Firenze, se ci sei batti un colpo! Dove sono La Pira, don Milani, don Mazzi, padre Balducci?
L’associazione di volontariato Idra ripropone al sindaco di Firenze Sara Funaro, con un presidio oggi fra le 13 e le 15 all’ingresso di Palazzo Vecchio, l’appello trasmesso undici mesi fa al suo predecessore Dario Nardella: il Salone dei Cinquecento sia messo a disposizione di un laboratorio internazionale di pace per la Palestina fatto di volontari, studiosi, associazioni, società civile.
Nardella non ha mai risposto. Per undici mesi Idra ha manifestato con cartelli e volantini in occasione delle sedute del Consiglio comunale distribuendo quell’appello agli amministratori, ai cittadini, ai visitatori. Per undici mesi Idra ha sperato di ottenere ascolto dal sindaco, dai consiglieri e dagli assessori che varcavano, per lo più indifferenti, la Porta della Dogana.
Da dodici mesi una carneficina scientifica si consuma in Palestina in spregio del diritto internazionale e di quello umanitario, per la gioia dei fabbricanti di armi, per la disperazione dei superstiti, per la vuota retorica pacifinta di un Occidente Collettivo che sta impassibile a guardare, deplora a parole o incassa dividendi.
Dopo dodici mesi di atrocità è stato necessario un attacco diretto al contingente nazionale Unifil in Libano da parte dell’esecutivo di Tel Aviv perché il governo italiano estraesse per la prima volta dal vocabolario politico l’esclamazione ‘inaccettabile!’. Ma, coerentemente con quanto (non) fatto finora, a questo si è fermato. Al terribile pogrom (quanto davvero imprevedibile e imprevisto?) del 7 ottobre hanno fatto séguito massacri indiscriminati, bombardamenti aerei giorno e notte su collettività inermi, città rase al suolo, scambi di centinaia di droni, razzi e missili, raid e contro-raid, omicidi extraterritoriali mirati in Paesi sovrani. Fino al varo di tecniche impressionanti di eccidio elettronico che ridefiniscono i confini della guerra ibrida e del terrorismo internazionale. Fino all’invasione del Libano.
Tutti eventi ‘accettabili’, questi, per Palazzo Chigi?
Di sicuro, accettati! Non abbiamo notizia di impegni in politica estera atti ad arrestare il crescendo di violenze. Quali iniziative diplomatiche autonome sono state adottate? Quali pratiche di interposizione o di pacificazione sono state promosse? Quale supporto è stato assicurato alla resistenza nonviolenta che da subito si è pure attivata in quella regione? Quali e quanti flussi di armi verso una delle parti in conflitto sono stati arrestati?
Ma se Roma avalla, Firenze appare in letargo.
Palazzo Vecchio non si è dimostrato capace di organizzare neppure la più banale, la più ovvia, la più minimale delle cose che un’amministrazione comunale col passato che questa città vanta avrebbe il potere e l’autorevolezza di proporre: un appuntamento internazionale di pace, se non altro in ricordo del soccorso che gli ‘angeli del fango’ hanno portato a Firenze da tutto il mondo all’indomani dell’alluvione del 4 novembre 1966.
Saprà il nuovo sindaco risvegliarsi a questa opportunità? Farà parte del programma di mandato che presenterà oggi in Consiglio comunale? Vorrà Sara Funaro chiamare a Palazzo Vecchio, dalla Palestina e da ogni angolo del pianeta, gli ‘angeli della riconciliazione’ di cui questa stagione funesta ha urgentemente bisogno, prima che l’inferno in corso sulla sponda est del mare nostrum deflagri ovunque?