Un nuovo referente di progetto per la TAV a Firenze e a Bologna. Lo ha appreso ieri nel corso dell’audizione tenuta davanti all’Osservatorio Ambientale per il Nodo Alta Velocità di Firenze l’associazione ecologista Idra, che aveva proposto all’organo di controllo un aggiornamento informativo sui danni e sui disagi gravi che la TAV sta provocando da anni a Bologna. Una situazione che ha spinto in queste settimane decine di famiglie, esasperate dagli sforamenti delle polveri sottili pm10 (a fine giugno la centralina nel cantiere della TAV ne aveva già segnalati 190, riportano le cronache, contro i 35 massimi consentiti in un anno intero dalla normativa), guidate dal comitato di via Carracci, a una inedita class action che veda convenuti non solo RFI e l’impresa appaltatrice dei lavori, bensì anche ed eventualmente il Comune e la Provincia di Bologna, e la Regione Emilia Romagna. Una situazione che Idra ha documentato nel video distribuito ieri in dvd a ciascuno dei membri dell’Osservatorio e al progettista Italferr.
L’ing. Bocchimuzzo sostituisce l’ing. Marco Rettighieri (trasferito, si è saputo, al Nodo di Roma).
A proposito dei problemi e dei ritardi TAV a Bologna l’ing. Rettighieri aveva spiegato ai microfoni di RaiUno, lo scorso aprile: “Ci sono stati alcuni imprevisti di natura geologica che sono stati riscontrati durante l’esecuzione dei lavori”.
Proprio le criticità del progetto TAV sotto il profilo idrogeologico erano state sottolineate dall’associazione fiorentina nelle Osservazioni sul progetto di Nodo AV di Firenze trasmesse ai Ministeri già undici anni fa, nel luglio del ’98, nonché nelle Note tecniche trasmesse alla segreteria della Conferenza di servizi a febbraio del ’99. Invano Idra si era rivolta in questi mesi a RFI per ottenere ulteriori delucidazioni sugli imprevisti registrati a Bologna. Il portavoce dell’associazione, Girolamo Dell’Olio, ha quindi chiesto ieri de visu all’ing. Bocchimuzzo, presente alla seduta dell’Osservatorio, un incontro urgente che possa fornire elementi di conoscenza su ciò che accade a Bologna utili a prevenire conseguenze analoghe, o persino peggiori, nella ‘città del fiore’.
Presso l’Osservatorio Idra ha depositato ieri, al riguardo, il più recente contributo di studio della prof. ing. Teresa Crespellani, docente di Ingegneria Geotecnica Sismica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze, presentato nel corso di un incontro informativo organizzato a Castello lo scorso giugno dall’associazione fiorentina: una relazione in power point intitolata “Rischi e criticità del sottoattraversamento Campo di Marte-Castello e della Stazione AV sotto il profilo ingegneristico e geotecnico”, che – a partire da casi di crolli di tunnel e opere in sotterraneo verificatisi in più luoghi nel mondo, anche in Paesi tecnologicamente avanzati (Regno Unito, Spagna, USA, Germania) – analizza il caso del progetto di sottoattraversamento AV di Firenze sotto il triplice profilo di rischio legato all’invasività dell’opera, alla complessità del sottosuolo e alla densità urbana.