Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA Firenze, 10.7.'03

Il sindaco Domenici, indagato, chiede poteri speciali. Ci domandiamo: cosa sarebbe successo a Firenze se già li avesse avuti?

Il primo cittadino di Firenze e presidente dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani Leonardo Domenici non sembra voler prendere atto dell'obbligo, suo come di qualsiasi altro cittadino, di rispettare le leggi dello Stato. Un obbligo che anzi, per il doppio ruolo che Domenici riveste, merita forse nel suo caso un'attenzione in più piuttosto che una in meno. Il sindaco indagato afferma sprezzante - leggiamo - che rifarebbe quanto ha fatto in occasione dell'emergenza "Pitti Immagine". Da parte nostra ci domandiamo se la gestione delle cantierizzazioni intorno alla Fortezza sia mai stata sufficientemente oculata da prevenire, piuttosto che dover inseguire, prima il caos dell'ovonda, poi le esigenze di "interporto" assegnate da Firenze Expo all'ex giardino di porta Mugnone, appena restaurato dal Governo Dini nell'estate del '95 per il vertice europeo di Firenze.

Non basta. Il sindaco presidente dell'ANCI rilancia: per poter venire a capo degli "assurdi conflitti di competenze e di poteri" (intervista in data odierna al TG 3) rappresentati dal dissenso di organi istituzionali competenti come le Soprintendenze, chiede poteri speciali, e cioè - sembra di capire - la cancellazione istituzionale di queste competenze. In altre parole, là dove il consenso non si realizza (e ne sono ampia prova le proteste dei cittadini, dei comitati e delle associazioni ambientaliste ancora vive, privati del diritto democratico a essere consultati e a proporre), si richiede l'istituzionalizzazione ex lege del consenso. Non c'è male…

Ma proviamo a vedere cosa sarebbe successo a Firenze in un paio di casi, recenti ed emblematici, di retromarcia che l'Amministrazione ha dovuto fare a fronte dell'opposizione congiunta dei cittadini e delle … leggi.

Cosa sarebbe successo al Vecchio Conventino di Via Giano della Bella se Domenici (o chi per lui) avesse avuto questi poteri speciali? In barba al Testo Unico 490/99 (ex L. 1089/39), un bel traliccio metallico del privato Nokia svetterebbe ormai fino a 24 metri sopra i tetti delle case, ai piedi della Torre di Bellosguardo e accanto a un edificio di interesse storico ed ambientale che appartiene a un contesto ampiamente storicizzato, connotato dalla presenza vicinissima delle due palazzine liberty opera dell’arch. Giovanni Michelazzi, del Giardino Torrigiani, della Villa di S. Francesco di Paola e della Collina di Bellosguardo.

Cosa sarebbe successo fra le Cascine e l'Isolotto? Sarebbe stata probabilmente già demolita la passerella pedonale che congiunge il quartiere al parco, costruita a suo tempo per permettere un'osmosi eco-compatibile fra abitanti e natura, e sarebbe già in stato di avanzata erezione nella sua imponenza il nuovo ponte rotabile fortissimamente voluto dall'Amministrazione comunale, col suo orribile impatto visivo, le sue pendenze da atleti e, forse, un qualche significativo impatto finanziario.

Tutto ciò, ripetiamo, a dispetto di tanti cittadini e delle leggi.

Facciamo bene i conti. A chi convengono i poteri speciali richiesti da questa classe di amministratori locali? Forse alle popolazioni? Forse al buon governo della spesa pubblica? Forse all'ambiente?

Anche Idra ne scriverà nei prossimi giorni al ministro Giuliano Urbani.

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