Ieri mattina, all’età di 87 anni, ci ha lasciato la pasionaria delle battaglie per l’ex sanatorio Banti, Gina Pratesi, infermiera professionale, promotrice già dal lontano 1996 di una petizione (testo allegato) al ministro della Sanità: “L’ospedale-sanatorio Banti sia restituito alla tutela della salute”.
Appoggiata da un piccolo gruppo di affezionati e combattivi cittadini che con lei hanno fondato il Comitato per il Banti, Gina Pratesi ha raccolto sotto questa petizione con le sue forze, con la sua pervicace determinazione, grandissima parte delle circa 8.000 firme di cittadini che hanno voluto condividere l’obiettivo del recupero pubblico dell’ex sanatorio dell’”aria bona”, e del suo splendido parco.
Da un certo punto in poi, anche Idra ha sostenuto la battaglia per il Banti (qui l’ultima testimonianza nei comunicati stampa dell’associazione), e insieme a Gina Pratesi e agli altri animatori del Comitato ha provveduto a presentare quelle firme, e a chiederne il rispetto, in tutte le possibili sedi istituzionali: Governo, Prefettura, Comuni, Provincia, Regione, Azienda Sanitaria, Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico.
Della vicenda si è occupata anche RaiUno, che il 20 settembre 2008 le ha dedicato un servizio, “Toscana – Immobile sanità?”, a cura di Elisabetta Barozzi.
Il Banti è ancora lì, abbandonato e inutilizzato. Ma un risultato importante l’ha ottenuto, la mobilitazione promossa da Gina Pratesi. Il più recente protocollo d’intesa sottoscritto il 18 giugno 2012 dalla Regione Toscana, dall’Azienda Sanitaria di Firenze, dal Comune di Vaglia e dalla Società della Salute Zona fiorentina Nord-Ovest prevede, sì, l’alienazione della struttura (con procedure ad evidenza pubblica), ma vincolandola ad un uso socio-sanitario.
Oggi, alle Cappelle del Commiato di Careggi, e domani mattina, per il funerale, alla Pieve di Cercina (Sesto Fiorentino, in collina), l’ultimo saluto a Gina Pratesi.