Associazione di volontariato Idra
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A proposito di tramvie e referendum a Firenze: la riflessione di Idra
Nessuna campagna pubblicitaria di palazzo potrà
nascondere gli effetti distruttivi che la
cantierizzazione della prima linea tranviaria sta producendo a Firenze in ogni
campo: economico, ambientale e storico-paesaggistico (a dispetto di un centro storico inserito nell’elenco dei siti UNESCO “patrimonio dell’umanità”). Per non parlare del
solco sempre più profondo scavato fra cittadini disinformati e
amministrazione-bulldozer, che butta giù alberi, ricordi e punti di riferimento
urbani e affettivi in cambio di sventramenti dai costi e dai tempi in
lievitazione permanente, e rimanda a un futuro lontano e improbabile (come
quello promesso dalla ricetta barocca e costosissima tramvia-TAV) soluzioni che
sarebbero invece a portata di mano con pochi interventi immediati e economici. L’ambientalismo del fare, lo chiamano!
Chissà perché, invece, poco o nulla si fa per rendere efficiente e appetibile
il servizio di trasporto collettivo su ferro in
superficie!
Come mai stazioni e linee
ferroviarie come la Leopolda (in pieno centro!) restano chiuse, quando
potrebbero assorbire quote importanti di treni? Perché la formazione dei
convogli metropolitani deve avvenire solo nel nodo di Firenze, complicandone la
vita e la funzionalità, e non invece alle estremità dei percorsi metropolitani?
Quanto occorrerà attendere per vedere S. Maria Novella messa in rete con
Leopolda, Statuto, Castello, Rifredi, Campo di Marte, le tante altre stazioni
esistenti e le fermate metropolitane che sarebbe l’ora di istituire? Cosa
impedisce il recupero dei binari dismessi, l’elettrificazione di quelli diesel
(come la Faentina), l’aggiunta di raccordi di superficie? Meriteremo mai
materiali rotabili decenti, adeguati e sicuri, orari congrui e certi,
intermodalità efficienti (e non solo virtuali, come a Castello)?
Adesso viene proposto ai cittadini di Firenze un
referendum sulle linee 2 e 3 della nuova generazione di tramvie. Ma è noto che
nelle società a democrazia delegata i
grandi interessi economici e politici trasversali (non dimentichiamo chi
beneficia in prima battuta dei profitti che derivano da questa cultura della cantierizzazione) influenzano in maniera determinante le
scelte e i comportamenti di voto. All’azione delle lobby si somma il controllo
delle conoscenze e l’orientamento delle coscienze assicurati dai mass media,
spesso scandalosamente compiacenti e disinformanti. Non crediamo che un
referendum possa sottrarsi a questo tipo di condizionamento, né alla
strumentalizzazione politica dei suoi risultati, già ampiamente annunciata. Per
questo Idra non ha firmato né
sostenuto la campagna per la consultazione calendarizzata il prossimo 17
febbraio, che ha goduto del supporto economico e logistico di una parte
significativa della classe politica di Palazzo Vecchio. Oggi, quando i media –
anche nazionali - presentano il dibattito sulla tramvia di Firenze, protagonisti non sono ancora una volta i
cittadini, ma il vecchio teatrino della politica, i referenti di quegli
stessi schieramenti che da anni propongono o impongono, alternandosi o
succedendo a se stessi, ricette fallimentari sul piano dei trasporti, oltre che
su quello della tutela dei beni comuni, dell’ambiente e della salute. Appare
ormai strettamente connessa all’eventuale bocciatura referendaria del progetto
tramvia a Firenze, ad esempio, l’opzione
del cosiddetto “micrometrò” sotterraneo, dipinto come un innocente giocattolo
magico privo di impatti ambientali ed effetti collaterali sulla finanza
pubblica!
Tutti concordi in realtà, da destra come da sinistra,
nel trascurare le soluzioni più razionali, rapide ed economiche. Nessuno che metta in discussione il modello
insostenibile della crescita illimitata: ad essere in conflitto appaiono
soltanto alcune varianti della stessa filosofia di fondo e magari, qua e là,
cordate economiche concorrenti. Firenze
ha invece bisogno urgente di una inversione netta di tendenza, di una vera e
propria decrescita dei tassi di cemento, asfalto e urbanizzazione violenta a
cui è stata sottoposta negli ultimi anni. Da quando le amministrazioni che
governano la città sono state prese da questa febbre di cantiere permanente,
sono tempi duri infatti non solo per i
monumenti, l’identità storica e la memoria (nel silenzio o con l’avallo
esplicito degli organi di tutela dei beni culturali), ma anche per gli esseri viventi: in particolare i bambini, i ragazzi,
le donne, gli anziani, i disabili. E’ diventato proibitivo camminare, è
ormai impossibile passeggiare. Senza che ce ne accorgiamo, ci stiamo abituando
a un paesaggio squallido fatto di percorsi obbligati che cambiano da un mese
all’altro, disegnato da barriere e transenne. Stiamo subendo una mutazione antropologica
strisciante?
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Porta al Prato, Cantiere linea 1
della tramvia, gennaio 2008