Intorno al progetto TAV, a Firenze, si è innescata una dialettica tutta interna al centro-destra, che a Roma è al governo mentre a Palazzo Vecchio è all’opposizione. Coerentemente col proprio impegno in campagna elettorale, Giovanni Galli insiste nel proporre al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli che si cerchi una alternativa al sottoattraversamento approvato oltre 10 anni fa. Durante il lungo e approfondito incontro che Idra ha avuto col candidato Galli e il suo staff il 16 maggio scorso, l’attuale capogruppo del Popolo della Libertà ebbe a dire: “Ho avuto l’opportunità di incontrarmi con il ministro. Mi sono preso la briga di chiedergli in particolare, sul discorso della TAV, se a questo tipo di progetto che dovrebbe essere realizzato non ci fossero delle alternative. Lui mi ha detto che si possono trovare delle alternative. Non è che ha detto: «Questo non si può toccare! No, non si può far niente!». Mi ha dato questa disponibilità: «Trovami un’alternativa, studiamo un’alternativa»”.
Del resto, durante la campagna elettorale per l’elezione del sindaco nel capoluogo toscano, rileva Idra, sul progetto Italferr di sottoattraversamento si sono spese molte altre voci illustri. Così Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del premier Silvio Berlusconi, sulle colonne del Corriere Fiorentino, il 14 giugno: “A chi gli ricorda che l’appalto della TAV è già stato vinto, ribatte che queste sono cose «leguleie. Non so se l’appalto si può fermare o meno. Ma i fiorentini non hanno mai espresso un parere. Capiamo di cosa ha bisogno Firenze»”.
Nell’attuale passaggio, cruciale per la vita di Firenze, in cui gli impegni di ieri sulla TAV vengono difesi dal centro-destra in riva all’Arno, ma sono apparentemente rimossi in riva al Tevere, il portavoce di Idra ha deciso di scrivere direttamente al ministro delle Infrastrutture. Prende lo spunto da un’intervista comparsa giovedì scorso sul Corriere Fiorentino, là dove al ministro Matteoli sono attribuite queste dichiarazioni: “Se i fiorentini sono d’accordo a far perdere altri tre anni all’Alta velocità, io non lo sono. [...] Io voglio che i lavori partano immediatamente. [...] Io la penso in questo modo, e dico come la penso perché sono un uomo libero. E poi, io ho la responsabilità come ministro, di affrontare la questione”.
Nella lettera al responsabile delle Infrastrutture Idra tocca il nervo scoperto della credibilità del progetto – e del suo tormentato percorso – sotto il profilo della democraticità e dell’informazione: “Noi apprezziamo, signor Ministro, che Ella rivendichi a sé il diritto alla dignità di ‘uomo libero’. Siamo altrettanto certi che Ella condivida il fatto che tale dignità possa e debba essere appannaggio di ogni singolo cittadino del nostro Paese democratico. Le chiediamo quindi se Ella non si sentirebbe un po’ meno ‘libero’, come cittadino appunto, nel caso in cui – dopo avere sottoposto più volte a un membro del Governo dati, osservazioni, dubbi e proposte su temi che coinvolgono per parecchi anni la vita di intere collettività, come i progetti TAV – Le capitasse di non ricevere alcuna risposta. È ciò che è successo a noi, signor Ministro, quando Le abbiamo scritto – e ripetutamente – allorché Ella rivestiva la carica di Ministro dell’Ambiente. Fra il 2001 e il 2006 la nostra Associazione Le ha inviato una cospicua mole di informazione e documentazione, dai contenuti talora inquietanti. Non paiono essere stati considerati. Eppure organi istituzionali di tutto rilievo come il Tribunale di Firenze e l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici hanno attestato la fondatezza e la serietà delle nostre segnalazioni sia in materia ambientale che finanziaria. E’ naturale, ci sembra, che una sensazione di ‘minore libertà’ derivi ai cittadini da questo tipo di rapporto un po’ frustrante con le autorità governative espressione della democrazia rappresentativa. Ci auguriamo che Ella possa riconoscere la legittimità di questo sentimento di mortificazione”.
Ed ecco la proposta costruttiva di Idra: “Torniamo dunque a chiederLe un colloquio, una verifica, un confronto, meglio ancora se pubblici, su un tema – il progetto di sottoattraversamento per il nodo ferroviario, appunto, affidato a general contractor – che ai fiorentini non può non stare a cuore. Esso prevede opere suscettibili di mettere a repentaglio la sicurezza e l’economia della città del fiore, di incidere pesantemente sugli equilibri erariali e di condizionare negativamente un’intera fase della vita di decine di migliaia di persone, residenti e visitatori. Forse si tratta di diritti che non conviene liquidare sbrigativamente come argomenti pretestuosi o richieste fastidiose. Conviene forse considerare la democrazia, il consenso, la condivisione locale beni comunque preziosi, da coltivare e promuovere, anche se un po’ in ritardo sulle attese di tanti. Le chiediamo perciò di poter discutere con Lei e con gli esperti del Ministero i contenuti dei documenti che Le abbiamo trasmesso in questi anni, gran parte dei quali riteniamo conservino una stringente attualità, e di poter valutare insieme le ulteriori indicazioni che ci forniscono l’esperienza del disastro TAV in Mugello e quella del tormento TAV a Bologna”.