Associazione di volontariato Idra

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12.2.2000

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

Alla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Firenze mancano gli organici necessari a mappare

i beni culturali a rischio per l'Alta Velocità:

Idra scrive al ministro Melandri chiedendo un (modesto) investimento straordinario che renda possibile la catalogazione delle opere

Nel corso di un incontro col prof. Mario Lolli Ghetti, soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici di Firenze, Prato e Pistoia, una delegazione dell'associazione di volontariato ambientale e culturale Idra chiese - il 31 dicembre del '98 - se fosse disponibile presso la Soprintendenza un elenco dei beni culturali, storici e artistici esposti a rischio lungo il percorso del tracciato ferroviario ad Alta Velocità individuato dal "progetto definitivo" di sottoattraversamento del nodo di Firenze. Il prof. Lolli Ghetti rispose che una mappatura del genere non era stata realizzata; promise che si sarebbe attivato in questo senso e che avrebbe trasmesso all'associazione, non appena disponibili, i dati raccolti.

A che punto fosse lo studio, Idra lo ha chiesto all'arch. Paolo Mazzoni, responsabile della tutela paesaggistico-ambientale della Soprintendenza, nel marzo del '99, e ancora pochi giorni fa, in occasione dell'ultimo incontro avuto a Pitti il 4 febbraio. Ma la risposta è stata ancora una volta negativa: la mappatura dei beni storici, artistici e architettonici inseriti nella fascia di interferenza del tunnel TAV non è stata realizzata, per mancanza di organici.

Perciò Idra ha deciso di scrivere al Ministro per i Beni Culturali Giovanna Melandri chiedendo un investimento straordinario, modesto ma strategico, affinché siano affidati a un gruppo di neo-laureati o laureandi, sotto la supervisione della Soprintendenza di Firenze, il rilevamento, la descrizione e la catalogazione dei beni culturali a rischio Alta Velocità.

Nella lettera al Ministro, Idra ricorda che i precedenti drammaticamente in atto nel territorio del Mugello (dove le intercettazioni della falda stanno provocando cedimenti di terreno profondi fino a 7 metri a distanze anche di 70 metri dal fronte di scavo del tunnel) suggeriscono un legittimo allarme circa la capacità di tenuta dei beni ambientali e architettonici di una città come Firenze così densa di manufatti storici. Fra le opere comprese nella 'fascia critica' da monitorare, oltre alla cinquecentesca Fortezza da Basso, la dugentesca Porta S. Gallo, l'Arco dei Lorena (Piazza Libertà) e il Conservatorio delle Mantellate (settecenteschi).

Idra coglie l'occasione per rinnovare l'appello al ministro Melandri già firmato da Anna Maria PETRIOLI TOFANI, Marco CHIARINI, James BECK, Alessandro PARRONCHI, Fred LICHT e Leonardo ROMBAI, affinché siano attentamente valutate le conseguenze che potrà provocare a Quinto Fiorentino sulle tombe etrusche della Montagnola e della Mula ((la più ampia tholos finora nota dell'architettura italica pre-romana) il tunnel ferroviario TAV già in via di cantierizzazione. Questi monumenti - che risalgono al VII secolo a.C., e rappresentano dunque le primissime architetture dell'area fiorentina - versano in condizioni precarie e giacciono, rispetto ai due tunnel TAV (quello ferroviario e quello di servizio) a distanze comparabili con quelle che dividono in Mugello i campi sprofondati dal fronte di scavo. Secondo lo stesso Ministero dell'Ambiente, essi "non costituiscono delle semplici emergenze monumentali isolate, ma potrebbero far parte di una estesa necropoli che conteneva al suo interno un gran numero di sepolture minori e di cui si ignora l'estensione" (Parere del 23.7.'98).

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