Associazione di volontariato Idra
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totale n. 2 pagine
COMUNICATO STAMPA
Firenze, 14.12.'00
RISCHIO TAV PER I MONUMENTI
PIÙ ANTICHI DI FIRENZE:
ARRIVA UNA CONFERMA ISTITUZIONALE
AL MASSIMO LIVELLO.
Ci sono voluti mesi e mesi di richieste e di proteste prima che del problema fosse investito il geologo del più alto organo di tutela dell'area archeologica di Quinto Fiorentino, che ospita le architetture più antiche di Firenze, le tombe monumentali etrusche a tholos della Mula e della Montagnola. Ma alla fine Idra ce l'ha fatta. E adesso si possono leggere nella relazione del geologo della Soprintendenza Archeologica della Toscana Pasquino Pallecchi le stesse identiche preoccupazioni che l'associazione di volontariato fiorentina agita da anni ai quattro venti, da prima ancora che fosse definitivamente assunta l'assurda decisione di far passare la galleria dell'Alta Velocità ferroviaria, e in aggiunta la galleria di soccorso, proprio fra le due tombe, dopo una curva a 90° tutto meno che "veloce".
Vediamo cosa scrive il dott. Pallecchi al Soprintendente toscano Angelo Bottini.
"Non si può escludere che, a seguito della costruzione delle gallerie, si possano verificare variazioni nella profondità del livello della falda acquifera con relative variazioni della consistenza del terreno di fondazione delle tombe. Tali variazioni metterebbero a rischio l'integrità delle strutture archeologiche".
La relazione porta la data del 10 novembre.
Già dal mese precedente Idra aveva lanciato un allarme specifico: il rischio che i lavori di scavo TAV in corso da mesi in prossimità del Nido Alice, a poche decine di metri dalla Montagnola, potessero intaccare gli equilibri della falda. E aveva denunciato l'assenza sia di uno studio idrogeologico di dettaglio dell'area, sia di un sistema di monitoraggio che potesse testimoniare le eventuali variazioni nei livelli della falda. L'ispettrice di zona aveva promesso, il 13 settembre scorso, l'interessamento del geologo della Soprintendenza: i risultati sarebbero stati comunicati entro brevissimo tempo all'associazione ambientalista. In realtà la relazione del dott. Pallecchi, che porta la data del 10 novembre, è stata acquisita da Idra solo l'11 dicembre.
"Sulla base di quanto sopra, scrive il geologo della Soprintendenza Archeologica, risulta quindi necessario attivare un monitoraggio continuo della falda nell'immediata vicinanza di ciascuna delle due tombe mediante l'installazione di piezometri appositamente posizionati. Il controllo della falda dovrà essere completata con controlli di precisione di quote di riferimento poste sulle strutture. Il monitoraggio permetterà di poter realizzare opportuni interventi di salvaguardia nel caso in cui si verificassero variazioni delle caratteristiche geotecniche del terreno tali da prevedere un danneggiamento strutturale dei tumuli".
Come mai, ci domandiamo, è stato necessario l'interessamento di una associazione di volontariato composta da semplici cittadini, non da tecnici, per ottenere ciò che il semplice buon senso avrebbe dovuto dettare? Perché solo adesso, a "cuore aperto", si provvede da parte della Soprintendenza a chiedere ciò che sarebbe stato opportuno esigere prima dell'inizio dei lavori? Si può parlare di procedure serie di monitoraggio a lavori già iniziati?
Ma ci sono anche altri fronti di rischio che il geologo sottolinea:
"Non sono altresì da escludere possibili sollecitazioni e vibrazioni prodotte dalla vicina attività di cantiere e successivamente dalla linea ferroviaria. Tali sollecitazioni potrebbero risultare dannose per l'integrità della struttura e in particolare per quei materiali che si trovano già in un precario stato di conservazione.
Si ravvede, anche in questo caso, la necessità di un apposito monitoraggio che riesca ad individuare i parametri dinamici che caratterizzano il comportamento dei due tumuli e l'identificazione di una soglia di sicurezza che permetta di intervenire nel caso in cui le sollecitazioni misurate raggiungano valori critici per la conservazione dei monumenti".
Sorgono spontanee alcune domande:
Si torna, con questi interrogativi, al dubbio primordiale, alla perplessità di base che ha sempre spinto Idra ad avversare il tracciato TAV approvato congiuntamente dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana, dal Comune di Sesto Fiorentino e dalla Regione Toscana: che senso ha mettere a repentaglio i monumenti più antichi di Firenze in un'area integralmente archeologica, dove il tracciato è sottoposto a una flessione di ben 90 gradi, del tutto incongrua con le pretese caratteristiche 'veloci' della linea TAV? che senso ha mettere a repentaglio la stessa costruzione dell'opera, o il suo esercizio, dato che in qualsiasi momento può emergere una "sensibilità ambientale" o "storico-architettonica" che renda inaccettabile il passaggio prima degli escavatori e poi dei supertreni? faremo forse perdere ai treni superveloci, a Quinto Fiorentino, metà del tempo che potranno risparmiare fra Firenze e Bologna dopo aver sventrato l'Appennino, seccato le sorgenti e prosciugato le casse dello Stato? Non si riesce a trovare una linearità nel ragionamento di chi ha approvato questo tracciato. Ma soprattutto non si riescono a trovare motivi di affidabilità, né garanzie di capacità di tutela, negli organismi pubblici deputati alla salvaguardia del patrimonio culturale. Nessuna risposta è mai pervenuta dal ministro Giovanna Melandri ai ripetuti appelli firmati da Idra e da autorevoli esponenti della cultura come Alessandro PARRONCHI, Marco CHIARINI, Anna Maria PETRIOLI TOFANI, Fosco MARAINI, Gennaro TAMPONE, Susanna RAGIONIERI. Mentre la Soprintendenza Archeologica Toscana ha fornito il proprio consenso all'opera TAV, nel luglio del '98, ancor prima che fossero realizzati i sondaggi che ne attestassero la compatibilità!
DOVREMO FORSE CHIEDERE A UN GARANTE INGLESE O STATUNITENSE DI PROTEGGERE LA STORIA DELLA CULTURA DALLA SUPERFICIALITÀ DEGLI ITALIANI? IDRA LANCIA UN APPELLO ALL'OPINIONE PUBBLICA INTERNAZIONALE, E ALLE RAPPRESENTANZE INTELLETTUALI ESTERE A FIRENZE: AIUTATECI A SALVARE DALLA TAV UNA CITTÀ CHE APPARTIENE ANCHE A VOI!