In vista del prossimo Town Meeting Plan che il Comune di Firenze ha in programma giovedì 8 luglio nel Salone dei Cinquecento con l’intervento di 150 cittadini estratti a sorte, Idra ha consegnato oggi al Direttore della Direzione Urbanistica di Firenze Domenico Palladino e alla Dirigente del Servizio Pianificazione Urbanistica Stefania Fanfani una ricca messe di dati sui danni gravi e irreversibili che possono derivare a Firenze dall’attuazione del progetto TAV approvato dalle passate Amministrazioni, e sugli abbondanti danni, disagi e ricorsi già in atto nella città di Bologna.
Fra i documenti consegnati su quello che gli organizzatori del Town Meeting Plan dell’8 luglio definiscono nella guida alla discussione come “probabilmente il tema più dibattuto in città”, quelli che attestano le segnalazioni e gli esposti inviati da Idra a partire dal 2004 a Palazzo Vecchio, alla Regione Toscana e ai Ministeri competenti sulla clamorosa mancata pubblicazione del progetto di nuova stazione Foster, dopo la bocciatura in Conferenza di servizi della precedente stazione Zevi. Una procedura che ha sottratto in questo modo la più macroscopica delle opere progettate da decenni nella nostra città alle osservazioni dei cittadini e degli esperti, e a una qualsiasi valutazione di impatto ambientale.
Idra ha inoltre consegnato all’arch. Fanfani e al dott. Palladino i rapporti e i progetti ASL e ARPAT per la sorveglianza dell’impatto sulla salute della popolazione residente a Firenze e per il monitoraggio ambientale-sanitario dei cantieri delle grandi infrastrutture di trasporto pubblico, prodotti del 2000 e nel 2001 ma da allora ignorati dalle istituzioni chiamate a finanziarli, e trasmessi ieri all’associazione fiorentina dalla Direzione dell’ASL 10.
Fra i video depositati in Via Andrea del Castagno, quello relativo all’intervento dell’ing. Ivan Cicconi alla conferenza stampa tenuta da Idra insieme al Comitato Carracci, a Bologna, lo scorso 5 dicembre davanti alla Stazione centrale: l’esperto emiliano celebre per l’impietosa disamina del meccanismo contrattuale perverso legato alla figura del general contractor, confermata anche per la TAV a Firenze ed energicamente censurata dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici e dalla Corte dei conti, spiega nei dettagli i devastanti effetti indotti sull’economia nazionale dall’architettura finanziaria TAV. Si tratta di conseguenze che non gravano solo sull’erario e sull’ambiente, ma anche sulla durata e la qualità dei lavori. Uno scenario che, ha spiegato il portavoce Girolamo Dell’Olio all’arch. Fanfani e al dott. Palladino, è suscettibile di vanificare ogni sforzo di saggia programmazione compiuto nell’alveo del Piano Strutturale, e di mettere in ginocchio una città già gravemente provata, come ASL e ARPAT attestano nelle loro analisi.