Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 10.4.’12
Domani 11 aprile giornata di sensibilizzazione NO-TAV in più di venti
piazze d’Italia.
TAV: fallimento conclamato della democrazia rappresentativa.
Urge per Idra un dibattito sui
meccanismi di partecipazione popolare alla gestione della “polis”.
Domani 11 aprile giornata di sensibilizzazione NO-TAV in più di venti
piazze d’Italia.
L’associazione
ecologista di volontariato fiorentina ricorda le ragioni non ideologiche del
proprio dissenso. Constatato il
totale fallimento trasportistico, finanziario ed ambientale del progetto TAV
all’italiana, Idra persevera nel
rivendicare l’esigenza di una alternativa
di potenziamento ragionevole e sostenibile della rete ferroviaria sulla base di
un confronto serio costi/benefici tra le soluzioni possibili.
Sembra un paradosso, ma proprio questo non è stato mai
fatto. Nessuna risposta tecnicamente
credibile è stata fornita dal Governo in carica circa l’opportunità degli
investimenti TAV/TAC in Val di Susa, a Firenze e nel resto d’Italia, e della
loro architettura finanziaria, già autorevolmente censurata dalla Corte dei
conti e dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici. La risposta
messa in rete dal Governo “tecnico” non
appare tecnicamente plausibile, ed è
stata del resto puntualmente smontata
da quella parte di società civile e di mondo scientifico che non si rassegna ad
argomenti di propaganda.
Non sorprende quindi che non sia pervenuta ancora nessuna replica alle preoccupate richieste di moratoria sulla TAV rivolte al
Presidente del Consiglio Mario Monti da Idra
e dalla Comunità Montana della Valle Susa e Val Sangone, né a quella presentata da Idra al Ministro delle Infrastrutture Corrado Passera. Una
conferma di quanto andiamo constatando da anni e anni: in Italia la promozione
della TAV, prima di essere un tema infrastrutturale, rappresenta la manifestazione plastica degli esiti
nefasti della democrazia rappresentativa. E’ sotto gli occhi di tutti come
le attuali rappresentanze politiche non operino
a favore dell’interesse pubblico, ma dei gruppi di interesse.
Se i partiti politici funzionano come cinghia di
trasmissione dei “poteri forti”, la soluzione non può essere ricercata che
nella partecipazione dei cittadini e dei
“corpi intermedi” ai processi decisionali nella gestione della “polis”. Su
questo punto il dibattito pubblico è ancora largamente insufficiente.