Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA     Firenze, 13.2.'08

 

 

L’ambientalismo del fare versione Firenze... Cominciano in piena città i cantieri sul Mugnone senza informazione e senza neppure una specifica valutazione di impatto ambientale!

Inascoltato il Difensore civico.

Come prima, più di prima, dunque: sarebbe questa la novità democratica?

 

Eccoli dunque al via, i lavori: il torrente Mugnone è stato ingabbiato in queste ore, nella zona della futuribile stazione dell’Alta Velocità (Viale Redi/Viale Corsica), giù lungo via Gordigiani e via Buonsignori fino al campo base della tramvia (apparentemente deserto da oltre un anno), alla confluenza col torrente Terzolle, su via Mariti. I cartelli recitano “Bonifica da ordigni esplosivi”. Presto, dunque, comincerà anche in piena area urbana la famosa cantierizzazione del Mugnone: quasi tre anni di lavori (960 giorni), con riflessi indubitabili non solo sull’ambiente fluviale ma anche sulla viabilità e sulla vivibilità, e un importante movimento di terra e di inerti. Il tutto senza l’ombra di una specifica Valutazione di Impatto Ambientale e senza informazione. Anche il Difensore Civico della Regione Toscana, Giorgio Morales, è saltato sulla sedia quando – a settembre - se ne è accorto.

 

Idra aveva mostrato a Morales il documento con cui il dirigente responsabile del Servizio Valutazione di Impatto Ambientale della Regione aveva risposto il 18 maggio 2000 a un quesito posto dal Comune di Firenze, affermando che non è necessario assoggettare agli adempimenti previsti dalla L.R. 79/98 (Norme per l'applicazione della valutazione di impatto ambientale) “le opere relative alla messa in sicurezza del Torrente Mugnone previste dalla Soc. F.S. S.p.A. nell’ambito della realizzazione degli interventi connessi con la costruzione della nuova Stazione ad Alta Velocità di Firenze”. La Regione così argomentava: “Risulta evidente come dette opere [relative alla messa in sicurezza del Torrente Mugnone, ndr] siano già state valutate per gli aspetti di compatibilità ambientale, all’interno del procedimento relativo alla valutazione della stazione ferroviaria”. Ma a quel tempo il progetto di messa in sicurezza del Mugnone era – risulta – a uno stadio poco più che embrionale. E tutti i cittadini sanno (anche se necessariamente molto all’ingrosso, visto che non si è riaperta una procedura di VIA) quanto sia stato profondamente modificato il progetto di stazione AV: solo a dicembre 2003 si è arrivati ad approvarla nella versione definitiva “Foster”, infatti, assai diversa dalla prima sia in termini di ubicazione e di collegamenti (il progetto di people mover è stato sostituito da quello di tranvia, ad esempio), sia sotto il profilo architettonico, sia per l’impatto urbanistico.

E così il Difensore civico della Regione Toscana è intervenuto, scrivendo lo scorso settembre al dirigente autore di quel “lasciapassare”, definendo invece la cantierizzazione del Mugnone “un intervento di grande impatto”. Quanto al procedimento osservava: “Negli anni successivi i presupposti oggettivi di valutazione sembrano essersi sostanzialmente modificati in quanto il progetto di nuova stazione ferroviaria esaminato in quella sede era in fase embrionale e la definitiva approvazione del progetto esecutivo pare essere non più corrispondente a quello in tale sede esaminato. E’ stata, in effetti, individuata una diversa ubicazione della stazione, sono stati modificati il profilo architettonico, i collegamenti e l’impatto urbanistico dell’infrastruttura”. Il Difensore civico ricorda che “la procedura di VIA del 1998 pare contenere solo accenni alla necessità di eseguire opere idrauliche per la messa in sicurezza del Torrente Mugnone, senza entrare nel dettaglio dell’impatto sul territorio di un intervento che, a quel tempo, mancava di concreti elementi di specificazione”. Ne consegue che potrebbero sussistere quindi elementi concreti per valutare l’opportunità di dar luogo ad una nuova procedura di VIA, aggiornata alla luce del progetto definitivo di stazione ferroviaria e riferita in modo specifico ai concreti interventi previsti per la messa in sicurezza del Torrente Mugnone”. Il dott. Morales così chiudeva la nota: In riferimento a quanto sopra descritto, Le chiedo pertanto cortesemente di illustrarmi il punto di vista della Regione con particolare richiamo alla possibilità di attivare una nuova VIA ovvero ai motivi che consentono di ritenere ancora valida ed attendibile la valutazione effettuata in riferimento al precedente progetto di nuova stazione ferroviaria per l’Alta velocità”.

 

Da settembre sono passati quattro mesi e mezzo, e al Difensore civico la Regione non ha fornito alcuna risposta. Ci domandiamo allora: quale efficacia ha la sua azione a tutela del cittadino, se oggi dobbiamo costatare come unica novità ... le transenne di cantiere?

Quanto al Difensore civico del Comune di Firenze, Alberto Brasca, anch’egli informato da Morales e interpellato da Idra, non si è curato né di intervenire né di rispondere all’Associazione, che gli chiedeva di adoperarsi affinché vengano ristabilite condizioni minimamente dignitose di trasparenza e di informazione”.

 

Eppure, già nel ’99, al momento in cui veniva approvato il progetto di sottoattraversamento e respinto quello relativo alla stazione nella versione proposta dall’arch. Bruno Zevi e sposata da Mario Primicerio, si avvertiva l’opportunità di un’attenzione semmai aggiuntiva al delicato tessuto della città di Firenze, se nel verbale della Conferenza di servizi conclusiva di quella fase della “storia infinita TAV” (siamo al 3 marzo ’99) si legge: “La prof.ssa Maria Rosa Vittadini, Direttore generale del Servizio V.I.A., ha espresso una raccomandazione alla Regione affinché le opere che dovranno essere realizzate per la riorganizzazione urbanistica delle aree cittadine interessate dall’intervento ferroviario, in considerazione dell’impatto che le stesse avranno, vengano sottoposte alla valutazione di impatto ambientale di competenza regionale”! Non sarebbe stato dunque il caso di aggiornare – alla luce di tutti questi elementi - un parere che esonera la messa in sicurezza del Mugnone dal procedimento regionale di valutazione di impatto?

 

Mettiamo tutte queste circostanze in fila e misuriamole coi nuovi slogan degli “ambientalisti del fare”: cosa se ne ricava?

 

 

 

 

 

 

Le transenne lungo via Buonsignori e via Gordigiani: Mugnone in gabbia

 

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