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Albergo di lusso sotto Forte Belvedere e sopra il giardino di Boboli: si esprime anche Eike Schmidt

Allertato dai cittadini, ha scritto alla Direzione urbanistica di Palazzo Vecchio e al Soprintendente. Idra ringrazia e gira la sua lettera alla Giunta fiorentina, al Consiglio comunale e al Quartiere 1

Albergo Costa San Giorgio: lo scenario

Albergo Costa San Giorgio: lo scenario

Ricostruendo la vicenda che ha portato Palazzo Vecchio ad avallare in piena area Unesco, fra Boboli e il Giardino Bardini, una variante al regolamento urbanistico priva di valutazione ambientale strategica, Idra ha scoperto che proprio il ‘vicino di casa’ del nuovo proprietario della ex Caserma Vittorio Veneto, Eike Schmidt, è stato tenuto all’oscuro dei contenuti del progetto oggetto della Variante. L’associazione ha pensato bene quindi di allertare il Direttore delle Gallerie degli Uffizi (che comprendono il Complesso Museale di Boboli), documentandolo con le prime osservazioni proposte lo scorso  luglio all’Amministrazione comunale (seguite poi a settembre da un secondo blocco di riflessioni critiche sul metodo e sul merito della procedura adottata da Palazzo Vecchio: qui tutte le osservazioni fin qui formulate).

Se è vero quello che si legge nella corrispondenza scambiata con Idra da settembre ad oggi, nessuna soddisfazione ha ricevuto la reiterata richiesta di informazioni da parte di Eike Schmidt. Una circostanza quanto meno singolare, se si pensa che le due istituzioni, deputate alla tutela di beni così preziosi, appartengono allo stesso Ministero!

Il direttore degli Uffizi ha preso dunque in questi giorni carta e penna, e ha scritto sia alla Direzione urbanistica del Comune di Firenze sia alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, richiamando senza ambiguità l’attenzione sulla straordinaria delicatezza del contesto in cui si colloca la Variante che prevede – a beneficio di una nuova destinazione urbanistica turistico–ricettiva all’86%  - una profonda ristrutturazione edilizia: “E’ d’uopo rilevare la necessità che qualsivoglia iniziativa e/o intervento che interessi le aree immediatamente prossime al Complesso Museale di Boboli, debba essere posto in essere nel rispetto del primario obiettivo di garantire e preservare l’integrità del patrimonio culturale dello stesso.

Paradossale, agli occhi del cittadino comune, ciò che il prosieguo della lettera testimonia: che il responsabile di uno dei più ammirati e celebri giardini rinascimentali e post-rinascimentali d’Europa debba, per giustificarne le esigenze di tutela, enumerare e descrivere minutamente ai responsabili di organi di rilievo come la Direzione Urbanistica e la Soprintendenza le caratteristiche e le fragilità di un bene storico-ambientale così noto e prestigioso, quasi che se ne sia smarrita la memoria proprio fra le autorità istituzionali preposte alla custodia e alla valorizzazione degli assetti urbanistici: “Il Giardino di Boboli – aggiunge infatti Schmidt nella missiva indirizzata per conoscenza anche al Difensore civico della Toscana e a Idra – è un museo a cielo aperto di inestimabile valore culturale, e come tale deve essere preservato nella sua totale integrità fisica tanto in superficie quanto nel sottosuolo”.

E’ noto, giova qui ricordare, che il progetto di grande albergo nella collina sovrastante le sorgenti prevede, negli elaborati presentati al Comune, interventi cospicui di scavo in sotterraneo, per ospitare due parcheggi, un tunnel carrabile e più servizi interrati…

“E’ dovere pertanto dello scrivente Istituto – prosegue la nota di osservazioni sulla procedura relativa alla Variante al Regolamento Urbanistico Ex Caserma Vittorio Veneto – adoperarsi per mettere in atto ogni misura utile a tutelare, gestire e valorizzare le proprie collezioni, comprensive di beni archeologici, storico-artistici, architettonici, paesaggistici e naturali.

In proposito, fra i tesori che quel sottosuolo potrebbe nascondere sono da annoverare le testimonianze della prima comunità cristiana raccoltasi, nella Florentia romana, attorno alla vicinissima Chiesa di Santa Felicita (si veda in proposito la segnalazione della dott.ssa M. Cristina François, già conservatrice dell’Archivio Storico Parrocchiale di Santa Felicita, in nota all’Osservazione n. 20 trasmessa da Idra alla Direzione Urbanistica).

Il direttore degli Uffizi non omette di segnalare “alcuni profili di particolare rilievo”, a partire dalle proprietà ambientali e idrogeologiche intrinseche del sito, conformato artisticamente e paesaggisticamente dal Tribolo su incarico della duchessa consorte di Cosimo I Eleonora di Toledo. Come ‘giardino monumentale’, Boboli è divenuto modello di riferimento a cui tante altre esperienze italiane ed europee si sono ispirate. “Il Parco Monumentale di Boboli, spiega Schmidt, analogamente ad un sistema venoso di un corpo umano, si compone di cunicoli e condutture che trasportano l’acqua che rende rigogliosa la vegetazione, alimenta sorgenti e vivai, depositi e conserve, vasche che custodiscono preziose collezioni di piante acquatiche, fontane e giochi d’acqua che decorano le Grotte, tema tanto caro ai giardini storici monumentali fiorentini prima medicei e poi lorenesi”.

Orbene,  proprio nei pressi della più antica di queste Grotte, detta ‘di Madama’, il progetto di albergo presentato all’Amministrazione comunale dalla proprietà della ex Caserma prevede l’istallazione di un ‘ascensore inclinato’ a servizio della clientela: accolti attraverso il portone principale di Palazzo Pitti, superato il cortile dell’Ammannati  il progetto prevede che gli ospiti del resort raggiungano, lungo l’Orto di Giove, il mezzo meccanico che li trasferisca alle camere.

“Come ampiamente documentato in copiosa bibliografia –  conclude didascalicamente Schmidt–  il regime idraulico di Boboli, sfruttando la pendenza del declivio collinare e applicando empiricamente i principi fondamentali della scienza idraulica basata sulle leggi gravitazionali della fisica (sic!, ndr), è stato pensato e realizzato con un “impianto a caduta”, mediante costruzione di acquedotti che ancora oggi alimentano il Giardino”. Una sorta di lezione di idraulica elementare…  E forse ce n’è davvero bisogno se l’architettare prende il sopravvento sul progettare. Qui infatti il pensiero corre naturalmente alle acque che sgorgano proprio dalla collina di Belvedere (pensiamo alla Sorgente del Menabuoni, o ‘della Mina’), il critico ‘Poggio delle Rovinate’, la cui storica fragilità idrogeologica attestano sia la toponomastica (Via  del Canneto, Vicolo del Canneto, Costa del Pozzo) sia il monito inciso nella targa che Cosimo I fece apporre nel 1565 in Via de’ Bardi, tuttora leggibile (“Cosimo de’ Medici signore di Firenze e di Siena, proibì di ricostruire le case di questo monte tre volte crollate per inadeguatezza del suolo”). E sono quindi da salutare con soddisfazione le esplicite raccomandazioni di commiato: “In ragione di quanto sinora esposto, si chiede cortesemente alla S.V. di tenere in debita considerazione le suesposte osservazioni, al fine di adottare le più opportune determinazioni del caso.

Ecco perché Idra ha voluto compiacersi col Direttore Eike Schmidt per il provvido intervento: “Constatiamo con viva soddisfazione con quanta sollecitudine sia stato raccolto dalle Gallerie da Lei dirette il ragionevole allarme lanciato dalla scrivente Associazione una volta che è stato possibile accertare il mancato coinvolgimento della Direzione delle Gallerie degli Uffizi nel procedimento che ha condotto il Comune di Firenze alla definizione della Variante semplificata al Regolamento Urbanistico Scheda norma AT 12.05 Ex Caserma Vittorio Veneto, adottata in assenza di Valutazione Ambientale Strategica, e dei connessi interventi di trasformazione urbanistica e ristrutturazione edilizia”. E conclude: “Ritenendo utile e opportuno che le istituzioni locali fiorentine abbiano piena contezza delle importanti premure che codesta Direzione mostra di nutrire ai fini dell’integrale tutela del Giardino, la presente viene trasmessa per conoscenza anche al Presidente del Consiglio comunale, al Presidente della Commissione Urbanistica, ai Gruppi consiliari, al Consiglio di Quartiere 1, al Sindaco e agli Assessori competenti del Comune di Firenze”. Con allegata la nota di Eike Schmidt.

Gratitudine l’associazione ha espresso anche al Difensore civico della Toscana, il dott. Sandro Vannini, che dagli esordi Idra tiene informato sugli sviluppi delle vicenda, “per il reiterato supporto alle istanze di trasparenza che la scrivente Associazione da mesi e mesi sottopone all’Amministrazione Comunale”.

 



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