Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 1.2.'03
NEI CANTIERI TOSCANI DELLA TAV, RECENTEMENTE "PREMIATI" DALL'EUROPA IN MATERIA DI SICUREZZA, SE N'È ANDATO UN ALTRO LAVORATORE DEL SUD.
Muore a Careggi nove giorni dopo il grave incidente in galleria all'arco rovescio il carpentiere Giovanni Damiano, 42 anni, della provincia di Benevento, sposato, con due figli.
E' il secondo operaio morto nella galleria "inaugurata" da Carlo Azeglio Ciampi il 20 febbraio 2001, quando era costruita ancora solo per metà (tutt'oggi largamente incompiuta). Non fu possibile in quella occasione al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del cantiere, circondato da un nutrito stuolo di dissuasori, raccontare al presidente della Repubblica i motivi della grave sofferenza fisica, sociale e morale che i lavoratori deportati dal Sud nel Mugello della TAV vivono tutti i giorni. Era un giorno di "festa obbligata": guai a sciuparla! Il presidente Ciampi non risulta aver mai risposto neppure alle lettere aperte inviategli in quella e in altre circostanze dai lavoratori, dall'associazione di volontariato Idra e dalla cooperativa Medicina Democratica.
Ancora una volta Idra esprime oggi tutta la propria indignazione civile per l'ennesimo "infortunio mortale annunciato", che si somma ai tanti altri che costellano la Grande Opera per antonomasia.
Forse domani i sindacati indiranno un'ora di sciopero. Una "prassi" che potrebbe ormai quasi essere scritta sul contratto di lavoro di queste centinaia di fratelli che dal Sud e da tutti i Sud d'Italia sono costretti a emigrare per sopportare i rischi e l'umiliazione del "ciclo continuo" nelle viscere dell'Appennino.
Questo il triste elenco delle altre cinque vittime dell'Alta velocità ferroviaria fra Firenze e Bologna.
10 aprile 2001 Assuntina Spina, residente in Via Puccini a Sesto Fiorentino (FI), 84 anni, ha perso la vita agganciata da un camion che usciva da uno dei cantieri dell'Alta Velocità ferroviaria in costruzione fra Firenze e Bologna.
Prima di lei, il 26 giugno 2000, ancora una volta sulla strada, moriva in località Ponte Nuovo a Calenzano (FI) Giorgio Larcianelli, 53 anni, di Scandicci, lui stesso camionista: trasportava terra per i cantieri dell'Alta Velocità, di ritorno dalle cave del Mugello.
Le altre tre vittime sono lavoratori delle gallerie TAV.
Il 31 gennaio 2000, nel tunnel di Vaglia (FI), al Carlone, è morto Pasquale Costanzo, 23 anni, elettricista di Petilia Policastro (Crotone), impiegato da due mesi nell'Alta Velocità.
Il 1 settembre 2000 moriva invece nel cantiere della galleria TAV di Monghidoro un operaio, Pietro Giampaolo, 58 anni, originario della provincia di Chieti, schiacciato dalle ruote di un camion in retromarcia.
Il 5 gennaio 2001 moriva nel cantiere TAV FT2 di Sesto Fiorentino (FI) Pasquale Adamo, 55 anni, di Quarto (NA), sposato e padre di tre figli, stritolato dalla coclea di un posizionatore all’imbocco della galleria di Monte Morello, a Quinto.
Ma il 29 novembre 2001 anche la tratta TAV Milano-Bologna ha conosciuto la sua prima vittima. Nel cantiere CEPAV della TAV vicino Villa Dallari, sulla strada per Campogalliano, a Modena, Francesco Minervino, 57 anni, dipendente della Modena Scarl, è stato travolto da un’escavatrice che stava procedendo in retromarcia all’interno del cantiere.
E il 22 febbraio 2002 un grave incidente è occorso a Franco Marrazzo, elettricista di 24 anni, ancora di Petilia Policastro, caduto da un ponteggio nella galleria di Morticine (Comune di Scarperia, Mugello).