Associazione di volontariato Idra
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A scuola di scempi
TAV: Friuli chiama Mugello
Dalla Comunità montana della Val di Susa agli amministratori regionali di Toscana e Piemonte, dai comitati cittadini del Trentino e dell’Alto Adige a quelli del Friuli: tutta Italia chiama a
testimone il Mugello perché non si ripetano i gravi
danni ambientali, erariali e sociali che la TAV ha causato fra Firenze e
Bologna.
Sabato 12
gennaio, presso il Centro Sociale di Torviscosa (UD), nella Bassa Friulana,
davanti a una platea di cittadini e amministratori comunali, provinciali e
regionali del Friuli coinvolto nel progetto TAV “Corridoio 5”, l’associazione indipendente fiorentina Idra mostrerà ancora una volta foto, filmati,
tabelle: i dati documentali del disastro toscano nella costruzione della linea
ad Alta Velocità, ancora lontana dalla meta (mancano fra
le altre cose 60 km di galleria parallela di soccorso), da tempo persino senza osservatorio e da quasi quattro anni alla sbarra presso il Tribunale di Firenze. Il megaprocesso penale – in cui Idra è parte civile - si è aperto il 23 febbraio 2004 ed è tuttora
in corso. A luglio 2006 è stata contestata dal pubblico ministero ai 59
imputati anche la reiterazione di una quantità
industriale di reati, descritti in 220 pagine di relazione.
Assieme al portavoce dell’associazione Idra Girolamo Dell’Olio interverrà a
Torviscosa Nicoletta Dosio, per il Comitato No Tav di Bussoleno in Val di Susa.
“Caro Presidente, con la presente ti
rinnovo la richiesta di completare l'erogazione delle risorse necessarie per la
mitigazione dei danni ambientali verificatisi a seguito della realizzazione
della tratta FI-BO dell'Alta Velocità”. Così scriveva lo scorso giugno
al premier Romano Prodi il presidente della giunta regionale toscana Claudio
Martini, per sollecitare l'erogazione dei finanziamenti necessari (ma saranno
mai sufficienti?) a far fronte ai danni spesso irreversibili provocati dalla
TAV in Mugello e a Monte Morello, alle porte di Firenze. Dei 53 milioni di
euro previsti, osservava Martini, ne mancavano ancora 15. E a questi, spiegava,
si dovevano aggiungere altri 40 milioni, per far fronte alle nuove opere e ai
nuovi interventi di monitoraggio e manutenzione. “Potrai notare - proseguiva il presidente nella nota a Prodi - che gli investimenti attualmente necessari ammontano
a circa 93 milioni di euro, rispetto ai 53 suo tempo previsti” (secondo uno studio dei periti della Procura
di Firenze, peraltro, i danni ambientali provocati dalla TAV in Mugello
ammonterebbero a una cifra compresa fra i 623 e i 1174
milioni di euro!).
A
quanto pare, Martini non ha ottenuto fin qui neppure i fondi richiesti a
giugno, se ancora pochi giorni or sono – in occasione della conferenza stampa
di fine anno - ha dovuto ribadire che “il
Mugello ha bisogno di 55 milioni di euro per il ripristino e la mitigazione
ambientale al termine dei lavori della tratta ferroviaria appenninica”. Non
si capisce quindi come – in circostanze così poco edificanti - abbia potuto
aggiungere: “L'esecutivo deve metterli a disposizione con grande rapidità dando un
segnale concreto a un territorio che si è comportato nella maniera opposta a
quella della Val di Susa”. E’ forse un complimento ai toscani, questo distinguo? Le umiliazioni subite dal territorio del Mugello, la pazienza
esercitata dalla sua popolazione, costituiscono forse un titolo di merito, da
contrapporre alla combattività di popolazioni che continuano a non accettare
come oro colato la pubblicità TAV e FS sui supertreni, quando i servizi per i
pendolari e le merci arrancano? O ci vorrebbero tutti toscani, in questo
Paese...?
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