Associazione di volontariato Idra
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CARA
IDRA, TI SCRIVO....: LETTERA DI UNA
CITTADINA SULL’ULTIMO ABBATTIMENTO DI ALBERI NELLA CITTÀ DEL FIORE.
Sono una infelice
cittadina del comune di Firenze, abito in Viale Redi e ho dovuto
assistere inerme all'abbattimento degli splendidi platani piantati nel 1964 e
che avevo visto crescere come giovani e orgogliosi protagonisti della vita del
quartiere.
La loro funzione,
non solo ornamentale, era evidente agli occhi di chiunque, escluso
all'illuminata amministrazione di questa città sulla quale ogni parola è
inutile.
Spero che episodi
del genere - che purtroppo non sono isolati - servano almeno a risvegliare la
coscienza civica degli abitanti di questa povera città, ridotta a uno stato di
degrado che è evidente forse più a chi vive altrove che a chi, un po’ per
inerzia un po’ per obiettive difficoltà, si è progressivamente assuefatto alla
malagestione.
Frasi sentite da
amici e conoscenti di ognuno e che suonano: "Ma come è possibile che
Firenze sia ridotta così?" oppure "Cerco di non venire più a Firenze
perché fa male vederla in queste condizioni" colpiscono, nella loro cruda
verità, il senso di un'identità perduta alla rincorsa di un falso progresso.
Ma, come noto, le
vie della malagestione sono infinite ...
Probabilmente dopo
l'abbattimento degli alberi del Viale Redi - non previsto ma resosi necessario
a causa di errori compiuti nella "splendida" opera sul Mugnone - sarà
necessario abbattere qualche palazzo se i lavori per la TAV renderanno
necessari gli "aggiustamenti" che - come per gli alberi - non erano
previsti ...
Che i cittadini si
preparino: le opere dei faraoni per passare all'eternità richiedono molte
vittime, più o meno eccellenti: i cadaveri di quegli orgogliosi alberi, la cui
indegna e silenziosa fine dovrebbe tornare a vergogna, sono passati sotto i
miei occhi e mi hanno ricordato le sommarie "decimazioni" di tempi
che sembrano ormai remoti.
Spero che la
magistratura possa provvedere contro scempi di questo genere: in tutti i luoghi
civili del mondo il verde viene tutelato e aumentato per il benessere dei
cittadini e per un'idea di città che è ormai estranea a Firenze.
Sempre più mi vergogno di essere fiorentina, forse perché la formazione
umanistica mi rende davvero pesante un'eredità culturale che gli amministratori
hanno, invece, del tutto dimenticato.
Democrazia, partecipazione,
qualità della vita, solidarietà, tutela dei cittadini più o meno deboli: tutte
parole vuote nei progetti di chi immagina che il progresso passi solo dalla
possibilità di sbarcare con la tramvia in Piazza del Duomo dove, a questo
punto, suggerirei di trasformare il Battistero in una grande pizzeria e almeno
una parte del Duomo in parcheggio perché queste sono – obiettivamente - le vere
esigenze della Firanze che mi sta sotto gli occhi.
Con profondo dolore
e con altrettanto profonda aspirazione a un vero cambiamento.
Serena Bianchetti