Associazione di volontariato Idra

Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html

 

 

COMUNICATO STAMPA            Firenze, 13.10.’06

 

TUTTI I GIORNI CONTRO LE GRANDI OPERE, LE VALUTAZIONI ADDOMESTICATE, I CONTROLLORI CONTROLLATI. MA IL 14 OTTOBRE IDRA NON SARÀ A ROMA: TROPPE AMBIGUITÀ IN QUEL FRONTE.

 

IL SACCHEGGIO DELLE RISORSE HA RADICI PIÙ LONTANE E PIÙ PROFONDE DELLA LEGGE OBIETTIVO,  LA TOSCANA INSEGNA. IL DEFICIT È DEMOCRATICO, NON INFRASTRUTTURALE. SE IL RE E’ NUDO, ORMAI LO E’ ANCHE QUESTA DEMOCRAZIA.

 

L’associazione di volontariato fiorentina Idra non può essere certo imputata di simpatia per le cosiddette “grandi opere” né per la Legge Obiettivo: ne scrisse direttamente a giugno 2002 al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e  denunciò anche in sede europea, a marzo 2005, gli effetti perversi della Legge Obiettivo al Commissario di Eurostat Joaquìn Almunia. Nonostante ciò l’associazione fiorentina, pur salutando la cittadinanza attiva che parteciperà alla manifestazione del 14 ottobre indetta dai movimenti NO TAV NO PONTE NO MOSE contro la Legge Obiettivo e le “grandi opere” inutili, domani a Roma non ci sarà.

In primo luogo, Idra desidera ricordare che le scelte catastrofiche nella politica infrastrutturale bipartizan dei nostri governi sono cominciate ben prima della Legge Obiettivo. La prassi TAV data dalla fine degli anni '80. Anche se la Legge Obiettivo ha istituzionalizzato architetture finanziarie e meccanismi amministrativi perversi, Idra ritiene comunque che essa rappresenti un bersaglio riduttivo. Il problema è a monte. Anche il sistema politico è parte di quel problema. La crisi manifesta della democrazia rappresentativa, attraverso la delega dei poteri, consente alle oligarchie di gestire la società intera. In un sistema ‘democratico’ svuotato della partecipazione, le oligarchie politiche si rivelano essere in simbiosi con le oligarchie economiche. Questo - secondo l’associazione fiorentina - è il vero nocciolo del problema. È sul crinale complesso e sfaccettato ma ormai ineludibile della partecipazione delle persone e della società civile all’economia e alla politica che si gioca oggi la salvezza del Paese. Su questo Idra auspica che si approfondisca il dibattito e che la società faccia veri passi avanti.

Diventa allora indispensabile denunciare ambiguità e doppi giochi nel sedicente fronte alternativo alle “grandi opere inutili”. Comportamenti che ne rendono inefficace l’azione, e suggeriscono una riflessione doverosamente approfondita. Quella della TAV in Toscana è stata ed è un’esperienza-laboratorio che ha molto da insegnare, che propone parecchi miti da sfatare. Il tunnel infinito, mal progettato e mal costruito, sotto l’Appennino tosco-emiliano ha visto cementarsi singolari “coppie di fatto” fra forze economiche, culturali e politiche: dentro, ci stanno sia la Rocksoil SpA di Pietro Lunardi che le cooperative rosse, sia la Impregilo SpA che i partiti di sinistra egemoni nei governi locali, con qualche loro esponente persino nei posti di rilievo dell’organigramma della TAV SpA... Dunque, un paradigma, l’esperienza toscana, la cui “lezione” potrebbe e dovrebbe secondo Idra guidare l’azione dei cittadini anche là dove condizioni di questo tipo non si sono ancora manifestate. Ricordiamo il ruolo svolto in Toscana da certe blasonate associazioni ambientaliste o forze politiche che all’ambientalismo si richiamano, che hanno prontamente metabolizzato – se avevano mai efficacemente avversato – i peggiori progetti, una volta che essi sono stati approvati e “blindati” in conferenze di servizi giocate senza trasparenza, senza democrazia, senza partecipazione. Come potrebbe l’associazione fiorentina Idra, ad esempio, manifestare in compagnia di associazioni come Legambiente, il cui presidente nazionale Roberto della Seta ha definito "giapponese", non più tardi di due mesi fa, chi si batte contro lo scempio TAV fra Firenze e Bologna, da lui considerato invece "un'opera preziosa anche in termini ambientali"? Come potrebbe Idra sfilare accanto al WWF, che sembra non disdegnare lo smarino TAV per "sistemare" un'oasi nella piana di Firenze, o a chi per anni ha sostenuto che la TAV avrebbe evitato la costruzione di un raddoppio autostradale (la Variante di Valico e la terza corsia A1, oggi invece solidalmente in cantiere) fra Firenze e Bologna? E quali apprezzabili frutti, osserva infine l’associazione fiorentina, potranno mai venire al Paese dall’azione di forze politiche che localmente magari protestano contro le “grandi opere inutili” ma centralmente in buona sostanza le avallano, senza riuscire ad affrancarsi - al momento delle elezioni - da questo o quel “carro ideologico” in cui finisce spesso per esaurirsi il nostro magro dibattito politico?

 

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