Il sindaco di Firenze, ieri, nella Sala Rossa del Palacongressi:
“E’ fiorentino chi ama Firenze, la rispetta e fa qualcosa per migliorare la città [...] Non lasceremo un’opera pubblica a metà [...] Il tunnel Tav libererà i binari di superficie da usare per i treni pendolari”.
Ma meno di tre anni fa Dario Nardella sosteneva perentorio esattamente il contrario, davanti a tanti altri fiorentini, al Circolo ARCI “La Loggetta” di Varlungo (audio per credere):
“Questo progetto di Alta Velocità [...] appare inspiegabile. E’ un grande spreco di denaro pubblico. Perché stiamo parlando di un miliardo e mezzo di euro, per risparmiare due minuti. [..] Svuota Santa Maria Novella. [...] La fortuna e la bellezza di alcune stazioni italiane […] è che arrivano dentro i centri storici delle città, ed è una cosa grandiosa. […] Se noi eliminiamo queste stazioni, questi porti di approdo nei cuori delle città, ma come possiamo fare un discorso di riqualificazione dei centri, di ripopolamento dei centri cittadini? Diventa contraddittorio, e quindi altera le scelte urbanistiche fatte in questa città da molti anni. […] L’Alta Velocità è stata progettata 20 anni fa […] Le nuove tecnologie oggi, con il controllo digitale dei sistemi di trasporto, consentono di gestire treni di Alta Velocità a tre minuti l’uno dall’altro. […] Viene meno quindi anche l’elemento strategico dell’Alta Velocità, che era quello di far passare sotto terra i treni di Alta Velocità per liberare i binari di superficie a favore del trasporto regionale. Quindi ci sono molti elementi che ci portano a dire che quel progetto è vecchio prima ancora di essere realizzato. […] Insomma è un progetto nato male e che sta andando ancora peggio.”
A quale Nardella dovrebbe credere il fiorentino che “ama Firenze, la rispetta e fa qualcosa per migliorare la città”?