Idra esprime solidarietà alla Valle che resiste, e si appella alle istituzioni: “Se non volete ascoltare la Valle, ricordate almeno il disastro della TAV in Toscana. E non trascurate gli avvertimenti della BCE, per non far andare il Paese in bancarotta!”.
Sabato 23 marzo, ancora una grande manifestazione popolare in Val di Susa. Ancora una volta, non contro qualcosa o qualcuno, ma in alternativa al modello TAV, massiccia e sistematica dissipazione di risorse erariali e ambientali, e – paradossalmente, è un vero en plein – aggravamento delle criticità nei trasporti.
Restano infatti del tutto valide le ragioni dell’appello alla desistenza dalla TAV Torino-Lione contenute nelle “Osservazioni” della Comunità Montana della Bassa Val di Susa e Val Sangone e trasmesse il 28 marzo 2012 al presidente del Consiglio Mario Monti.
L’associazione di volontariato ecologista fiorentina Idra esprime, come di consueto, la propria solidarietà al popolo della Valle. Gli anni, tuttavia, sembrano passare inutilmente: nessun segno di buon senso e di ripensamento, per una buona amministrazione della cosa pubblica, appare provenire dalle istituzioni.
Nemmeno l’esperienza toscana – incredibilmente! – pare impartire alcun utile ammaestramento agli enti decisori della TAV italiana.
Eppure, proprio in questi giorni, la Corte di Cassazione ha corretto la precedente sentenza di appello, sostanzialmente assolutoria, nel processo penale per i danni TAV in Mugello e a Monte Morello.
Eppure, una nuova inchiesta della Procura di Firenze ha interessato persino i lavori propedeutici del sottoattraversamento TAV per il Nodo ferroviario fiorentino. Le indagini, secondo notizie di stampa, avrebbero portato alla luce “un’osmosi perversa, poco meno che terrificante, fra potere politico, committenza pubblica, appaltatori privati e criminalità organizzata”.
In tale contesto, Idra segnala il recentissimo rapporto della BCE dal titolo “Fiscal stimulus in times of high debt” («Lo stimolo fiscale in tempi di alti deficit»). Lo studio prende in esame i parametri economici e finanziari di 17 stati europei dal 1970 al 2010, per individuare la relazione tra l’aumento della spesa degli Stati e degli investimenti pubblici da una parte, e il PIL e gli investimenti privati dall’altra. La conclusione è che per i Paesi che hanno un debito pubblico elevato - e quello italiano è stratosferico! - la leva di maggiori investimenti si è rivelata inefficace, mentre nuovi stimoli di tipo fiscale si sono rivelati controproducenti.
Questo quindi l’appello di Idra alle istituzioni: “Se non volete ascoltare la Val di Susa, ricordate almeno il disastro TAV in Toscana, e le sofferenze di Bologna. Non trascurate gli avvertimenti della BCE, se davvero volete evitare il disastro…!”.