Neppure il ‘mercato delle vacche’ delle opere compensative per il contestato rigassificatore raggiunge il traguardo.
Regione Toscana e Struttura Commissariale: millantato credito?
[Ante Scriptum: permetteteci una boccata d’ironia!]
Davvero un ricco bilancio, quello tracciato stamani dal presidente-commissario Eugenio Giani dinanzi a cronisti agguerriti che, come risulta dal reportage del TG regionale della Rai, lo hanno sottoposto a un fuoco di fila di domande scabrose e impertinenti.
Noi di Idra, purtroppo, non potevamo esserci, in quanto sprovvisti del tesserino.
In compenso, eravamo fuori, a manifestare pieno sostegno al meritorio progetto di rigassificare – nell’immenso porto di Piombino, altrimenti deserto e condannato a irreversibile declino – miliardi di metri cubi di metano liquefatto proveniente presto, si spera, dall’irreprensibile Quatar. Si confida in proposito che i parlamentari europei eletti in Toscana – qualcuno sembra essere già agli onori delle cronache – producano a Strasburgo e a Bruxelles ogni possibile sforzo lobbystico affinché non si lesini alla città costiera, che agogna uno sviluppo sostenibile e una transizione ecologica, l’accesso a ogni possibile fonte di GNL, incluso quello statunitense, dove il gas viene estratto col pionieristico metodo del fracking, notoriamente indolore per l’ambiente.
Quanto all’odierna bocciatura dell’emendamento alla manovra che prevedeva le opere compensative dell’installazione del rigassificatore di Piombino (in gran parte impegni pregressi mai soddisfatti), che il presidente della Regione Toscana ha ripetutamente dichiarato di aver conquistato nel corso del procedimento autorizzativo, siamo certi che la fiducia da lui riposta nell’intesa tra Toscana e Governo, definita “la via corretta”, sia premiata dagli incontri annunciati con gli esponenti del governo nei prossimi giorni. “Sarà lì la sede nella quale daranno delle risposte”, ha spiegato il presidente-commissario, che può vantare del resto un percorso procedurale ineccepibile di approvazione del progetto, fatti salvi pochi ininfluenti dettagli:
- la dimensione temporale dell’intervento: soltanto per 3 dei 25 anni in programma è stata definita un’ubicazione della nave rigassificatrice;
- la convenienza economica: svariate categorie si sono pronunciate negativamente paventando conseguenze concretamente avverse, preannunciate del resto dallo stesso presidente dinanzi al Consiglio regionale;
- la trasparenza amministrativa: nessun momento di informazione o dibattito pubblico è stato organizzato dalla Regione Toscana o dal proponente;
- il consenso sociale: la stragrande maggioranza della popolazione coinvolta si esprime curiosamente contro la sua attuazione;
- la coerenza nella comunicazione istituzionale: impegni, smentite, ritrattazioni e fuori-programma (come la concessione di 45 giorni di tempo – oltre la data dell’autorizzazione e l’avvio dei lavori – per la definizione dell’ubicazione definiva dell’infrastruttura, perfezionata dalla successiva concessione di ulteriori 100 giorni) hanno costellato il percorso delle dichiarazioni pubbliche del presidente–commissario;
- la spada di Damocle del possibile danno erariale: sarebbe complicato giustificare l’impegno di risorse pubbliche cospicue (incluse quelle ambientali e quelle derivanti dai danni alle economie locali) per un progetto venticinquennale che debba limitare a tre anni la propria fattibilità.
Com’è evidente, si tratta di criticità minori, che il Tar del Lazio – al quale è stato affidato il compito di valutare oggi l’opportunità di accordare la sospensiva richiesta dal sindaco di Piombino e caldeggiata dall’intero Consiglio comunale e dalla massima parte della popolazione – vorrà saggiamente considerare marginali, essendo del resto in ben più serie faccende affaccendato, a causa dell’inchiesta della Procura di Roma che ipotizza un presunto patto tra un presidente di sezione del Tribunale e due legali.