Associazione di volontariato Idra
COMUNICATO STAMPA 12.2.’02
Perché il presidente della Regione Toscana "no global" non smentisce le dichiarazioni attribuitegli a Porto Alegre?
Al World Social Forum Claudio Martini avrebbe vantato il modello toscano di sviluppo sostenibile: "si è creato ricchezza senza danneggiare l'ambiente, rafforzando solidarietà e cooperazione" ! E la TAV? E l’Appennino? E i minatori del CAVET?
Il cosiddetto movimento antiglobal offre da tempo una discutibile vetrina a Claudio Martini e alle forze politiche che 7 anni fa hanno promosso e approvato (e da 7 anni amministrano) il peggior progetto del secolo: la distruzione delle risorse idriche e naturali appenniniche per mano della TAV. E così dal World Social Forum di Porto Alegre - leggiamo nella rassegna stampa - Martini avrebbe suggerito come modello di sviluppo sostenibile niente meno che l’esperienza toscana, "dove si è creato ricchezza senza danneggiare l'ambiente, rafforzando solidarietà e cooperazione" (la Repubblica, 30 gennaio 2002). Pronta la reazione di Idra, dopo alcuni giorni di inutile attesa di smentite da Palazzo Bastogi. L’associazione fiorentina scrive oggi a Martini: "I contenuti delle dichiarazioni a Lei attribuite in occasione della Sua presenza a Porto Alegre sono talmente lontani da quella che sappiamo essere la Sua esperienza di prima mano dei gravi danni ambientali inferti alle risorse idriche e naturali dell’Appennino dall’Alta Velocità ferroviaria, e delle pesanti sofferenze sociali imposte ai lavoratori del CAVET dalle disumane condizioni di impiego, che vogliamo ritenerli frutto della fantasia del cronista. Le chiediamo di provvedere al più presto a una rettifica pubblica e inequivoca di quelle dichiarazioni, perché almeno la verità – dopo il territorio e i diritti dei lavoratori - non venga oltraggiata".
Martini conosce bene le devastazioni ambientali e le umiliazioni sociali provocate dall’Alta Velocità, dono della giunta di centro sinistra nel ’95. In quell’esecutivo, che convinse i Comuni del Mugello ad approvare pessimi progetti, egli ha esercitato fino al 2000 il ruolo non secondario di assessore alla Sanità. E da quando ne è divenuto presidente, Martini ha avuto modo di ascoltare più volte e di persona le rimostranze dei cittadini, degli agricoltori, degli allevatori, dei minatori. Ecco perché le dichiarazioni di Porto Alegre non sono credibili. Col fiume di denaro pubblico (oltre 8000 miliardi per meno di 80 km di binari potenzialmente cancerogeni e sicuramente insicuri) che alimenta gli appalti dell’Alta Velocità ferroviaria fra Bologna e Firenze si prosciugano da anni torrenti e sorgenti nei Siti di Importanza Comunitaria del Mugello, dell’Alto Mugello e del Monte Morello. Col fiume crescente di denaro pubblico a disposizione di TAV si nutre una cordata trasversale di imprese che – come ha verificato la magistratura inquirente – dove non ha svuotato le falde le ha spesso generosamente inquinate.
Nella lettera che oggi l’associazione Idra indirizza al presidente Martini si chiede inoltre che egli ottemperi agli impegni assunti lo scorso 12 dicembre, quando a Palazzo Bastogi promise di fornire risposte al lungo elenco di questioni serie e drammatiche che – insieme a Medicina Democratica e a un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – Idra gli pose a proposito della perdurante emergenza idrogeologica e sociale in atto. Il 20 dicembre i quesiti furono consegnati anche in forma scritta, corredati di fotografie eloquenti, che documentano la fascia di influenza sempre più ampia dei cantieri TAV: i torrenti e le sorgenti seccano ben oltre le linee Maginot a suo tempo incautamente pronosticate, ben oltre i crinali anche più recentemente calcolati come ultimi baluardi. I pessimi progetti approvati hanno causato intercettazioni idriche disastrose nelle viscere dell’Appennino e di Monte Morello, un’emorragia ininterrotta delle falde e essiccazioni dei corsi d’acqua superficiali: dal Carzola di Vaglia al Parco Ginori di Sesto Fiorentino, dal Rampolli, il Canaticce e il Bosso di Grezzano e di Luco alla Rocca di Scarperia, dal Mansalto e il Farfereta di Ronta fino al Veccione di Firenzuola, alle sorgenti di Moscheta, di Castelvecchio, di Visignano. E’ sviluppo sostenibile, questo?
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