Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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e-mail: idrafir@tin.it; internet: www.dadacasa.com/idra; www.comune.firenze.it (spazio Associazioni)

 

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 13.4.'01

 

LETTERA APERTA AL CARDINALE DI FIRENZE MONS. ENNIO ANTONELLI:

UN ANNO FA L'OMELIA DI PASQUA DELL'ARCIVESCOVO SILVANO PIOVANELLI

IN DIFESA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI DELLA TAV.

MA NIENTE È CAMBIATO, ANZI! "INTERVENGA ANCHE LEI!"

 

Indirizza una lettera aperta al nuovo cardinale di Firenze mons. Ennio Antonelli l'associazione di volontariato Idra, per "il primo anniversario di un'omelia che i "dannati della terra" del XXI secolo in Toscana, i minatori del tunnel dell'Alta Velocità ferroviaria, ricordano con particolare emozione".

L'associazione che da anni si batte per il ritorno della legalità e della democrazia nei rapporti fra datori di lavoro e maestranze nei cantieri TAV cita un passaggio dell'omelia della scorsa Pasqua: "La Chiesa si trova oggi di fronte al compito immane di portare un accento umano e cristiano alla civiltà moderna. La Chiesa volentieri alza la propria voce, sapendo che la stessa civiltà lo domanda e quasi lo invoca per i suoi sviluppi positivi e per la sua stessa esistenza".

Ma nonostante l'autorevole intervento del cardinale Silvano Piovanelli, "niente è cambiato da allora purtroppo. Anzi. Le ultime relazioni dei responsabili pubblici della salute parlano di gas inquinanti presenti nel tunnel TAV, e persino di aria insufficiente da respirare a disposizione dei lavoratori". E attorno al lavoratore che fu promotore dell'appello delle mogli dei minatori all'Arcivescovo di Firenze "è stata elevata una cortina di silenzi eloquenti, o di esplicita censura. Al punto che egli medita di abbandonare il proprio posto di lavoro e il delicato ruolo di rappresentanza finora ricoperto".

Secondo Idra, "il contesto sociale e culturale nel quale sono costretti a vivere i lavoratori della TAV è assai più difficile e assai meno libero del nostro: il ricatto occupazionale è fortissimo, e ha spesso il sopravvento sull'esigenza pur sacrosanta di rivendicare a voce alta il diritto alla salute, alla sicurezza, alla dignità della persona umana. Ecco perché, se qualcuno di loro arriva ad avere il coraggio di parlare, ci sembra giusto non lasciar cadere la sua voce nel vuoto".

Così l'associazione fiorentina chiede al nuovo arcivescovo di intervenire, prima che sia troppo tardi. "Le chiediamo un'iniziativa a tutela dei diritti della donna e dell'uomo, della famiglia, della salute e dello spirito, della natura e delle risorse. Se ogni orizzonte etico sembra essere scomparso dalla realizzazione di quest'Opera, e dalla stessa concezione della politica e dell'economia a essa sottesa, noi proponiamo tuttavia che la voce profetica delle coscienze libere continui a levarsi".

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