MUGELLO: UN ALTRO CASO DI POLITICHE ENERGETICHE SCIAGURATE DELLA REGIONE TOSCANA
Sul caso Piombino, anche l’associazione fiorentina di volontariato Idra ha scritto in queste ore al nuovo presidente del Consiglio dei ministri.
Sono presenti alla memoria della pubblica opinione le importanti dichiarazioni di Giorgia Meloni lo scorso giugno a Lucca: “Piombino è una città che ha già pagato molto, sulla quale sono state fatte delle promesse che non sono state mantenute. Secondo me il governo dovrebbe seriamente valutare tutte le alternative possibili, perché Piombino è una città che sta cercando di riorganizzarsi anche con una vocazione turistica per superare il suo passato”.
Idra propone quindi al primo ministro un intervento che prenda atto delle caratteristiche del procedimento adottato in sede di conferenza di servizi. In aggiunta alle altre numerose anomalie, non si è provveduto infatti a svolgere alcuna valutazione comparativa fra scenari e opzioni alternative. Al contrario, si è presentato come ‘compensazione’ di un nuovo danno ciò che invece a questa comunità spetta ‘a prescindere’. L’associazione elenca i motivi che giustificano la revisione di una scelta che appare di fatto inattuabile, allega la memoria tecnica trasmessa a tutte le componenti della conferenza e chiede che il presidente del Consiglio provveda a ripristinare le garanzie di un confronto responsabile, trasparente e democratico.
Restiamo “in attesa delle Sue determinazioni, e nella totale disponibilità ad approfondire il tema con i funzionari incaricati”, scrive in chiusura il responsabile di Idra nella Pec indirizzata a Palazzo Chigi.
Prosegue anche questa settimana l’impegno di denuncia garbata e indignata sotto le finestre di Palazzo Strozzi Sacrati: le politiche energetiche della Giunta regionale della Toscana incontrano infatti non solo a Piombino il profondo e motivato dissenso delle popolazioni coinvolte da scelte caterpillar non partecipate e non condivise. Non è soltanto il ‘santuario dei cetacei’ nel mar Tirreno, infatti, a essere sotto attacco della politica ‘progressista’ di Palazzo Strozzi Sacrati. In condizioni analoghe di compressione dell’ascolto, del confronto e del diritto è anche il ‘santuario montano’ dell’Appennino, fra Vicchio e Dicomano, sin qui vanamente difeso dalle istituzioni competenti (qui la Soprintendenza al Paesaggio, così come a Piombino il Consiglio, il Sindaco e la Giunta comunale): il progetto di impianto eolico “Monte Giogo”, pensato e proposto nel posto sbagliato, snaturerebbe drammaticamente la qualità di quei luoghi.
Grazie al contributo informativo, corretto e appassionato, dei comitati civici del Mugello, è stato possibile toccare ieri con mano, e apprezzare con gli occhi, gli orecchi e tutti i sensi, la dimensione del danno che l’attuazione di questo progetto determinerebbe. Tanti i cittadini convenuti a Villore per una camminata di protesta e di conoscenza lungo i crinali di Giotto e di Dino Campana, a due passi dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Hanno partecipato, ma senza sigle, simboli o bandiere, tutte le componenti della cultura ecologista mugellana e fiorentina.
La qualità paesaggistica, floristica e faunistica di queste montagne, la preziosa biodiversità che ospitano, potrebbero essere infatti distrutte da una nuova prepotenza ‘istituzionale’, che fa bene il paio con quella che si vorrebbe perpetrare a Piombino: sotto una falsa vernice green nasconde, qui sull’Appennino, versanti da disboscare, terreni franosi da impermeabilizzare, sentieri campestri da raddrizzare e trasformare in strade, aree di betonaggio da realizzare e attrezzare in altura, impatti su fonti, sorgenti e reticolo idrico, tonnellate di cemento da colare sulle sommità delle montagne per ospitare un impianto industriale fatto di pale eoliche enormi da trasportare in qualche modo fin lassù.
Il volto e il fascino di castagneti e faggete, che abbiamo percorso incantati, e l’ecosistema faunistico, sarebbero irrimediabilmente compromessi, in nome di una ‘transizione’ che tradirebbe i fondamentali dell’ecologia. Non ha infatti alcun senso produrre energia ‘pulita’ sporcando irreversibilmente contesti ambientali incontaminati, sempre più rari, sempre più preziosi anche sul piano economico: la crescita di attività produttive legate all’agricoltura sostenibile, all’escursionismo, alla valorizzazione delle qualità storiche e culturali del territorio e alla indispensabile tutela idrogeologica rappresentano i veri traguardi da raggiungere. L’invasione dei crinali da parte di ruspe, betoniere, acciaio e cemento non può che cancellarli dall’orizzonte del futuro.
Il Mugello chiama Piombino, Piombino chiama il Mugello.