Associazione di volontariato Idra

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11.6.'99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

ALTA VELOCITA':

UN ALTRO INCONTRO RAVVICINATO

CON LA FALDA IDRICA.

QUESTA VOLTA E' ALLAGATA LA GALLERIA DI OSTETO,

NEL COMUNE DI FIRENZUOLA.

SI CONTINUA A ANDARE AVANTI ALLA CIECA

NEI CANTIERI DELL'ALTA VELOCITA'?

CHE RUOLO SVOLGONO LE AUTORITA' PUBBLICHE DI CONTROLLO?

Abbiamo ricevuto notizia, confermataci dal sindaco di Firenzuola Renzo Mascherini e dal Campo Base di Osteto, dell'ennesima "uscita straordinaria d'acqua" da una galleria dell'Alta Velocità sull'Appennino. Ancora una volta sorpresi dagli eventi, dunque, gli organismi deputati alla prevenzione del dissesto ambientale nel Mugello per i cantieri dell'Alta Velocità. Dopo il grave episodio della galleria di San Giorgio a Luco di Mugello, inondata nemmeno due mesi fa da almeno 300.000 ettolitri di acqua e fango che hanno fatto chiudere le attività del cantiere, hanno rovinato un torrente, il Bagnone, hanno fatto collassare un campo di granturco sulla verticale in superficie, e sono stati provvisoriamente stoccati in una cava artificiale, ecco l'ennesimo appuntamento con l'emergenza annunciata. Questa volta è successo nella galleria di Osteto, Comune di Firenzuola.

Vengono in mente le note di censura che sul progetto Alta Velocità fra Firenze e Bologna scrisse il Servizio Geologico della Presidenza del Consiglio dei Ministri già nel ‘92 a proposito dello studio presentato: uno studio ricco di "discrepanze", "lacune o non corrispondenze dei dati" nella cartografia, con mancanza di "riferimenti toponomastici e tettonici" nel profilo geologico della tratta, con "suggerimenti geologico-tecnici generici e vaghi". Uno studio in cui risultavano trascurate "le qualità geo-meccaniche dei terreni" nonostante esse siano "cause che predispongono alla instabilità degli stessi", e sottostimate "le modifiche geo-ambientali apportate dall'intervento sul territorio".

Dopo quel pronunciamento, il Servizio Geologico Nazionale non fu più interpellato.

Giova ricordare che nel caso della galleria di San Giorgio (alluvione iniziata il 25 aprile '99) il primo allarme era stato lanciato addirittura il 6 ottobre '98. Il sindaco di Borgo S. Lorenzo lo aveva raccolto e rilanciato alle autorità pubbliche competenti (fra cui l'Osservatorio Ambientale Nazionale e l'ARPAT) l'11 novembre. Anche il dirigente responsabile dell'Area Infrastrutture della Regione Toscana, il 18 dicembre, aveva recitato la sua "parte", pregando TAV, CAVET e ITALFERR "di relazionare con urgenza" sulla questione delle "possibili interferenze con le risorse idriche sotterranee nel Comune di Borgo San Lorenzo". Ma poi cosa è successo? Il 25 aprile la falda si è fatta drammaticamente sentire.

Idra chiede: a cosa servono le autorità pubbliche se non devono funzionare? se non devono tutelare efficacemente il territorio, l'ambiente, la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini? a cosa servono le lettere protocollate se alle lettere non seguono i fatti, ed eventualmente i provvedimenti? è intervenuta l'ARPAT dopo la segnalazione del sindaco? a cosa serve la Regione Toscana se le sue richieste 'urgenti' non risultano abbastanza autorevoli da essere soddisfatte, né con urgenza né senza urgenza? e cosa hanno fatto comunque fra gennaio e aprile tutti questi Enti (inclusi il Comune di Borgo San Lorenzo e la Comunità Montana) quando si sono accorti che nessuno interveniva?

E quanti rubinetti resteranno a secco quest'estate, oltre che in quel di Luco, anche a Moscheta? Quanti campi saranno privati della propria fertilità? Quanto bestiame dovrà adattarsi a un pascolo magro?

 

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