Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
Variantopoli TAV a Firenze: i costi aumentano, i tempi lievitano.
I “cento punti” di Matteo Renzi alla prova dell’Alta Velocità.
“Prezzi chiari, tempi certi”. “Una
nuova stagione di responsabilità. Chi sbaglia un'opera pubblica deve pagare”. Sono impegni
presi con la città dal candidato sindaco Matteo Renzi nel 2009, ai punti 11 e
12 del suo ‘decalogo’ elettorale. Ma la
TAV sembra incrinare la credibilità del programma. Dopo il primo incontro
informativo che Idra ha avuto lo scorso
venerdì 7 ottobre con alcuni dirigenti della nuova amministrazione del Comune
di Firenze e col presidente dell’Osservatorio Ambientale del Nodo Alta Velocità
emergono evidenze sconfortanti.
La cantierizzazione dello Scavalco Alta Velocità
Rifredi-Castello, rispetto al cronoprogramma iniziale dei lavori,
accusa già un ritardo a oggi di circa
200 giorni. Al quale va aggiunto quello da qui al 31 marzo 2012, nuova data
annunciata per l’ultimazione dei lavori. I cantieri si sarebbero dovuti
chiudere a marzo 2011. Dodici mesi di
ritardo, dunque, sui quarantuno previsti dal progetto presentato a
primavera del 2004 ai cittadini per le osservazioni, rappresentano un 30% di disagio supplementare alla città. Motivo
ufficiale, la “realizzazione di una fase
non prevista nel progetto originario, di lavori
ferroviari di velocizzazione delle infrastrutture del nodo fiorentino dei
treni provenienti dal tratto AV di Bologna”. Non si riesce a capire come,
in un progetto esplicitamente di “Alta Velocità”, si siano potuto trascurare “lavori ferroviari di velocizzazione”! Una
contraddizione in termini. Al prossimo appuntamento con l’Amministrazione, chiederemo
ragguagli su questo e sugli incrementi
di costi che questa operazione presumibilmente comporta.
Anche la cantierizzazione per la messa
in sicurezza del torrente Mugnone accusa oggi un ritardo di circa un anno. Secondo Palazzo Vecchio, “tale ritardo trova giustificazione in
quanto sono state realizzate varianti
richieste dal Comune di Firenze e Provincia di Firenze”. Ma non si
capisce come ci sia stato bisogno di adottare nuove varianti dopo che era stato istituito un nutrito tavolo
tecnico al quale hanno partecipato apparentemente tutti i soggetti interessati.
Di queste varianti, peraltro, alcune sono ancora da realizzare e, per quanto Idra ha potuto intendere nel corso del
colloquio informativo (sfortunatamente non è stato accordato di registrarlo,
come si era chiesto perché potessero risultare trasparenti dati e termini), di
altre varianti sono ancora da approvare persino i progetti
È
opportuno inoltre ricordare, a proposito del Mugnone, due circostanze
aggravanti: se abbiamo letto bene, i 30
milioni di euro per la messa in sicurezza idraulica del torrente e della
stazione Foster risultano essere stati drenati
dalla somma che FS si era impegnata nel 1997 a stanziare per le opere viarie collegate alla
cantierizzazione TAV (66 milioni, in valuta del ’97) e dal piccolo contributo
aggiuntivo di 10 mln stanziato nel ‘99 per
l’interramento dell’elettrodotto di alimentazione della sottostazione
elettrica di Rifredi e per l’adeguamento idraulico del Mugnone: una buona parte di queste opere viarie è
rimasta dunque priva di finanziamenti. Non basta. Siccome con la TAV ogni
giorno piove – come si dice - sul bagnato, neppure 30 milioni sono stati
sufficienti: leggiamo che il 3 agosto Matteo Renzi ha dovuto accordare che altri 16,1 milioni di euro di quel fondo siano messi a
disposizione per il completamento della cantierizzazione del torrente con le
varianti di cui è emersa la necessità solo in corso d’opera. E non è detto che
si sia alla fine della lievitazione dei costi e dei tempi.
Morale della favola: ancora una volta la finanza pubblica si
trova di fronte a costose “varianti in corso d’opera”. Il meccanismo è
noto. Tornano in mente i principali rilievi, preoccupati
quanto inascoltati, dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici a
proposito dei progetti TAV: “i
progetti esecutivi hanno spesso mostrato un livello carente di approfondimento”;
“i progetti di massima consegnati [...]
non assicuravano la fattibilità dell‘opera”; “il General Contractor nel sistema TAV ha potuto [...] certamente
anteporre l‘esigenza di pervenire ad un contratto (atto integrativo) più
remunerativo, a quella di una tempestiva conclusione dell‘iter
progettuale-approvativo, in quanto non responsabile per il protrarsi dei
termini, se non per mera inadempienza nella redazione della progettazione
esecutiva”; “si è [...] riscontrato
come gli interventi abbiano subito notevoli incrementi di costo e del tempo di
esecuzione, sia per effetto di un gran numero di perizie di variante, sia per
riserve avanzate dal General Contractor”. Così come tornano in mente le
osservazioni formulate anche lo scorso 15 giugno dalla
stessa Autorità, proprio sul Nodo Alta Velocità di Firenze, nella relazione per
l’anno 2010: vi si evidenziava “la
violazione dei principi di economicità e di efficacia del sistema di
realizzazione“ dell’Alta velocità ferroviaria “per i Nodi ferroviari di Firenze
e Bologna che hanno registrato rilevantissimi incrementi di costo e dei
tempi di realizzazione, nonché iscrizione di riserve da parte delle imprese
esecutrici, che hanno dato vita a contenziosi”.
Idra ne
aveva scritto subito, allarmata, al sindaco Renzi. Ma, a oggi, nessuna risposta!
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Cupola TAVvilita - Il nuovo skyline del Duomo che si
offre a chi parte o arriva alla stazione fiorentina di Rifredi, 1
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