Associazione di volontariato Idra
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Autodromo del Mugello impossibile: interviene a fianco dei cittadini il
Difensore civico della Regione Toscana
Dopo gli appelli
inutilmente inviati da Idra
all’Azienda sanitaria perché assumesse provvedimenti a tutela del diritto alla
salute di cittadini e operatori economici costretti, nel “verde Mugello”, a
condizioni di vita invivibili nell’area in cui si irradia l’inquinamento acustico dell’autodromo del Mugello, interviene adesso a chiare lettere il
Difensore civico della Regione Toscana Giorgio Morales. Cittadini residenti in
prossimità dell'autodromo e che vi esercitano all’aperto le proprie attività produttive
e commerciali lamentano – scrive il
Difensore civico al sindaco del Comune di Scarperia – “una situazione di forte disagio sia per la propria salute sia per
l'esercizio delle richiamate attività a causa del continuo rumore proveniente
dall'autodromo”. La questione, aggiunge il dr. Morales, è stata già
portata a conoscenza sia dell’Amministrazione comunale sia degli organi
preposti in materia ambientale e sanitaria. E ricorda come l’associazione di
volontariato Idra abbia rivolto
numerosi appelli alla ASL per sollecitarne l'intervento, evidenziando le condizioni
di esistenza di quanti risultano esposti al continuo rombare dei motori: “Nessun intervento di mitigazione di
barriere risulta essere stato realizzato a loro beneficio nonostante
l'elevatissimo rumore di fondo proveniente dal circuito. A fronte dell'evidente
danno alla salute che deriva a questi cittadini dalle attività necessariamente
all'aperto in quanto lavoratori di una azienda biologica. Costretti in
alternativa a stare tappati in casa anche d'estate, con 45 decibel ammessi e
anch'essi superati, neppure in grado di programmare il riposo pomeridiano
giacché non viene comunicato loro il calendario delle ore di pausa". Ma
“nessun
intervento – osserva il dr. Morales
- sarebbe stato effettuato dalla Azienda
sanitaria del Mugello nonostante
la stessa Arpat lo avesse sollecitato ai fini dell'adozione di eventuali provvedimenti
di natura sanitaria”.
L’unico
provvedimento assunto suona beffardo.
Dopo che l’Arpat ha misurato l’avvenuto superamento persino del limite di 45
decibel all'interno di una abitazione e a finestre chiuse, l’unica iniziativa è
stata quella di prendere atto dell'impegno della Ferrari s.p.a di "verificare la stato degli infissi
attuali e sostituire gli infissi esistenti non adeguati o installare delle
controfinestre all'abitazione"! Al
riguardo, il Difensore civico non usa eufemismi: “La situazione in questione appare alquanto atipica, per il fatto che una volta verificato il
superamento dei limiti di inquinamento acustico previsti dalla legge, invece che individuare degli strumenti e
degli interventi utili a mitigare il rumore prodotto da parte della fonte di
questo, si interviene sul soggetto ricettore”! Del resto, “la misura
adottata appare - almeno a questo primo stadio di esame della questione -
parzialmente inutile in quanto idonea a
mitigare il rumore solo all'interno dell'abitazione con le finestre chiuse e
non intervenendo in alcun modo sul disagio che gli istanti riferiscono nel
condurre la propria vita quotidiana e lavorativa all'esterno di questa”.
Sembra paradossale, ma il Difensore civico si trova
costretto a ricordare al Sindaco, cioè all’autorità sanitaria locale, e al
dirigente responsabile dell’igiene e sanità pubblica dell’Azienda Sanitaria in
Mugello (al quale pure è indirizzata la nota, datata 22 settembre), ciò che su
analoga questione ha affermato il Tribunale di Milano,
con riferimento all'Autodromo di Monza: “È
indubbio che immissioni rumorose eccedenti il limite di tollerabilità, oltre
che potenzialmente dannose per la salute sono produttive di un immediato
pregiudizio alle condizioni di vita essenziali per la piena realizzazione della
persona”. In particolare, secondo il Tribunale di Milano, aggiunge Morales,
“i
diritti azionati dai ricorrenti (il libero e pieno realizzarsi delle attività
della persona e il diritto alla salute) sono preminenti rispetto alla libertà
di iniziativa economica privata, che ai sensi dall'art. 41 della Costituzione
non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana, con la conseguenza
che le "attuali immissioni non possono protrarsi nel tempo, pena la
lesione di diritti individuali costituzionalmente tutelati". Da qui l'imposizione della sospensione
dell'attività motoristica che preveda l'impiego di veicoli non muniti di idoneo
sistema silenziatore”.
Il giudice della quarta sezione
civile del Tribunale di Milano, Marco Manunta, ha evidenziato nella
propria ordinanza, emessa l’11 novembre
2005, la prevalenza costituzionale del diritto alla salute su ogni altro
interesse commerciale: “E’ appena il caso
di osservare che, in base ai dati di comune esperienza e alle acquisizioni
indiscusse sul piano medico-legale, l’esposizione prolungata a fonti di rumore
eccedenti la normale tollerabilità, oltre a menomare il diritto al benessere e alla piena
estrinsecazione delle facoltà personali (protetti dall’art. 2 della Costituzione),
è concretamente suscettibile di causare danni, anche irreversibili, alla
salute. (...) Non è superfluo
ricordare che i diritti individuali in esame, una volta lesi, non possono
essere risarciti né in forma specifica, né per equivalente, in quanto la
liquidazione di una somma di danaro non offre al danneggiato la possibilità di
procurarsi, neppure in via mediata, la soddisfazione dell’interesse
pregiudicato, ma fornisce solo un’utilità del tutto diversa (patrimoniale) di
carattere meramente indennitario e che non può avere mai contenuto restitutorio
del diritto pregiudicato. In tal senso,
quindi, la situazione di pericolo dedotta dai ricorrenti delinea un pregiudizio tipicamente irreparabile
ai sensi e per gli effetti dell’art. 700 c.p.c.”. In ogni caso, osserva il giudice, “va considerato che nella specie le esigenze
della “produzione” si traducono nell’esercizio di un’attività assolutamente voluttuaria (gare motoristiche), pericolosa, priva di utilità sociale e
con un pesante impatto ambientale; caratteristiche che rendono l’attività
stessa legittima e lecita solo ove non vengano pregiudicati interessi giuridici
di maggiore dignità, quali quelli di cui sono portatori gli odierni ricorrenti”.
Non senza aver ricordato “il danno economico alle attività
svolte dagli istanti a causa della presenza dell'autodromo”, il
Difensore civico regionale chiede al Sindaco, “anche in considerazione della disponibilità già dimostrata in altre
occasioni, di voler fornire a questo ufficio i chiarimenti e le osservazioni
necessari ad un completo esame della vicenda, volendo fin da ora considerare l'urgenza della situazione e la conseguante
necessità di adottare nuovi provvedimenti per cercare di soddisfare quelle che
appaiono come legittime esigenze e richieste dei cittadini interessati”.
Speriamo che sia la volta buona!
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