Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA         Firenze, 11.5.'04

 

ALTA VELOCITÀ A FIRENZE. Non è uno scherzo lo “scavalco” di Castello: almeno 3 anni e 5 mesi di lavori nel quadrante più delicato della città, il Nord Ovest. Inerti in entrata e smarino in uscita, tutto rigorosamente su gomma. Il sindaco non risponde a Idra, che deposita le proprie osservazioni presso i Ministeri e la Regione.

 

Nella stagione della “democrazia partecipata”, prezioso gargarismo pre-elettorale, è passato ancora una volta sotto silenzio un progetto non leggero, non breve, non indolore: lo “scavalco” di Castello per rifornire Santa Maria Novella di treni TAV per tutta la fase (sarà lunga, a giudicare dai segnali) in cui i due tunnel per i supertreni sotto Firenze non saranno arrivati a collegarsi con il traforo TAV di Monte Morello. Un impegno temporale di tre anni e cinque mesi in un quadrante strategico della città - il Nord Ovest - sede delle trasformazioni urbanistiche più significative in corso negli anni presenti e in progetto per quelli a venire. Un pesante impatto ambientale: “tutti i materiali verranno approvvigionati al cantiere mediante trasporto su strada; tutti i materiali di risulta verranno movimentati mediante autocarri” (così recita testualmente il progetto). Una clamorosa contraddizione con gli impegni solenni assunti nel marzo del ’99 nella conferenza di servizi sul nodo ferroviario di Firenze, che prevedeva la movimentazione esclusivamente su ferro dei materiali in entrata e in uscita dai cantieri. Impegni che hanno costituito per anni motivo di vanto per le amministrazioni locali dopo lo smacco del Mugello, dove la ferrovia Faentina era stata promessa allo stesso scopo, e non un solo metro cubo di sabbia o di smarino è mai transitato su quei binari dall’inizio dei cantieri nel ’96 a oggi! A Firenze la storia si ripete, addirittura già in fase di progetto!

Idra ha depositato le proprie osservazioni presso i Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali, e presso la Regione Toscana, prima dello scadere dei risicati termini di legge. Ma quanti cittadini hanno effettivamente saputo di questo progetto? Quanti sono stati in grado di scrivere le proprie osservazioni nei 30 giorni decorsi dalla pubblicazione? Idra aveva scritto al primo cittadino di Firenze Leonardo Domenici, il 13 aprile scorso, chiedendogli di investire in trasparenza, di garantire informazione e assistenza tecnica ai concittadini, di proporre una proroga dei termini di consegna delle istanze, dei pareri e delle osservazioni. Nessuna risposta, neppure questa volta, dal sindaco candidato sindaco.

Dopo aver rilevato che “lo Studio propone soluzioni caratterizzate comunque da un pesante impatto ambientale, contraddittorie e divergenti rispetto ai capisaldi delle condizioni proposte dallo Studio di Impatto Ambientale per la penetrazione AV di Firenze approvate in Conferenza di servizi il 3.3.’99”, Idra aggiunge - nelle sue osservazioni sullo scavalco di Castello trasmesse ai Ministeri e alla Regione - che “la genericità di parecchie delle indicazioni offerte dallo Studio di Impatto Ambientale (in materia di traffico, inquinamento atmosferico, polverosità, impatti sulla falda acquifera, inquinamento acustico e vibrazioni) “sembra confliggere con le esigenze di dettaglio progettuale poste dalla più recente normativa, nazionale ed europea, in materia di Valutazione di Impatto Ambientale”. L’associazione ecologista indipendente fiorentina teme le conseguenze che la generalizzazione di questo approccio potrà avere sulla tutela dell’ambiente e della salute di decine di migliaia di cittadini coinvolti a vario titolo dalla cantierizzazione, “considerata la mole e l’impatto eccezionali dell’intervento della penetrazione AV in un ambiente delicato, fragile e prezioso al mondo, quale la città di Firenze”. Idra dichiara di ritenere che lo Studio debba essere dunque riformulato, approfondito, integrato e modificato in tutte quelle parti che non offrono elementi di conoscenza, analisi e indicazioni sufficienti a verificare gli effettivi impatti ambientali. Appare infatti evidente che uno Studio accettabile in sede europea debba fornire garanzie documentate di compatibilità con le caratteristiche del tessuto storico, urbanistico e sociale della città di Firenze e della sua conurbazione, e assicurare la tutela (piuttosto che l’aggravamento) delle già precarie condizioni di salute dell’ambiente e di benessere psico-fisico della popolazione interessati dagli impatti dell’opera”.

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