Associazione di volontariato Idra

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totale n. 2 pagine (questa inclusa)

1.2.2000

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

 

TREDICI OSSERVAZIONI AI PROGETTI DI CAVE A GALLIANO E A SASSO DI CASTRO PER LA VARIANTE DI VALICO TRASMESSE DA IDRA ALLA REGIONE TOSCANA.

 

EVIDENZIATE:

Dopo il Comitato per la tutela di Galliano e il Comitato pro Monte Beni (del cui contributo tecnico si è giovata per la redazione della propria memoria, e che perciò ringrazia), anche l'associazione di volontariato ambientale Idra ha depositato un fascicolo di osservazioni contro la scelta dei siti di Galliano e di Sasso di Castro per l'estrazione degli inerti necessari alla costruzione del raddoppio autostradale appenninico.

Ecco in sintesi i principali argomenti della memoria tecnica in 14 cartelle depositata la settimana scorsa presso l'" Area Extradipartimentale Sviluppo sostenibile e Controllo ecologico, Progetto VIA" della Regione Toscana.

La stessa Giunta Regionale toscana censura la scelta di progettare due infrastrutture pesanti parallele nello stesso corridoio (Alta Velocità e Variante di Valico). "Gli effetti sul trasporto delle due infrastrutture non sono stati valutati contestualmente. Non c'è stata valutazione strategica dell'impatto ambientale, dell'assetto territoriale dell'area interessata, del sistema di trasporto futuro, delle aree socio economiche coinvolte. La Valutazione di Impatto Ambientale non ha riguardato gli effetti combinati dei due progetti. Valutazioni, negoziati, mediazioni (sia formali che informali) e accordi sui due progetti hanno avuto luogo in sedi, tempi e modi diversi, con procedure separate e con variabili livelli di intensità". La Giunta Regionale Toscana suggerisce al contrario di "evitare le cosiddette politiche di lusso (per esempio, miglioramento simultaneo di strada e ferrovia) che spingono, in modo indiscriminato, la domanda di trasporto".

Si legge tutto ciò in una pubblicazione della Regione, "Ambiente & trasporto, Verso una riconciliazione sostenibile", Dipartimento delle politiche territoriali e ambientali, gennaio 1997 (!).

Non si comprendono i motivi per cui è stato riproposto il sito di Sasso di Castro, del quale solo pochi mesi or sono la Società Autostrade rifiutava l'offerta da parte del Comune di Firenzuola in sostituzione della cava di Monte Beni, manifestando anzi l'intenzione di non servirsi più delle cave di Firenzuola. A Idra risulta che gli stessi funzionari della Regione Toscana abbiano giudicato "inadeguato" allo scopo il sito di Sasso di Castro (sia per la classificazione a Sito di Importanza Comunitaria che per la "scadente qualità" dei materiali).

Il sito contiguo a quello di progetto di Sasso di Castro risulta essere già cava di prestito in atto per l'approvvigionamento di inerti per la costruzione della tratta ferroviaria Alta Velocità Bologna-Firenze. Esso fu proposto e scelto in passato anche perché poteva considerarsi come ampliamento di una vecchia cava in abbandono. Ciò tuttavia non ha comportato una mitigazione degli impatti sul territorio, e le conseguenze dell'ampliamento sono risultate negative. Oggi, piuttosto che chiudere la cava esistente, che ha reso irriconoscibile il luogo, si presentano ulteriori progetti di allargamento. Si propone in realtà di aprire, dunque, all'interno di un Sito di Importanza Comunitaria, una nuova cava in piena regola, dotata di viabilità e impianti propri ed indipendenti, che pretende di proporsi come "ampliamento" per effetto dell'adiacenza alla cava già oggetto di disturbo ambientale per la tratta Alta Velocità. Siamo in presenza di un'analisi incompleta e tendenziosa degli effetti ambientali della scelta proposta, dato che non viene valutata la sinergia negativa delle conseguenze prodotte dalla somma degli interventi per le cantierizzazioni dell'Alta Velocità e della Variante di valico che insistono sullo stesso ambito territoriale.

Il "Sasso di Castro" compare come SIC (Sito di Importanza Comunitaria), col codice pSIC 36 IT5140002 (FI), nell’elenco dei siti proposti dalla Regione Toscana all'Unione Europea in base alla Direttiva europea 92/43/CEE "Habitat", "relativi ad habitat naturali e aree significative per la presenza di specie animali e/o vegetali di interesse comunitario".

Nella Deliberazione del Consiglio Regionale n. 342 del 10/11/1998, <<Approvazione siti individuati nel progetto Bioitaly e determinazioni relative all’attuazione della Direttiva Comunitaria "Habitat" >>, del sito "Sasso di Castro", alla voce "Descrizione", alla voce "Rischi reali per la conservazione" per il sito "Sasso di Castro" si legge: "Ambienti dove le attività antropiche (abbandono e riforestazione) hanno ridotto naturalità e diversità, necessitano di piani di conservazione (in preparazione - Provincia di Firenze). Probabile ampliamento di una cava interna al sito". E' dunque evidente la preoccupazione della stessa Regione Toscana connessa alle ipotesi di sfruttamento del sito a fini di cava.

Intorno al progetto di apertura di una cava sulle pendici del Monte Beni, a Firenzuola, per estrarre materiale occorrente alla realizzazione della Variante di Valico, il dirigente della Divisione I (Servizio conservazione della natura) del Ministero dell’Ambiente, ing. Francesco Gigliani, ricorda alla Regione Toscana, in una lettera del 4 marzo '99, che l’area è interessata da una proposta, avanzata dalla stessa Regione, di Sito di Importanza Comunitaria ai sensi della Direttiva 92/43 dell’Unione Europea (Direttiva Habitat) relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. Nella nota, inviata all’assessore all’Ambiente della Regione Toscana Claudio Del Lungo, "si fa presente l’opportunità di prevenire ogni azione sul sito in oggetto che possa risultare in palese dissintonia con la vocazione naturalistica dello stesso".

Diligentemente, due settimane dopo, l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana scrive al sindaco di Firenzuola, al presidente della Provincia, all’assessore regionale ai Trasporti e al Direttore generale del Servizio conservazione della natura del Ministero, spiegando che già il 27 ottobre del ’98 egli aveva espresso forti riserve sul progetto, "anche in ragione della presenza del Sito di Importanza Comunitaria". E aggiunge: "Si rileva, a parere di questo Assessorato, che interventi come quello previsto non siano compatibili con le azioni intraprese dalla Regione Toscana in osservanza alle disposizioni comunitarie". Forte della nota del Ministero dell’Ambiente, l’assessore invita pertanto "le Amministrazioni in indirizzo e gli uffici regionali per i seguiti di competenza a prevenire qualsiasi azione in contrasto con l’attuazione della Direttiva succitata". Adesso Monte Beni è salvo. Idra chiede che la stessa attenzione sia dimostrata per il Sito di Importanza Comunitaria di Sasso di Castro.

Dall'analisi del progetto emerge infine una palese incompatibilità fra gli impatti previsti e la presenza di un ampio e rilevante quadro di vincoli, che tutela le peculiarità della zona e gli stessi orientamenti della programmazione provinciale e regionale (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Firenze (P.T.C.P.); Oasi faunistica di protezione "Belvedere"; aree protette (DCR 296/88) di tipo a) n°15, e di tipo b), c), d) n° 15b; vincoli della L.. 431/1985 (aree boscate); vincolo idrogeologico RDL n. 3267/1923; aree di rispetto delle sorgenti).

 

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