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Rigassificatore a Piombino, ‘antifascismo’ a Firenze: due mondi che non comunicano?

Idra torna a denunciare il comportamento del presidente-commissario Giani: il Tar del Lazio avallerà la politica gattopardesca del “cambiare tutto perché non cambi niente”?

4 marzo 2023, ‘antifascismi’ a confronto

4 marzo 2023, ‘antifascismi’ a confronto

Secondo Eugenio Giani, Dario Nardella e Elly Schlein, campioni dell’‘antifascismo’, il rigassificatore imposto alla comunità di Piombino è cosa buona e giusta, come le parole della preside Savino, per la quale il fascismo è nato quando, “ai bordi di un marciapiede qualunque, la vittima di un pestaggio per motivi politici è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti”.

Peccato che Piombino viva esattamente questa condizione. Anche gli abitanti, le categorie economiche e il sindaco di quella città sono stati discriminati e lasciati ai bordi di un marciapiede politico qualunque, e si sentono amaramente vittime di un pestaggio istituzionale, abbandonati a sé stessi da istituzioni pubbliche sorde e indifferenti. “Abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza”, ha scritto la preside in sostegno della quale hanno sfilato, a Firenze, le stesse ‘anime belle’ che così tanti abitanti di Piombino percepiscono invece come ostili, responsabili di violenza e prepotenza nei confronti di quella collettività.

Per un verso, dunque, per la proprietà transitiva, secondo gli standard dell’ ‘antifascismo’ che hanno inteso celebrare a Firenze i suoi alfieri, il rigassificatore imposto a Piombino equivarrebbe a una sana misura democratica. Alla cittadinanza della costa che legittimamente si difende, si dovrebbe invece imputare un’esecrabile indifferenza al bene comune: quello che, contraddicendo ogni agenda ecologica, il governo nazionale e quello regionale perseguono solidali promuovendo scenari pluridecennali di dipendenza da un gas superfossile, estratto con impatti ambientali devastanti in un Paese, gli USA, fortemente impegnato in un conflitto bellico ad altro tasso di pericolosità per la nostra stessa nazione.

C’è però, appunto, un’altra possibile lettura della vicenda. E cioè che al cosiddetto ‘fascismo’ assomigli piuttosto la scelta di imporlo, quel rigassificatore, contro la volontà di una comunità chiamata a sopportarne le conseguenze: una metodologia dirigista, autoreferenziale, sorda alle istanze popolari, gelida esecutrice di un decreto che esonera le istituzioni pubbliche dall’applicazione delle leggi a tutela dell’ambiente e della sicurezza.

Propendendo per questa seconda lettura del caso-Piombino, Idra prosegue domani alle 15 e dopodomani alle 9.30 in via Cavour 2 e 4, sotto il Palazzo del Pegaso, dove sono in calendario le prossime sedute del Consiglio regionale della Toscana, il presidio di denuncia del comportamento del presidente-commissario, che ha rifiutato ogni contatto con la popolazione e con la stessa associazione, contravvenendo non solo alle regole del galateo istituzionale, ma anche all’impegno pubblicamente registrato di apertura di un tavolo tecnico con la delegazione multidisciplinare nazionale proposta da Idra.

Per mercoledì 8 marzo è fissata poi l’udienza del Tar del Lazio di discussione, nel merito, del ricorso presentato dal Comune di Piombino. Il Tar avallerà la politica energetica gattopardesca del “cambiare tutto perché non cambi niente”? Sarà l’emergenza climatica ancora una volta uno slogan all’ombra del quale confermare un modello insostenibile di approvvigionamento e di consumi, e giustificare nuovi provvedimenti di de-democratizzazione del Paese e di crescente controllo sociale?

Nel corso dell’importante appuntamento giuridico-scientifico promosso venerdì scorso dal “Comitato salute pubblica” di Piombino col patrocinio dell’Amministrazione comunale, un cittadino ha richiamato tutti noi a un compito fondamentale: “Le leggi ci difendono, e sono tutte leggi importanti, fatte di una storia di anni di lotte di persone che come noi si sono impegnate. E sono leggi che si rifanno alla Costituzione. Ecco: sta a noi difendere la Costituzione, sta a noi far rispettare le leggi!. Con questo stesso convincimento Idra ha portato dinanzi al Parlamento europeo il caso-Piombino, depositando a Bruxelles una petizione che è in attesa di risposte: il progetto di rigassificatore risulta infatti approvato in deroga alle discipline della valutazione di impatto ambientale e della normativa sul rischio di incidente rilevante.

Angelo Tartaglia, Istituto Nazionale di Astrofisica, Senior Professor del Politecnico di Torino, ha sottolineato anch’egli nel corso dalla conferenza dibattito del 3 marzo che, al di là di quella climatica, bellamente ignorata, non  esiste un’emergenza nazionale che giustifichi procedure straordinarie al di sopra delle leggi vigenti. La primissima delle priorità è dunque ridurre i consumi di energia, abbandonare le fonti fossili e usare le risorse energetiche rinnovabili del luogo in cui si vive: il tempo di riferimento è il decennio, non secoli! In particolare, poi, ha aggiunto, non serve cambiare le forme, con l’etichetta ‘green’ o ‘sostenibile: va cambiato il meccanismo, abbandonando le logiche orientate al profitto. Occorre quindi adottare il modello dell’autoproduzione diffusa, che serva a soddisfare il proprio fabbisogno e non risponda invece alle logiche di mercato. Il rigassificatore risponde invece ad una operazione con valenza commerciale e va in direzione opposta a quanto richiesto dall’emergenza climatica, e quindi anche contro gli interessi nazionali reali.

A Piombino, poi, c’è se possibile un problema in più. Navi-mostro come la Golar Tundra e le metaniere via via in arrivo e in ripartenza, posizionate in un piccolo porto accanto alle residenze, in conflitto col traffico navale mercantile e turistico per l’Elba, l’arcipelago, la Corsica e la Sardegna, rappresentano un fattore di rischio che sarebbe irresponsabile trascurare. “C’è una legge fondamentale dell’ingegneria che dice che qualunque impianto è soggetto a guastarsi”, ha affermato il prof. Tartaglia. “Quindi nel progettare un impianto si deve mettere in conto che possa guastarsi per un incidente. Non basta dire che la probabilità è bassissima. Bisogna valutare: se succede, cosa succede? Non so se questo è stato fatto. Tra l’altro, c’è un fattore particolare, fondamentale, da considerare tra quelli di incidente in un impianto complicato: la stupidità umana. Così è accaduto a Chernobyl, dove sono state attuate operazioni sperimentali intenzionali fuori protocollo. Quindi è necessario realizzare la progettazione analizzando cosa può succedere nel peggiore dei casi, e valutare se le conseguenze sono accettabili. Col metano, si sa, il problema è legato alla possibilità di esplosioni. In zona, mi dicono, ci sono anche depositi di idrogeno, che ha una potenzialità esplosiva anche molto maggiore del metano. Occorrerebbe dunque verificare la previsione, con calcoli e dati, di ciò che succederebbe in simili condizioni”. Non sembrano invece esistere seri studi relativi agli impatti di eventuali incidenti, né documenti e prove che mostrino che si stia tenendo conto delle numerosissime prescrizioni formulate dai Vigili del Fuoco.

Piombino, Firenze: due mondi che non comunicano? - Volantino, pag. 1

Piombino, Firenze: due mondi che non comunicano? – Volantino, pag. 1

 

Piombino, Firenze: due mondi che non comunicano? - Volantino, pag. 2

Piombino, Firenze: due mondi che non comunicano? – Volantino, pag. 2



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