne con qualche fatica dalla Soprintendenza il coinvolgimento del suo geologo nelle attività di sorveglianza ai lavori TAV. Già il 10.11.’00 il dott. Pasquino Pallecchi, appunto, geologo della Soprintendenza, con una propria relazione al Soprintendente dott. Angelo Bottini chiedeva urgentemente il monitoraggio continuo della falda sottostante le due tombe in quanto eventuali variazioni dell’altezza della falda, provocando variazioni della consistenza e portanza del terreno, provocherebbero cedimenti fondali che comprometterebbero gravemente la stabilità delle strutture archeologiche, cioè dello stesso tumulo e della tomba al suo interno. E evidenziando l’ancor più marcata vulnerabilità - sotto il profilo idrogeologico - della tomba della Mula. Ebbene, proprio la Mula resta tuttora immersa nel suo letargo più profondo: non è stato possibile accertare alcun tipo di intervento da parte della Soprintendenza o di Fiat Engineering, né all'interno della struttura né all'esterno. Non solo. Per quanto è stato possibile apprendere dall’ispettrice Carlotta Cianferoni, proprio il dott. Pasquino Pallecchi, geologo della Soprintendenza, non risulta aver ricevuto alcun proseguimento di incarico nelle attività di sorveglianza idrogeologica della cantierizzazione TAV. Nessuno dei dati dei monitoraggi idrogeologici apparentemente attivati intorno alla tomba della Montagnola (ma non a quella della Mula) dopo le insistenze di Idra risulta essere stato messo a sua disposizione.

Ci sembra inammissibile che i dati dei monitoraggi idrogeologici dei monumenti più antichi di Firenze non siano immediatamente analizzati e valutati dagli esperti dell’organo istituzionale di controllo, ovvero la Soprintendenza Archeologica della Toscana. E che anche alle associazioni di cittadini come Idra risulti così difficile ottenerli. Di quale trasparenza si può credibilmente parlare!?

Lo scorso 11 febbraio il nuovo presidente dell'Osservatorio Ambientale nazionale ing. Bruno Agricola, con il quale Idra ha avuto modo d'incontrarsi lo scorso settembre a Roma presso il Ministero dell’Ambiente a al quale ha lasciato una sostanziosa documentazione sui danni ambientali già provocati dal progetto Alta Velocità, è intervenuto a un "Seminario d’informazione sulla tutela delle risorse idriche nella montagna mugellana in relazione ai lavori dell’Alta velocità ferroviaria", a Borgo S. Lorenzo. Un incontro pubblico che ha visto la partecipazione di numerosi esponenti degli Enti istituzionali, professori universitari, consulenti, tecnici. Idra auspica che l’Osservatorio Ambientale possa dedicare un po’ del suo tempo anche a Sesto Fiorentino, dove l’emergenza archeologica non appare sufficientemente considerata, e dove l’Osservatorio Ambientale locale appare privo quanto meno di una gamba (quella dello sportello al pubblico di consulenza e di pronto intervento, efficacemente attivo da anni in Mugello), e non adeguatamente potenziato in relazione alle sostanziose esigenze aggiuntive che derivano dall’estensione delle sue competenze al delicatissimo progetto di sottoattraversamento del Monte Morello, di interferenza con l’area archeologica di Quinto e di cantierizzazione urbana prolungata nel pieno dell’area metropolitana fiorentina. Ci auguriamo che l’ing. Bruno Agricola visiti quanto prima (Idra è a sua disposizione per accompagnarlo) le due importantissime testimonianze storiche della Mula e della Montagnola, nonché l’intera area collinare fin qui inutilmente vincolata (Parco territoriale di Monte Morello, Sito di Importanza Comunitaria). In un siffatto contesto ambientale appaiono infatti particolarmente elevate le responsabilità che il suo mandato gli conferisce nei confronti delle generazioni future, e del loro diritto all’ambiente ai beni culturali: chi apprezzerebbe che avessero a ripetersi i disastri ambientali irreversibili già ampiamente accertati in Mugello e in Alto Mugello?

Della preoccupante situazione dei monitoraggi e dei controlli nell’insediamento archeologico di Quinto Fiorentino Idra scriverà anche al ministro per i Beni Culturali Giuliano Urbani, chiedendogli un intervento urgente di salvaguardia.

 

info ( 055.233.76.65, 055.44.91.309 e-mail idrafir@tin.it

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