Trasparenza zero dalla Giunta: nessuna notizia sugli accordi con la proprietà annunciati da sindaco e assessora
Imbarazzato muro di gomma da Palazzo Vecchio: né il sindaco né l’assessora all’Urbanistica svelano i contenuti della “convenzione con il privato, che prevede l’ampliamento dell’accessibilità pubblica del complesso dell’ex caserma Vittorio Veneto in Costa San Giorgio tramite diverse attività e programmazioni condivise con l’amministrazione comunale”. Vana la richiesta di documentazione da parte dei cittadini: la Giunta non risponde, i gruppi consiliari – interpellati – tacciono anch’essi.
Con un comunicato-propaganda, lo scorso 19 novembre, la Giunta aveva fatto credere alla cittadinanza (e ai media copia-incolla, incapaci ormai di interrogare fonti e documenti) che “si chiude una variante complessa e discussa” (parole del sindaco!). In realtà, non si chiude un bel niente, se è vero che la separazione dei poteri ha ancora qualche significato nella città del fiore: l’analisi delle osservazioni dei cittadini e delle controdeduzioni della Direzione Urbanistica deve ancora passare attraverso la Commissione Urbanistica, che ha in agenda per il prossimo 1 dicembre alle 12 l’audizione proprio dell’associazione che dalla primavera del 2020 contrasta insieme a centinaia di cittadini dell’Oltrarno e a uno stuolo di intellettuali di ogni parte d’Italia e del mondo la ‘resa’ di Palazzo Vecchio alla turistificazione pesante anche dell’area Unesco.
Non solo.
La Commissione consiliare deve ancora iniziare a esaminare le proposte di delibera inoltrate dalla Giunta.
Dovrà essere poi convocata la seduta aperta del Consiglio di Quartiere 1, che ospita il Centro storico di Firenze, ottenuta con una nuova campagna di firme la scorsa estate, ma mai calendarizzata.
Poi toccherà al Consiglio comunale pronunciarsi. Dove si auspica che il sentimento di rispetto per la storia, la cultura e l’immagine di questa città nel mondo prevalga su altre eventuali pressioni. Anche solo esercitando il diritto/dovere a valutare affermazioni come quella che leggiamo attribuita all’assessora all’Urbanistica e all’Ambiente, secondo la quale “l’attività turistico ricettiva consentirà di non aggravare il carico urbanistico di questa parte delicata della città per accessibilità e fruibilità: caratteristica che ha determinato l’individuazione di questa funzione come necessariamente prevalente ad esito del concorso e delle valutazioni tecniche”. Com’è arcinoto, è vero il contrario: è proprio con la delicatezza di questa parte della città che farebbe a pugni l’ennesima monocultura turistica, questa volta allietata da trecento posti letto, trecento addetti ai servizi, scavi per parcheggi e servizi sotterranei, e un sistema di circolazione e sosta nella zona non ulteriormente aggravabile. Incontrovertibile in questo senso la sentenza del Servizio Mobilità dello stesso Comune: “L’ambito urbano contermine all’area di intervento risulta caratterizzato da una viabilità carrabile e pedonale sottodimensionata, anche rispetto alle attuali esigenze e destinazioni d’uso, comportando per questo un deficit infrastrutturale”, ragion per cui si detta la condizione “che l’attuale regime di circolazione di Costa San Giorgio rimanga invariato”. La mano destra non sa quel che fa la sinistra?
In ogni caso, appuntamento domani alle 14, al civico 39 di Costa San Giorgio, della delegazione di Idra con la Commissione Urbanistica e la Proprietà, che guiderà il gruppo all’interno del vasto sconosciuto complesso affacciato sul giardino di Boboli. In attesa di una qualche iniziativa informativa pubblica del governo della città su tutta questa partita, che ha addosso ormai gli occhi di così tanta parte della cultura nazionale e internazionale, fondatamente preoccupata!