Associazione di volontariato Idra
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L’ambientalismo del fare
versione Firenze... Cominciano in piena città i cantieri sul Mugnone senza
informazione e senza neppure una specifica valutazione di impatto ambientale!
Inascoltato il Difensore civico.
Come prima, più di prima, dunque: sarebbe questa la novità democratica?
Eccoli
dunque al via, i lavori: il torrente Mugnone è stato ingabbiato in queste ore, nella zona della futuribile stazione dell’Alta
Velocità (Viale Redi/Viale Corsica), giù lungo via Gordigiani e via Buonsignori
fino al campo base della tramvia (apparentemente deserto da oltre un anno), alla
confluenza col torrente Terzolle, su via Mariti. I cartelli recitano “Bonifica
da ordigni esplosivi”. Presto, dunque, comincerà anche in piena area urbana la
famosa cantierizzazione del Mugnone: quasi
tre anni di lavori (960 giorni), con riflessi indubitabili non solo
sull’ambiente fluviale ma anche sulla viabilità e sulla vivibilità, e un
importante movimento di terra e di inerti. Il tutto senza l’ombra di una specifica Valutazione di Impatto Ambientale e senza informazione. Anche
il Difensore Civico della Regione Toscana, Giorgio
Morales, è saltato sulla sedia quando – a settembre - se ne è accorto.
Idra aveva
mostrato a Morales il documento con cui il dirigente responsabile del Servizio Valutazione di Impatto
Ambientale della Regione aveva risposto il 18 maggio 2000 a un quesito posto
dal Comune di Firenze, affermando che non è necessario assoggettare agli
adempimenti previsti dalla L.R. 79/98 (Norme per l'applicazione della
valutazione di impatto ambientale) “le
opere relative alla messa in sicurezza del Torrente Mugnone previste dalla Soc.
F.S. S.p.A. nell’ambito della realizzazione degli interventi connessi con la
costruzione della nuova Stazione ad Alta Velocità di Firenze”. La Regione così argomentava: “Risulta evidente come dette opere [relative
alla messa in sicurezza del Torrente Mugnone, ndr] siano già state valutate per gli aspetti di compatibilità ambientale,
all’interno del procedimento relativo alla valutazione della stazione
ferroviaria”. Ma a
quel tempo il progetto di messa in sicurezza del Mugnone era – risulta – a uno
stadio poco più che embrionale. E tutti i cittadini sanno (anche se
necessariamente molto all’ingrosso, visto che non si è riaperta una procedura
di VIA) quanto sia stato profondamente modificato il progetto di stazione AV:
solo a dicembre 2003 si è arrivati ad approvarla nella versione definitiva
“Foster”, infatti, assai diversa dalla prima sia in termini di ubicazione e di collegamenti
(il progetto di people mover è stato
sostituito da quello di tranvia, ad esempio), sia sotto il profilo
architettonico, sia per l’impatto urbanistico.
E così il Difensore civico della
Regione Toscana è intervenuto, scrivendo lo scorso settembre al dirigente
autore di quel “lasciapassare”, definendo invece la cantierizzazione del
Mugnone “un
intervento di grande impatto”. Quanto al procedimento osservava: “Negli anni successivi i presupposti
oggettivi di valutazione sembrano essersi sostanzialmente modificati in quanto
il progetto di nuova stazione ferroviaria esaminato in quella sede era in fase
embrionale e la definitiva approvazione del progetto esecutivo pare essere non
più corrispondente a quello in tale sede esaminato. E’ stata, in effetti,
individuata una diversa ubicazione della stazione, sono stati modificati il
profilo architettonico, i collegamenti e l’impatto urbanistico
dell’infrastruttura”. Il Difensore civico ricorda che “la procedura di VIA del 1998 pare contenere solo accenni alla
necessità di eseguire opere idrauliche per la messa in sicurezza del Torrente
Mugnone, senza entrare nel dettaglio dell’impatto sul territorio di un
intervento che, a quel tempo, mancava di concreti elementi di specificazione”.
Ne consegue che “potrebbero sussistere quindi elementi concreti per valutare
l’opportunità di dar luogo ad una nuova procedura di VIA, aggiornata alla luce
del progetto definitivo di stazione ferroviaria e riferita in modo specifico ai
concreti interventi previsti per la messa in sicurezza del Torrente Mugnone”. Il dott. Morales così chiudeva la nota:
“In
riferimento a quanto sopra descritto, Le chiedo pertanto cortesemente di
illustrarmi il punto di vista della Regione con particolare richiamo alla
possibilità di attivare una nuova VIA ovvero ai motivi che consentono di
ritenere ancora valida ed attendibile la valutazione effettuata in riferimento
al precedente progetto di nuova stazione ferroviaria per l’Alta velocità”.
Da settembre sono passati quattro mesi e mezzo, e al Difensore civico
la Regione non ha fornito alcuna risposta. Ci domandiamo allora: quale
efficacia ha la sua azione a tutela del cittadino, se oggi dobbiamo costatare
come unica novità ... le transenne di cantiere?
Quanto al Difensore civico
del Comune di Firenze, Alberto Brasca, anch’egli informato da Morales e interpellato da Idra, non si è curato né di
intervenire né di rispondere all’Associazione, che gli chiedeva di adoperarsi “affinché
vengano ristabilite condizioni minimamente dignitose di trasparenza e di
informazione”.
Eppure, già nel ’99, al momento in
cui veniva approvato il progetto di sottoattraversamento e respinto quello
relativo alla stazione nella versione proposta dall’arch. Bruno Zevi e sposata
da Mario Primicerio, si avvertiva l’opportunità di un’attenzione semmai
aggiuntiva al delicato tessuto della città di Firenze, se nel verbale della
Conferenza di servizi conclusiva di quella fase della “storia infinita TAV”
(siamo al 3 marzo ’99) si legge: “La prof.ssa Maria Rosa Vittadini,
Direttore generale del Servizio V.I.A., ha espresso una raccomandazione alla
Regione affinché le opere che dovranno essere realizzate per la
riorganizzazione urbanistica delle aree cittadine interessate dall’intervento
ferroviario, in considerazione dell’impatto che le stesse avranno, vengano
sottoposte alla valutazione di impatto ambientale di competenza regionale”!
Non sarebbe stato dunque il caso di aggiornare – alla luce di tutti questi
elementi - un parere che esonera la messa in sicurezza del Mugnone dal
procedimento regionale di valutazione di impatto?
Mettiamo
tutte queste circostanze in fila e misuriamole coi nuovi slogan degli
“ambientalisti del fare”: cosa se ne ricava?
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Le transenne lungo via Buonsignori e
via Gordigiani: Mugnone in gabbia