IDRA STUDIA, PROPONE E CHIEDE UDIENZA. MA LA REGIONE TACE O RINVIA. URGE OSSERVATORIO CIVICO
Dove si sta scavando per la stazione Foster e per i tunnel TAV, i torrenti Mugnone e Terzolle sono esondati nel 1992: al Romito, in via Mariti, in piazza Dalmazia. Eppure manca ancora il tassello decisivo per la messa in sicurezza dell’infrastruttura e del quartiere: il quarto e delicatissimo sottopasso dell’ampio fascio ferroviario in uscita da Santa Maria Novella, e la sistemazione dell’intero torrente da monte a valle.
Idra è andata a leggere le carte e a interpellare le autorità di controllo. Il progetto è datato, l’omologazione è scaduta: ma il Genio Civile della Regione Toscana sembra intenzionato a rinnovare l’omologazione utilizzando dati pluviometrici vecchi di oltre due lustri. Come se niente di preoccupante fosse successo in questi anni nell’area metropolitana fiorentina. Come se il territorio urbano e periurbano fosse stato accortamente manutenuto, risanato, spermeabilizzato. Come se gli eventi meteorologici estremi fossero argomento buono solo se e quando aiutano a giustificare una certa retorica energetica green palesemente speculativa.
E allora Idra ha preso carta e penna e ha scritto ai vertici degli uffici competenti della Regione Toscana, a partire dal direttore del settore Difesa del suolo, chiedendo un cortese tempestivo riscontro all’istanza di un colloquio sull’argomento. “La nostra Associazione – segnala Idra – desidera poter offrire un contributo costruttivo, sulla scorta delle esperienze maturate in trenta anni di monitoraggio della cantierizzazioni AV sotto l’Appennino, a Monte Morello e nella città di Firenze, al raggiungimento dell’obiettivo dichiarato dai proponenti il progetto di bypass del torrente Mugnone fra il ponte del Romito e il ponte all’Asse: la messa in sicurezza efficace e credibile di una ‘grande opera’ come la stazione sotterranea Alta Velocità di via Circondaria coi tunnel che vi afferiranno, ma anche di una porzione significativa di città, quella che gravita intorno ai torrenti Mugnone e Terzolle, tracimati nel ’92, e nella cui area di esondazione (ad elevato livello di rischio idraulico, pertanto, anche nelle mappe dell’Autorità di bacino) è stata ‘coraggiosamente’ progettata – ed è in corso di costruzione – la stazione Foster”.
Idra suggerisce due cautele fondamentali.
“1. Il dimensionamento dell’intervento di bypass del Mugnone è basato su un set di dati fissati un quarto di secolo fa, prima cioè che si rendessero palpabili i drammatici incrementi di rischio derivanti dall’accresciuta frequenza e intensità di fenomeni meteorici estremi. Da un quarto di secolo fa ad oggi sono emerse oggettivamente molte nuove indicazioni di rischiosità, Quel tipo di dimensionamento pertanto non risulta più rappresentativo. Il progetto necessiterebbe oggi quindi di un’adeguata rivisitazione alla luce dei nuovi fattori di rischio sopraggiunti: si tratta di ricalcolare idraulicamente il dimensionamento dell’intervento, in relazione ai parametri cui è tenuto ad attenersi (fra questi, i tempi di ritorno delle piene, i dati pluviometrici – possibilmente aggiornati -, gli altri coefficienti di sicurezza). A maggior ragione in un contesto prezioso e fragile come quello fiorentino, caratterizzato da una cospicua tradizione storica di piene ed esondazioni del fiume Arno e – come gli eventi più recenti nel comprensorio fiorentino-pratese-pistoiese confermano – dalle criticità emergenti presentate dal reticolo idrico minore.
2. Potrebbe risultare comunque non sufficiente l’incremento nominale della capacità di smaltimento delle acque provenienti da monte in corrispondenza del fascio ferroviario del Romito se non si fosse provveduto contestualmente alla messa in sicurezza dell’intera asta del torrente, in termini di cura, manutenzione e interventi di sistema miranti a restituire – anche attraverso attività strutturate – equilibrio al territorio collinare, periurbano e urbano, ponendo attenzione ad esempio alla cura del patrimonio boschivo, al restauro dei terrazzamenti agrari e delle opere idrauliche, alla corretta gestione dei rifiuti, alla riduzione delle golene impermeabilizzate, alla mitigazione preventiva dei tempi di corrivazione delle acque. A questo scopo parrebbe necessario un investimento economico e culturale assai più significativo della mera apertura di un quarto fornice sotto il fascio ferroviario, che potrebbe continuare a esser soggetto – come gli altri sin qui – a riempirsi di fango, rami secchi, sabbia e detriti di risulta provenienti da monte”.
Ad oggi, nessun riscontro. Al contrario, proprio mentre il Mugnone e i sottopassi di Rifredi tornano a manifestare tutta la fragilità del sistema dopo solo due ore di pioggia, arriva il rinvio dell’incontro urgente richiesto dieci giorni or sono al Genio Civile sul tema del bypass del torrente Mugnone “per la cui omologazione – scrive l’associazione - sarebbero utilizzati riferimenti apparentemente superati, che paventiamo essere potenzialmente inidonei”. Accordato dal Dirigente soltanto per il prossimo 14 febbraio, invece che anticipato l’incontro viene per l’appunto oggi ulteriormente rimandato. Il Dirigente, scrive al presidente di Idra il responsabile EQ procedure autorizzative, “per sopraggiunti impegni non potrà incontrarla il 14/ p.v. e pertanto la invito a contattarlo direttamente per fissare altra data”.
Idra lancia a questo punto un appello alla cittadinanza. Cercansi urgentemente ingegneri idraulici volontari a costituire con l’associazione un osservatorio civico indipendente sui progetti di adeguamento idraulico del Mugnone, per nessuno dei quali (come per la stazione Foster, del resto) è stata mai adottata una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
In gioco non c’è soltanto la sicurezza della stazione e del sottoattraversamento TAV, nel quale il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco individua l’assenza dei requisiti imposti dal DM 28/10/2005 ‘Sicurezza nelle gallerie ferroviarie’ (Allegato 2, punto 2.3.1: “Le autorità locali competenti devono approntare congiuntamente un piano di emergenza sulla scorta degli scenari di incidente ipotizzati che tenga conto delle indicazioni generali e specifiche al fine di definire, per i vari scenari, compiti e responsabilità dei vari enti coinvolti nelle operazioni di soccorso. Il piano di emergenza deve essere proposto fin dalla fase di progettazione”).
Non c’è soltanto la credibilità urbanistica e progettuale della Foster, su cui il segretario dell’Autorità di Bacino ironizza: “Attenzione, la cassa d’espansione del Mugnone mi diventa la stazione Foster”.
In gioco c’è la salvaguardia di un intero pezzo di città, da Piazza Dalmazia a San Jacopino, dal Ponte all’Asse al Ponte alle Riffe, e su su risalendo lungo le sponde del Mugnone con Calandrino in cerca dell’elitropia.