Venticinquesimo assedio gentile in difesa di Piombino, stamani alle 11, al Palazzo senza porte e senza finestre della giunta regionale toscana
“Eugenio caro, ci conosciamo da una vita. Storie di scuola, trasporti, urbanistica, ambiente, che in tanti anni hanno fatto incrociare le nostre strade. A volte concordando, magari collaborando. Spesso e volentieri su fronti diametralmente opposti. Ma nel rispetto reciproco”.
Nella lettera aperta indirizzata per una volta confidenzialmente a ‘Eugenio Giani uomo’, che distribuirà stamani alle 11 davanti alla sede della giunta toscana in piazza Duomo 10, Girolamo Dell’Olio tenta – dopo aver passato in rassegna le palesi incongruenze che hanno caratterizzato il percorso di valutazione del progetto – un richiamo alla ragione prima che sia improvvidamente approvata la delibera annunciata sul contestatissimo rigassificatore: “Come ha ben chiarito la massima autorità locale di Piombino, e come tu stesso hai detto esordendo in Consiglio regionale il 29 giugno, il tuo ruolo è quello di valutare, di verificare, di garantire: non necessariamente quello di autorizzare. E hai in mano tutte le carte per sottolineare che il progetto è platealmente monco, che di opzioni alternative (inclusa l’opzione zero, contemplata dalla buona legislazione ambientale) non si parla neppure, che il procedimento quindi è gravemente viziato, che le conclusioni sarebbero, adesso, colpevolmente affrettate. Senza contare che le popolazioni e le istituzioni locali lo respingono, e a buon diritto! Se c’è coscienza e conoscenza nella tua Giunta, potrebbe del resto bastare un assessore che solleciti – sulla scorta di tutto quello che ormai anche i sassi sanno – una doverosa riflessione…”.
E conclude:
“Tu hai, prima ancora che il dovere di soppesare tutte queste circostanze e criticità, il diritto di tutelare la tua persona e la tua onorabilità. Si tratterebbe di un gesto legittimo, alto e apprezzato. Càpita a tutti di essersi sbagliati, magari anche spesso. Ma ammetterlo è il riscatto che ti salva. Diversamente, non saprei più darti del tu se ti incontro per strada, Eugenio. Non saprei darti la mano. Sarei costretto a pensare che mi hai mentito, e soprattutto che non sei arrivato a comprendere quanto sarebbe inopportuno perseverare in una scelta così offensiva per le comunità trovatesi coinvolte a forza, come non si addice a una moderna e matura società democratica”.