Firenze è (anche) questo.
In cambio di un torrente artificializzato e moribondo (il Mugnone), ancora una volta spesa pubblica saltata, tempi di cantiere aleatori, stili di lavoro poco proponibili.
Passeggiare lungo il Mugnone di fronte allo scientifico “Leonardo da Vinci” in una mattina di fine estate (31 agosto 2011).
Sopra, accanto a viale Redi, pista ciclabile nuova di zecca. Sotto, un nastro giallastro rettilineo di acqua stagnante, poggiato sul fondo di un parallelepipedo (foto 01-02). Un Mugnone sempre più canalone. All’americana. Sopra l’acqua – ferma e invisibile se ce n’è – uno strato di alghe (foto 03).
Sul lato liceo, parapetto continuo e zero alberi (foto 04), tranne un ultimo, solitario, sopravvissuto a un intero filare abbattuto (foto 05) per far posto (foto 06-08) al cantiere e alle sue barriere (foto 09), lungo le quali si è camminato in Via Buonsignori per mesi e mesi – abitanti e studenti – a proprio rischio e pericolo (foto 10-11).
Iniziata a metà marzo 2008, la “messa in sicurezza del torrente Mugnone”, però, non è ancora ultimata.
Doveva durare 960 giorni, e costare 44,5 milioni di euro. 960 giorni scadevano il 2 novembre 2010: ma i lavori non sono finiti. I soldi sì. E oggi servono altri 16,1 milioni di euro, a quanto si legge nell’accordo (balneare) per la TAV del 3 agosto scorso. I fondi sono stati reperiti, sembra, in una partita che vede però soppressi altri interventi già annunciati e sottoscritti per ‘compensare’ i danni e i disagi del sottoattraversamento TAV, una ‘modernizzazione’ a beneficio di pochi-pochissimi. Con l’accordo del 3 agosto, un tratto di penna appare esser passato sulle fermate di un servizio ferroviario metropolitano che – si era detto – sarebbe andato invece a beneficio di tutti… Cancellato – se leggiamo bene – il completamento della fermata metropolitana di Via Perfetti Ricasoli. Cancellata la seconda fase della fermata metropolitana delle Cure. Cancellata la fermata di Via Circondaria. Cancellate le fermate metropolitane di Peretola Aeroporto e di San Salvi.
Sul cantiere-Mugnone si lavora ancora, dunque, dietro i teli strappati (foto 12).
E si lavora così, come queste immagini documentano (foto 13-15), senza dispositivi di protezione per l’ambiente né per gli stessi lavoratori. Con bilici che, posizionatisi necessariamente di traverso su Via Mariti, entrano a retromarcia in quello che scuole, educatori, bambini e cittadini alleati avevano progettato venti anni fa come un “triangolo verde” (foto 16), un giardino da autogestire.
Approvato nel Piano regolatore, è diventato invece un po’ cantiere, un po’ parcheggio, un po’ chiosco-bar, un po’ dormitorio per le maestranze della tramvia (foto 17), un po’ – quello che avanza – verde spelacchiato e degradato di risulta (foto 18-21).
È civile?
Povera Firenze… (foto 22)!