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“Sviluppo sostenibile” e “patto intergenerazionale”? Idra replica a Conte: non siano solo parole!

E allega una diagnosi impietosa della Corte dei Conti sulla TAV: “In questione c’è proprio l’equità intergenerazionale!”

La talpa TAV sotto la città d'arte Unesco

La talpa TAV sotto la città d’arte Unesco

“Tutti i decisori devono capire che è il momento delle scelte, non si può più tergiversare. I giovani ci chiedono un patto intergenerazionale. Possiamo rispondere con una visione egoistica o predisporci a questo, per dare una svolta verso una transizione ecologica della nostra società”. Così il premier oggi all’evento conclusivo del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020 alla Farnesina, promosso dall’ASviS.

“Noi abbracciamo queste sue parole, purché non restino parole, scrive l’associazione fiorentina Idra a Giuseppe Conte. Ricordandogli di avergli trasmesso proprio in questa direzione un contributo di riflessione per gli Stati Generali dell’Economia di giugno, rimasto senza riscontri. “Al contrario, si aggiunge nella nota, leggiamo ripetutamente di un Suo entusiasmo per l’agenda delle vecchie Grandi Opere infrastrutturali (sistema TAV in primis), che ampia e triste prova hanno dato nel nostro Paese di insostenibilità economica, depauperamento ambientale, nocività sociale, inquinamento criminale”.

E dato che il premier richiama oggi l’urgenza di un patto intergenerazionale, Idra segnala che già 12 anni fa la Corte dei Conti evidenziava, in una sua articolata relazione sulle anomalie riscontrate nella realizzazione del sistema “Alta velocità”: Quel che è più grave, queste operazioni pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su generazioni future (si arriva in alcuni casi al 2060) ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali. Sotto questo profilo la vicenda in esame è considerata dalla Corte paradigmatica delle patologiche tendenze – della finanza pubblica – a scaricare sulle generazioni future oneri relativi ad investimenti, la cui eventuale utilità è beneficiata soltanto da chi li pone in essere, accrescendo il debito pubblico, in contrasto con i canoni comunitari”.

“E’ ancora questo modello che vogliamo continuare a perseguire, signor Presidente?”, chiede l’associazione ecologista toscana. E cita Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, che prendendo spunto dagli ultimi ennesimi accadimenti di rovina idrogeologica del Bel Paese, ha ammonito in questi giorni: Nonostante l’evidenza dei cambiamenti climatici andiamo dritti per la nostra strada d’asfalto e cemento a imbrattare valli, pianure, montagne e colline. Poi ci accontentiamo delle condoglianze e diamo la colpa al meteo. Il malato spesso non è quel che abbiamo davanti, ma l’ambiente intorno che non manuteniamo più. È questo spostamento di attenzione, dal malato al suo ambiente, che dobbiamo fare e fare presto. È urgente essere richiamati al dovere della prevenzione e della manutenzione delle aree più fragili del Paese”.

Ecco dunque cosa suggerisce Idra al premier: “E’ questo tipo di investimenti che ha bisogno di promuovere l’azione di governo, se vuole dirsi davvero coerente con gli obiettivi del Next Generation EU. Investimenti capital saving e labour intensive, a resa immediata: esattamente l’opposto delle mitologiche Grandi Opere da coniugare a un lontano e improbabile futuro”.

Per concludere: “Batta un colpo chiaro, nei fatti, signor Presidente! E ascolti, solleciti e apprezzi le espressioni della società civile, della cittadinanza attiva, che inutilmente hanno bussato alla Sua porta da quando Ella ha assunto il delicato incarico di guidare gli ultimi governi”.



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