Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA
Firenze, 13.12.'01PRIMO INCONTRO COL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA CLAUDIO MARTINI. PRESENTATE DA IDRA OSSERVAZIONI E PROPOSTE CONCRETE. AVVIATO DA IERI UN PERCORSO PERMANENTE DI CONFRONTO.
Non si erano mai seduti insieme attorno a un tavolo, l’associazione Idra e il presidente della Giunta regionale toscana Claudio Martini. E’ successo ieri per la prima volta a Palazzo Bastogi. Tema, le grandi infrastrutture. Con Idra, il rappresentate dei lavoratori per la sicurezza nei cantieri TAV Pietro Mirabelli, e una delegazione di Medicina democratica.
"Un incontro che getta le basi di un ragionamento da sviluppare" lo ha definito Claudio Martini, che ha ascoltato con attenzione la ricognizione di quelle che il portavoce Girolamo Dell’Olio ha definito le "responsabilità oggettive" della Regione nell’approvazione dei progetti esecutivi di Alta velocità ferroviaria, causa di tanti danni ambientali, gravi e irreversibili, nel pregiato territorio montano e vallivo fra Firenze e Bologna. "Esistono atti degli uffici tecnici della Regione, fra cui quelli del Servizio di Difesa del Suolo e del Genio Civile, che documentano come nel luglio ’95, pochi giorni prima che il progetto TAV venisse approvato in Conferenza di servizi, quegli organi avessero evidenziato nero su bianco le gravi carenze del progetto esecutivo sotto l’aspetto idrogeologico, geomorfologico e idraulico, esprimendosi al riguardo in senso negativo o interlocutorio, e lamentando il brevissimo tempo avuto a disposizione per l’esame del progetto ". Invece, ha sottolineato Idra, la presidenza Chiti nel luglio ’95 sollecitò la chiusura di quella Conferenza di servizi: oggi le conseguenze stanno sotto gli occhi di tutti.
Ci sono stati poi problemi che hanno interessato anche la parte attuativa del progetto TAV, ha riferito Idra, in particolare la gestione dei controlli. Un’abbondante documentazione comprova quanto l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale abbia dovuto per un lungo periodo contare su forze, risorse e personale non all’altezza delle esigenze. L’ARPAT ha dovuto stornare energie e personale dall’ordinaria amministrazione per tamponare i problemi derivanti dalla pessima cantierizzazione TAV, recentemente evidenziati anche dall’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze. Adesso sulle spalle dell’Agenzia gravano anche gli oneri legati all’interconnessione TAV di Sesto Fiorentino, al nodo TAV di Firenze, alle tranvie, alla Variante di Valico e alla terza corsia dell’A1. "La sofferenza di questa struttura di controllo – ha detto Dell’Olio - è parsa ad alcuni di noi quasi ‘scientifica’: se uno combina il fatto che i progetti erano arraffazzonati e i controlli sono stati insufficienti, se ne può dedurre un teorema non difficilmente dimostrabile".
Un altro problema strutturale, è stato rilevato, riguarda i cosiddetti Siti di Importanza Comunitaria: la Regione Toscana ha proposto all’Europa, in applicazione della Direttiva Habitat, la tutela speciale di alcuni estesi ambienti, dagli stagni della Pjana (all’Osmannoro, dove è localizzato il nuovo polo ferroviario) al Monte Morello, al Giogo, alla Colla di Casaglia, alla Conca di Firenzuola, a Montebeni, al Sasso di Castro: praticamente tutta la strisciata del tracciato dell’Alta Velocità coincide con un unico grande Sito di Importanza Comunitaria. "Ci domandiamo come si sia potuto far questo, e se non si possa in qualche modo tentare di operare almeno adesso una sorveglianza seria in questi ambienti, dal momento che i cantieri più critici ancora oggi sono appunto a Monte Morello (dove i lavori sono bloccati dall’ARPAT) e a Osteto, nella Conca di Firenzuola". Su questo Idra ha avanzato una proposta, legata ai rischi che derivano dalla nuova Legge Obiettivo promossa dal ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi e appena varata dal Parlamento. "Lei converrà che questa normativa introduce scenari molto foschi per i destini della tutela ambientale nel nostro Paese", hanno osservato Girolamo Dell’Olio e il geologo Aldo Cicali. "Il problema è che in Toscana è in arrivo una quantità consistente di infrastrutture. Noi chiediamo quindi alla Regione un segnale tecnico e politico preciso. La fascia di territorio interessata dai Siti di Importanza Comunitaria è tale, e i danni già verificati sono così evidenti, che appare possibile e urgente un’iniziativa di tutela esplicita. Una sorta di asse fra Regione, Ministero dell’Ambiente e Ministero dei Beni Culturali, perché si attui in tempi brevi una verifica puntuale e puntigliosa della compatibilità ambientale del prosieguo delle cantierizzazioni delle grandi infrastrutture in relazione alle esigenze di salvaguardia di siti di valore europeo. Esistono purtroppo tutte le condizioni oggettive per accreditare sotto un profilo tecnico-scientifico un’iniziativa del genere, alla quale potrebbe essere associata un’importante valenza politica generale: quella di mettere in chiaro che la Toscana non è terra di conquista, e che l’attenzione ambientale sarà altissima, in particolar modo dopo ciò che si è approvato in materia di modalità disinvolte di assunzione delle decisioni attraverso la Legge Obiettivo". In proposito, Martini ha dichiarato: "Stiamo preparando un ricorso davanti alla Corte Costituzionale avverso questa legge".
Idra ha comunicato a Martini, risultato all’oscuro della circostanza, che persino a Bologna, all’imbocco nord verso Firenze, la galleria TAV è bloccata da settimane, essendo stata rilevata un consistente presenza di gas: è quindi necessario procedere a una riclassificazione della galleria come ‘grisutosa’, e a un aggiornamento della dotazione delle strumentazioni ‘in assetto antideflagrante’.
Idra ha riferito a Martini anche sulla situazione scandalosa in cui versano le garanzie per la salute dei cittadini fiorentini nell’era delle "grandi opere". Nonostante che l’Azienda Sanitaria abbia presentato da oltre un anno un "Progetto per la sorveglianza dell’impatto sulla salute della popolazione residente a Firenze" in conseguenza della costruzione delle grandi infrastrutture di trasporto pubblico (penetrazione urbana TAV, nuova stazione AV, interventi connessi sulla viabilità e tranvia Firenze-Scandicci), non sono stati ancora reperiti neppure i pochi spiccioli (25 milioni a fronte di un’opera che costerà 2.500 miliardi pubblici!) necessari ad avviare lo studio preliminare proposto da ASL e ARPAT sulle modifiche della qualità della vita. "Si sottolinea la necessità e l’urgenza di questa fase preliminare sia per la corretta impostazione dello studio, sia al fine di avviare l’indagine prima dell’esecuzione dei lavori, in modo da poter disporre di dati confrontabili con le fasi successive", scrivevano ASL e ARPAT nella presentazione congiunta del progetto, lo scorso 12 gennaio 2001. Inutilmente. Non si potrà più fare uno studio serio della stato della salute a Firenze ante operam, a dispetto del fatto che, come scrivono ancora ASL e ARPAT, "le grandi opere in fase di avvio, caratterizzate dalla lunga durata e dalla localizzazione in un tessuto urbano già sofferente, incideranno sotto diversi aspetti sulla vita dei cittadini (aumento dei tempi di percorrenza, modifica dei percorsi e dei ritmi abituali, impatto psicologico derivante dalla presenza di lavori rilevanti in prossimità della propria abitazione, disagi legati al rumore, alla polverosità, ecc.)". I cittadini – ha osservato Idra - sono stati espropriati persino del diritto di rivalsa: come faranno a dimostrare, senza dati, l’entità dei danni subiti dagli incrementi di inquinamento e di stress? A Firenze, per giunta, i camion di cantiere scorrazzano sulla viabilità ordinaria. Il mancato controllo sulle condizioni di impiego nei cantieri e fuori comporta rischi indotti anche sul piano della sicurezza stradale (fango, polvere, velocità). Questo succede nella culla internazionale dell’arte, sui lungarni!
Idra ha chiesto inoltre a Martini informazioni aggiornate sul nodo fiorentino della TAV: tracciato, interferenze con la Fortezza da Basso, stazione AV e costi aggiornati. Martini ha promesso di fornire cifre e dati. Denunziate anche la mancata attuazione degli impegni assunti sull’esercizio della linea ferroviaria Faentina, la criticità delle cantierizzazioni per cave previste a Calenzano, e l’invasione di asfalto che ha accompagnato la costruzione dei cantieri TAV in Mugello, dove si realizzano assai più strade che ferrovia.
Infine il capitolo della politica dei trasporti della Regione. "Un piccolo scandalo del quale vorremmo arrivare a capo, ha rilevato l’associazione di volontariato fiorentina, riguarda uno studio comparato europeo, prodotto dalla Giunta regionale toscana, che definisce "politica di lusso", e dunque sperpero di denaro pubblico, la scelta di addensare sullo stesso corridoio appenninico due infrastrutture pesanti come l'Alta Velocità ferroviaria e la Variante di Valico. Le due "grandi opere" sono infatti completamente avulse l’una dall’altra (si legge in Ambiente e trasporto. Verso una riconciliazione sostenibile, Edizioni Regione Toscana, Gennaio 1997) in termini di ideazione, di progettazione, di valutazione di impatto ambientale, di costi economici, di effetti trasportistici. Ci piacerebbe conoscere il Suo parere", ha chiesto Idra a Martini, aggiungendo: "Al riguardo, Vannino Chiti non ci ha mai risposto. A noi parrebbe doveroso mandare al macero questo volume edito dalla Regione, e chiedere scusa alla comunità dopo aver speso denaro pubblico per arrivare a conclusioni di cui le decisioni adottate non sembrano aver tenuto conto. Oppure cambiare politica". Il presidente Martini, che non conosceva i particolari della pubblicazione, ha promesso di informarsi al riguardo.
Infine Martini si è impegnato a rappresentare nel mondo sindacale le esigenze espresse ancora una volta dai lavoratori, per bocca del RSU e RLS Pietro Mirabelli, per i quali non sono accettabili i turni durissimi, che contemplano per contratto (!) anche 48 ore consecutive in galleria a settimana. "Abbiamo allarmato tutto il mondo politico: tutti condividono, però nessuno interviene!", ha detto Mirabelli, che al presidente della Regione Toscana ha chiesto esplicitamente aiuto.